TRUMP RICOMPENSA GLI AMICI: AL GOVERNO CHI HA FINANZIATO LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE
NOMINE SERIALE PER TUTTI I MARCHETTARI
Volete diventare il responsabile dell’agenzia governativa americana per le piccole imprese? Basta investire sei milioni di dollari a sostegno della campagna elettorale del prossimo presidente e il gioco è fatto.
Almeno fino a quando alla Casa Bianca siederà Donald Trump che avrà tutti i difetti del mondo; sarà grezzo e volgare, ma di certo non manca di riconoscenza. Almeno verso gli amici più generosi.
Basta, infatti, scorrere la lista delle più recenti nomine politiche per accorgersi che Trump ha riservato un posto in prima fila a tutti i suoi principali donatori: da Linda McMahon (ex amministratore delegato della società che gestisce il wrestling e neo responsabile appunto delle politiche per le piccole imprese) a Walter “Jay” Clayton (dalla Sullivan & Cromwell alla guida della Sec, la Consob americana) i 26 nominati dal presidente hanno versato nelle casse del suo comitato presidente oltre 6 milioni di dollari per aiutarlo a battere Hillary Clinton.
Di più: hanno donato al partito Repubblicano 27 milioni di dollari per l’ultima campagna elettorale, 60 milioni dal 1989 ad oggi.
A scorrere l’elenco redatto da Opensecrets.org emerge che solo Ryan Zinke (ministro dell’Interno), John Kelly (Sicurezza nazionale), James Mattis (Difesa) e Rick Perry (Energia) non abbiano versato neppure un dollaro per Trump o per i repubblicani negli ultimi 27 anni.
Andy Puzder, per esempio, ha lasciato la guida della sua catena di ristoranti fast food CKE Restaurants per divertare segretario di Stato al Lavoro: nella corsa di Trump ha investito 700mila dollari.
E’ andata meglio al nuovo ministro del Tesoro Steven Mnuchin l’ex partner di Goldman Sachs che ha lasciato il suo hedge fund dopo aver investito su Trump 420mila dollari (6mila li ha donati anche ai Democratici).
Wilburn Ross è l’uomo forte del commercio: gestirà i rapporti — già tesi — con il Wto, con la Cina, il Messico e anche l’Unione europea.
A dire il vero, però, Trump non era neppure la prima scelta dal banchiere americano: Ross ha investito 432mila dollari perchè vincessero i repubblicani, ma oltre 110mila erano per sostenere Mitt Romney, a Trump ne sono arrivati solo 5mila.
Il segretario di Stato Rex Tillerson, invece, è un repubblicano tutto d’un pezzo: l’ex amministratore delegato della compagnia petrolifera non ha mai versato un dollaro per sostenere i democratici, mentre ha speso quasi mezzo milione per i conservatori.
A Trump avrebbe preferito Jep Bush, però, non si lamenta e adesso i suoi investimenti gli permettono di sedere su una delle poltrone più “pesanti” del pianeta.
La storia di Betsy DeVos ha quasi dell’incredibile: dopo essere stata indicata ministro dell’Educazione da Trump la sua nomina doveva essere ratificata dal Senato. Nonostante lei e la sua famiglia abbiano speso oltre due milioni di dollari per sostenere alcuni senatori repubblicani uscenti ha avuto 50 voti a favore e 50 contrari: per aver il via libera, quindi, è stato necessario — prima volta nella storia americana — che in suoi favore si esprimesse il vice presidente Mike Pence nelle vesti di presidente del Senato.
Pence ha così rotto l’equilibrio tra i senatori e le tradizioni americane. Ma difficilmente avrebbe potuto comportarsi in maniera diversa: i DeVos hanno versato per l’ultima campagna elettorale oltre 12 milioni di dollari.
Soldi nelle casse dei repubblicani sono arrivate anche da coloro che sono poi stati nominati ambasciatori in Israele e Cina, ma la donna più fedele a Trump resta Linda McMahon, la signora del wrestling che al presidente ha donato 6 milioni di dollari a cui ha aggiunto altri 3,8 milioni per il partito.
Non male per un’imprenditrice che in passato aveva sostenuto i democratici.
(da “Business Insider”)
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