TUTTE LE FREGATURE DELL’IMU, TAGLI E LA MAZZATA NEL 2014
PER (NON) ABOLIRE L’IMPOSTA NE METTONO UN’ALTRA E RISPARMIANO SU OCCUPAZIONE E CONTROLLI FISCALI
L’abolizione dell’Imu su prime case e terreni agricoli è “una vera e propria manovra di finanza pubblica da quasi cinque miliardi di euro” realizzata “senza mettere le mani nelle tasche degli italiani”.
Renato Brunetta, ancora ieri sul Giornale, festeggiava la fine dell’imposta sugli immobili coi toni d’un trionfo guerresco.
Pure Enrico Letta, a fine Consiglio dei ministri, era felicissimo per “la necessaria riforma del’Imu e il cambiamento radicale di una tassa che ha riscontrato vari punti di iniquità ”.
Angelino Alfano, al suo fianco, sprizzava soddisfazione: “È un decreto tax free”, si vantava in anglosiculo.
È così? Non proprio. Come sempre, il diavolo è nei dettagli. E il decreto del governo abbonda in dettagli.
TAX NON FREE
Almeno una nuova tassa, o meglio un aumento di imposizione, nel testo c’è e serve a coprire la tutela di 6.500 esodati.
Sostanzialmente viene dimezzata la deducibilità delle assicurazioni sulla vita e sugli infortuni, il che comporta che una certa quota di italiani pagherà più Irpef.
Si tratta precisamente di di 6,3 milioni di italiani che dovranno sborsare in media duecento euro circa in più all’anno (il prelievo medio dell’Imu sulla prima casa era di 195 euro a contribuente).
COPERTURE BALLERINE
I soldi per abolire l’Imu 2013 dovrebbero arrivare dal gettito Iva dovuto al pagamento di dieci nuovi miliardi di debiti commerciali della Pubblica amministrazione, da alcuni tagli lineari al bilancio dei ministeri e da un condono per le concessionarie di slot machine che evasero il fisco tra il 2004 e il 2007: invece di 2,5 miliari potranno cavarsela sborsando 620 milioni.
Problemi: non è detto che si riesca a pagare abbastanza in fretta i fornitori della P.A. ed è dubbio pure che tutte le concessionarie — alcune in forte perdita — siano in grado di pagare forti somme in così poco tempo.
E la situazione è già critica: ad agosto il fabbisogno (quanto spende lo Stato) è salito a 9,2 miliardi, contro i 6 del 2012.
TASSE EVENTUALI
Esistono anche queste. Il decreto, infatti, è dotato di una cosiddetta “clausola di salvaguardia” fatta solo di aumenti d’imposta.
Tradotto: se le coperture ufficiali dovessero non funzionare, ipotesi tutt’altro che implausibile, scatterebbero automaticamente altre misure.
Queste: “L’aumento della misura degli acconti dell’Ires e dell’Irap, e l’aumento delle accise”.
TAGLI TREMONTIANI
Circa un miliardo di copertura del decreto arriva da tagli lineari a 35 autorizzazioni di spesa di vari ministeri: si tolgono fondi alle assunzioni di nuovi agenti di polizia e pure di altri ispettori contro l’evasione fiscale.
Trecento milioni vengono poi sottratti alla manutenzione della rete ferroviaria, 250 al fondo per l’occupazione e trecento al settore elettrico (ve ne parliamo qui accanto).
LA RATA FANTASMA
È la seconda. A sentire il governo o Brunetta l’Imu è già stata abolita, ma la seconda rata è ancora lì: se non si trovano i soldi nella legge di stabilità , a dicembre tutti dovranno pagare mezza Imu.
IL GIOCO DELLE TRE CARTE
Prima carta: abolita l’Imu. Ammesso che sia vero, questo vale per il 2013 essendo le coperture una tantum. Seconda carta: la service tax. Che la chiamino Taser o in un altro modo al momento dovrà portare a Stato e Comuni lo stesso gettito dell’odiata Imu. Terza carta: il federalismo.
Nel 2014 l’imposta patrimoniale sugli immobili sarà gestita dai Comuni: toccherà ai sindaci tartassare i loro elettori, ma solo fino a un tetto massimo.
Quale tetto? Facile: il gettito Imu stimato per l’anno prossimo. Il banco vince sempre.
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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