TUTTI I NUMERI DI UN PAESE RIDOTTO IN GINOCCHIO
PEGGIO DELLE PEGGIORI STIME: CONTINUA IL SEGNO MENO… SIAMO TORNATI INDIETRO
Siamo tornati in recessione dopo la breve parentesi di fine 2013.
Dopo il -0,1 del primo trimestre, il secondo chiude a -0,2% (-0,3 rispetto al 2013). Peggior dato degli ultimi 14 anni.
A questo punto non solo l’obiettivo dello 0,3% previsto (al ribasso, rispetto allo 0,8 stimato nel Def dal governo) per il 2014 è a rischio, ma soprattutto è a rischio la crescita dell’anno prossimo, stimata tra l’1,1 e l’1,3%.
Mentre quest’anno, a crescita invariata, il risultato finale rischia di essere -0,3%.
Un Pil piatto spinge il deficit 2014 verso la pericolosissima soglia del 3% dal 2,6 previsto dal governo. E quindi non è escluso che a fine anno si renda necessario un ritocco.
L’ILLUSIONE MENSILE MENO DISOCCUPATI A GIUGNO E SEI MILIONI DI POVERI
Rispetto al mese precedente è in calo dello 0,3 per cento. Un elemento subito sbandierato con orgoglio dal premier. Ma su base annua, però, non è diminuito bensì cresciuto dello 0,8% (+26 mila disoccupati); l’Ue è all’11,5%.
Il tasso di inattività (chi non ha un lavoro e non lo cerca) è al 36,3%. Numeri pesantissimi, spesso commentati con “è il dato peggiore dal 1997”, anno di inizio delle serie storiche Istat.
In realtà nel 1977 il tasso era inferiore al 7%: prima di questa crisi, è stato superiore al 10% solo tra il 1994 e il 2000.
Il vero dramma, però, è che la commissione Ue considera “accettabile” per l’Italia una disoccupazione all’11% (2,8 milioni di senza lavoro).
ALTRO CHE BONUS IRPEF, I CONSUMI RESTANO AL PALO: LE FAMIGLIE SPENDONO MENO
Dopo l’Istat, la botta più forte al governo l’ha assestata la Confcommercio: “L’effetto bonus Irpef da 80 euro c’è stato, ma minimo, quasi invisibile”.
Secondo l’associazione, la crescita dei consumi delle famiglie a giugno 2014 è stata di appena lo 0,1% sul mese precedente, e dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2013: “Si conferma il permanere di un quadro economico privo di una precisa direzione di marcia, situazione che, dopo un lungo ed eccezionale periodo recessivo, non può non preoccupare molto”.
Secondo l’Istat, nel 2013, la spesa media mensile per famiglia è scesa, in valori correnti, a 2.359 euro (-2,5% rispetto al 2012).
MALE ANCHE GLI ORDINATIVI. PICCOLA RIPRESA A GIUGNO (+0,9) MA PERSO UN QUINTO DEI VOLUMI
A giugno 2014 l’indice della produzione industriale è aumentato dello 0,9% rispetto a maggio. Ma, anche qui, allargando lo sguardo si nota che rispetto al trimestre aprile-giugno la produzione è diminuita dello 0,4%.
Nei mesi precedenti è andata anche peggio: -1,2% a maggio (-1,8 sul 2013). I dati peggiori però riguardano anche altri aspetti del settore.
A maggio, il fatturato complessivo dell’industria è calato dell’1%. Gli ordinativi (premessa della produzione futura) sono scesi del 2,1%; ma il calo più grosso riguarda quelli per l’estero: -4,5%. Dall’inizio della crisi abbiamo perso un quinto della produzione. L’edilizia è crollata del 30%.
NESSUNA LOCOMOTIVA, È IL SECONDO CALO DI FILA: PESSIME NOTIZIE PER L’ITALIA
Molto, molto peggio delle attese. Gli ordinativi industriali in Germania sono crollati del 3,2 per cento rispetto al mese precedente, mentre gli analisti avevano previsto un calo assai inferiore: pari all’1 per cento.
La notizia – pessima per le imprese italiane, visto che molte vendono i loro prodotti in Germania — è stata diffusa ieri dal Dipartimento dell’Economia e della Tecnologia tedesco.
Gli ordinativi, peraltro, calano per il secondo mese di fila dopo il -1,6 per cento fatto registrare a maggio. È il segnale che la presunta locomotiva d’Europa è in realtà ferma, attaccata dietro l’ultimo vagone.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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