UN MILIONE DI PERSONE A LIBRO PAGA DELLA POLITICA
UN MOSTRO CHE CI COSTA 646 EURO A TESTA L’ANNO… IN GRAN BRETAGNA I PARLAMENTARI DEVONO SPIEGARE ON LINE AI CITTADINI TUTTE LE LORO SPESE… ACCORPARE I COMUNI MINORI PORTEREBBE A FORTI RISPARMI
Più che una casta è una grande città , popolata da oltre un milione e 300mila abitanti. Tanti sono oggi gli italiani che vivono, direttamente o indirettamente, di politica: ministri, parlamentari, assessori, consulenti, membri delle municipalizzate.
Un esercito che costa circa 24 miliardi di euro l’anno.
Dove tagliare? Un esempio: se si accorpassero gli oltre 7.400 comuni al di sotto dei 15mila abitanti, si risparmierebbero 3,2 miliardi di euro l’anno.
E l’abolizione delle Province? Porterebbe nelle casse dello Stato altri 7 miliardi.
Facile a dirsi, meno a farsi.
Fa testo il caso di Ischia. Un’isola, sei Comuni: Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana.
Poco meno di 63mila abitanti, sei sindaci, sei giunte, sei consigli comunali.
Ma guai a parlare di fondersi.
Al referendum del 6 giugno si è presentato neanche un elettore su tre.
Perchè in Italia a “campare di politica” sono in tanti.
Partiamo da chi è chiamato ogni anno ad approvare la legge finanziaria: i parlamentari.
Quanto guadagnano? Oltre 11mila euro al mese.
Più di tedeschi (7mila) e francesi (6.800), molto più degli spagnoli (2.921 euro).
Non solo. Il parlamentare italiano gode di una serie di rimborsi per trasferte in Italia e all’estero, taxi, bollette telefoniche, spese mediche.
“Sono tante le voci da sommare e il calcolo non è facile – conferma l’ex vicedirettore dell’Istituto Cattaneo, Gianfranco Baldini, che insegna “Partiti e gruppi di pressione nella Ue” all’Università di Bologna – altrove hanno optato per una maggiore trasparenza”.
Un caso per tutti: “In Gran Bretagna dopo lo scandalo dei rimborsi gonfiati, hanno messo tutto per iscritto sul sito della Camera dei comuni. Un parlamentare inglese guadagna 65mila sterline l’anno e oggi deve rendere conto on line delle spese effettivamente sostenute per il soggiorno a Londra e per le eventuali trasferte. Noi invece in Europa ci distinguiamo per il trattamento dei nostri europarlamentari: i più pagati e i più assenti, almeno fino alla scorsa legislatura. Ma gli sprechi non vengono solo dal parlamento, la vera giungla è il mondo delle municipalizzate”.
I parlamentari sono infatti la punta dell’iceberg.
Oggi, stando a una recente analisi Uil, sono oltre 1,3 milioni le persone che campano, in un modo o nell’altro, di politica.
A partire dai 145mila parlamentari, ministri e amministratori locali, di cui: 1.032 parlamentari nazionali ed europei, ministri e sottosegretari; 1.366 presidenti, assessori e consiglieri regionali; 4.258 presidenti, assessori e consiglieri provinciali; 138.619 sindaci, assessori e consiglieri comunali.
A questi vanno aggiunti gli oltre 12mila consiglieri circoscrizionali (8.845 nelle sole città capoluogo); 24mila membri dei consigli d’amministrazione delle 7mila società , enti e consorzi a partecipazione pubblica; quasi 318mila persone che hanno un incarico o una consulenza presso una qualche amministrazione.
E ancora: la massa del personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto dei ministri, sottosegretari, presidenti di regione e provincia, sindaci, assessori; i direttori delle Asl; i componenti dei consigli di amministrazione degli Ater.
E le spese?
Ogni anno i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un “sovrabbondante sistema istituzionale”, quantificabili in circa 6,4 miliardi.
In totale fa 24,7 miliardi.
Una somma che equivale al 12,6% del gettito Irpef, pari a 646 euro medi annui per contribuente.
Qualche voce: per il funzionamento degli organi dello Stato centrale, secondo il bilancio preventivo dello Stato, quest’anno i costi saranno di oltre 3,2 miliardi di euro. Per le società pubbliche o partecipate nel 2010 si sono spesi 2,5 miliardi di euro.
E per le consulenze?
Il costo nel 2009 è stata di ben 3 miliardi di euro.
Vladimiro Polchi
(da “La Repubblica“)
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