UN MINISTRO DEGLI INTERNI FA RISPETTARE LA LEGGE, NON VENDE PATACCHE COME IL MODELLO MILANO
GLI 80 SINDACI CHE SI SONO DICHIARATI DISPONIBILI ALL’ACCOGLIENZA DELLA QUOTA SPETTANTE DI PROFUGHI HANNO SOLO FATTO IL LORO DOVERE… I 50 SINDACI CHE NON RISPETTANO LE LEGGI DELLO STATO ITALIANO VANNO COMMISSARIATI: QUESTO VUOL DIRE GOVERNARE, LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI
“Quello firmato a Milano è un protocollo che può rappresentare un modello «per l’Italia e per l’Europa» e «può servire a superare i centri d’accoglienza».
Così il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha definito con enfasi il Protocollo per la distribuzione di migranti nei Comuni milanesi, firmato ieri in Prefettura a Milano.
In corso Monforte hanno sfilato 76 sindaci dell’hinterland e Beppe Sala per la firma ufficiale di quel documento che inaugura un nuovo «modello Milano» da esportazione, prima della marcia antirazzista «Insieme senza muri» che sabato farà sfilare diecimila persone.
«Noi sindaci – ha detto – la possiamo vedere in maniera diversa politicamente ma non si possono svincolare i problemi. Cioè girarci dall’altra parte».
Lamorgese ha comunque chiarito che «sono più di 80 i sindaci che hanno dato disponibilità alla firma» su 134 comuni che fanno parte dell’area metropolitana.
In cosa consiste questo protocollo? I sindaci si impegnano a trovare insieme alle associazioni di settore gli immobili, a dialogare con la cittadinanza e a mobilitare il volontariato per quanto riguarda i percorsi di integrazione.
La prefettura «farà da stazione appaltante e organizzerà un tavolo mensile di monitoraggio», ha spiegato il prefetto ricordando come l’ampliamento dell’accoglienza sia una delle sue priorità , e ringraziando a sua volta i primi cittadini firmatari.
In pratica quello che stanno già facendo in tutta Italia migliaia di Comuni: in base alla percentuale fissata profugo/abitanti del comune, i profughi vengono distribuiti in tutto il territorio nazionale con una piccola quota per comune.
Le prefetture individuano le location e gli enti che devono seguire i profughi nel percorso di domanda di rifugiato e provvedono (senza spese per i Comuni) al loro mantenimento fino alla decisione sulla loro richiesta di asilo.
Il tutto secondo le norme internazionali e le relative convenzioni firmate dal nostro Paese.
Pertanto Minniti, invece di parlare di “modello Milano” come di un’eccezione, dovrebbe preoccuparsi di quei 50 sindaci che hanno rifiutato di applicare una disposizione dello Stato italiano.
Un problema che si risolve in 48 ore: 1) si notifica il numero di profughi spettanti a questi 50 comuni indicando il sito individuato o eventuale altra alternativa 2) in caso di diniego scritto il sindaco viene immediatamente commissario dal governo , come è normale per un amministratore che viola le disposizioni statali.
Qualcuno pensa che ci sarebbero contestazioni in loco? Nessun problema, esiste il codice penale per chi viola la legge e la Guardia di finanza per verificare uno a uno la regolarità delle dichiarazioni dei redditi di ciascun cittadino.
Tranquilli che entro tre giorni tutti offrirebbero volentieri un caffè ai richiedenti asilo che incontrano per strada.
Il nostro Paese ha bisogno di un “modello Italia” non di un “modello Milano”: un modello fondato sulla legalità e sul rispetto della legge vigente.
Vale per i richiedenti asilo (chi sgarra va a casa con il primo aereo) ma vale anche per i sindaci che hanno precisi doveri.
Se a qualcuno non va bene, chiedano asilo politico a Putin: possono sempre provare cosa accade in Russia a chi non ottempera a una legge dello Stato…
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