UNGHERIA, SCANDALO PEGASUS E GIORNALISTI SPIATI DAL REGIME: L’OPPOSIZIONE CHIEDE LE DIMISSIONI DI ORBAN
LA PROCURA DI BUDAPEST APRE UN’INCHIESTA
L’ombra dello scandalo Pegasus in Ungheria diventa sempre più pressante anche sugli equilibri politici e sociali dello stato dell’Unione Europea.
Dopo le rivelazioni del consorzio di giornalisti non profit di Forbidden Stories, confermate anche da indagini indipendenti di Amnesty International, l’opposizione a Viktor Orban ha chiesto formalmente le dimissioni di tutto il governo guidato dal sovranista o, quantomeno, del ministro della Giustizia Judit Varga, accusato anche di aver risposto in maniera evasiva ai giornalisti rispetto alle domande su eventuali software utilizzati dall’Ungheria per controllare la stampa locale.
Attualmente, la procura di Budapest ha aperto un’inchiesta a partire dalle dichiarazioni rese dal consorzio di giornalisti, ma non ci si attende un particolare esito dalle autorità giudiziarie ungheresi.
Molto di più, invece, possono fare le autorità politiche legate all’opposizione, che possono portare il dibattito politico anche su questo fronte. In modo particolare, il principale oppositore – l’attuale sindaco di Budapest -, Gergely Karácsony, ha ribadito con forza la sua richiesta al governo di rendere una dichiarazione efficace su quanto accaduto e sulle accuse alle istituzioni di aver utilizzato lo spyware Pegasus per spiare alcuni giornalisti e attivisti ungheresi.
Il problema della libertà di stampa in Ungheria si sta ponendo da diverso tempo e, dopo lo scandalo Pegasus, sono state anche organizzate alcune manifestazioni di piazza, a cui hanno partecipato un migliaio di persone. Ma l’onda dello scandalo si sta allargando.
Il ministro della Giustizia ungherese, che per legge potrebbe anche avviare indagini e sorveglianza attraverso i servizi segreti senza autorizzazioni particolari, è stato interrogato in merito all’utilizzo di Pegasus da parte del suo governo. Al momento, non ha fornito informazioni specifiche, affermando tuttavia che strumenti di questo genere sono in uso in tutti gli apparati istituzionali del mondo. Una risposta che non può soddisfare l’opposizione ungherese, che continua a chiedere le dimissioni dei responsabili della sorveglianza a giornalisti e attivisti emersa in seguito al Pegasus Project.
(da agenzie)
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