VARIANTE INGLESE: COS’E’ E PERCHE’ E’ PIU’ PERICOLOSA
PIU’ CONTAGIOSA DAL 30 AL 50% E MORTALITA’ SUPERIORE DAL 30 AL 70%
Che cos’è la variante inglese?
La variante inglese del Covid-19, indicata con le sigle 20B/501YD1 oppure B.1.1.7, è caratterizzata da 23 mutazioni, 14 delle quali sono localizzate sulla proteina Spike del virus
Quando è comparsa per la prima volta?
E’ comparsa in Gran Bretagna in settembre ed è stata resa nota a metà di dicembre 2020. Finora è stata identificata in 33 Paesi, compresa l’Italia.
La mutazione rende il virus più contagioso?
La mutazione rilevata nella posizione 501 della proteina Spike rende il virus più contagioso dal 30% al 50% rispetto ad “altre varianti non preoccupanti” in circolazione e potrebbe avere una mortalità superiore dal 30% al 70%. E’ quanto indica il documento redatto dal New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (NEVRTAG), il gruppo di esperti britannico che assiste il governo nella gestione della pandemia.
Aumenta anche la mortalità ?
Analizzando i dati di 12 studi indipendenti condotti nel Regno Unito sulla variante inglese, indicata con la sigla B.1.1.7, il gruppo di esperti rileva che i dati non sono definitivi e dovranno essere ulteriormente analizzati poichè fra i diversi studi esistono differenze significative. In ogni caso, osservano, “queste analisi indicano che probabilmente la variante B.1.1.7 è associata a un aumento del rischio di ospedalizzazione e morte rispetto all’infezione da coronavirus non dovuta alla variante B.1.1. 7”. Ad oggi non è nota la causa della presunta letalità superiore della variante inglese, ma tra le ipotesi c’è quella di una maggiore carica virale nei pazienti infettati.
Quanto è diffusa in Italia?
La variante inglese è ormai diffusa nella maggior parte del territorio italiano, almeno nell’88% delle regioni secondo i risultati dell’indagine rapida condotta il 4 e 5 febbraio da Istituto Superiore di Sanità (Iss) e ministero della Salute.
In quali Regioni la variante è più diffusa?
In Italia si sono sviluppati alcuni focolai locali soprattutto in Abruzzo (oltre il 50% di prevalenza), Lombardia (si stima rappresenti il 30% dei positivi), in Veneto (il 20% dei tamponi), in Puglia (il 15,5% dei casi), in Umbria e Molise. E anche in Regioni ma con casi più sporadici.
I vaccini sono efficaci contro le varianti?
Dai primi studi infatti emerge che i vaccini Pfizer, Moderna e Astrazeneca funzionino contro questa particolare variante.
(da agenzie)
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