VENEZIA IN RIVOLTA CONTRO “IL CUBO” DI SANTA CHIARA
GLI ALBERGATORI E I CITTADINI SI DISSOCIANO GIUDICANDOLO “ORRIBILE”
Il «cubo» di Santa Chiara, la sua forma tozza e squadrata, non piace proprio a nessuno e il giorno dopo che la nuova ala dell’omonimo albergo di proprietà di Elio Dazzo è stata interamente scoperta, mostrando anche la facciata che dà su Piazzale Roma – dopo quella sul Canal Grande, fioccano – anche sulla “rete” – i commenti negativi e le dissociazioni sulla tormenta «nascita» di questo edificio, che con la sua forma squadrata in pietra bianca e la sua imponenza – pure approvate dalla Soprintendente uscente ai Beni architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello – cambia comunque profondamente l’immagine e l’aspetto della porta di ingresso di Venezia.
È esplicito l’attuale rettore di Architettura Amerigo Restucci, storico dell’Architettura del paesaggio.
«La volumetria dell’edificio è eccessiva» spiega «e la dissonanza con l’altra ala dell’hotel Santa Chiara, pure non memorabile, ma in linea con l’architettura veneziana, è stridente. Se la scelta, invece, è stata quella di realizzare un’opera di nuova architettura, bisognava evidentemente affidarsi ad altri interpreti e ad altre sensibilità , per forme e materiali. Quelli qui adoperati, andrebbero bene per l’ampliamento di una scuola media dell’hinterland milanese. Mi chiedo cosa avrebbe detto uno stimato soprintendente veneziano del paesaggio come Guglielmo Monti di un intervento come questo. Ci toccherà tenercelo e forse bisognerebbe suggerire alla prossima Biennale Architettura l’idea di lanciare un concorso di idee tra giovani progettisti per chiedere come “mimetizzarlo”».
Anche l’Associazione veneziana albergatori, con il suo direttore Claudio Scarpa – anche su Facebook – prende le distanze dal «nuovo» hotel Santa Chiara.
«È orribile» commenta Scarpa «Se penso ai nostri alberghi a cui la Soprintendenza contesta piccole violazioni fatte anche per abbellimento, rimango “basito”.
Progettare la modernità nei luoghi antichi è difficile, ma Hundertwasser, ad esempio, o Carlo Scarpa hanno dimostrato che è possibile.
Alla cittadinanza e alla stampa sottolineo che l’Associazione veneziana albergatori nulla a che vedere con l’hotel Santa Chiara».
Si dissocia anche l’ex assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Maggioni, che pure delle vicende del «cubo» di Santa Chiara ha dovuto necessariamente occuparsi.
Maggioni scrive su Facebook che «il cubo fa schifo», ma ricorda che la giunta precedente non ha avuto alcuna responsabilità sul suo via libera, sottolineando invece il ruolo, da questo punto di vista, della Soprintendenza che lo ha autorizzato.
Non c’è solo il «cubo» di Santa Chiara.
Sono diversi negli ultimi anni gli interventi di nuova architettura autorizzati e spesso strettamente seguiti dalla Soprintendenza veneziana che hanno suscitato aspre critiche
Il via libera al nuovo hotel Santa Chiara richiama la nuova filosofia autorizzativa impostasi negli ultimi anni, anche sotto il profilo della tutela, per gli interventi in città , – come riferiamo a parte – anche per altri progetti ammessi dalla Soprintendenza come quelli che riguardano la ristrutturazione del Fontego dei Tedeschi, la nuova pensilina per il tram di Piazzale Roma e i nuovi imbarcaderi «panoramici» dell’Actv.
Sul cubo di Santa Chiara in particolare Italia Nostra aveva lanciato anche una raccolta di firme contro la realizzazione del progetto.
(da “Huffingtonpost“)
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