VERDINI GUIDA LE DANZE, I RENZIANI BALBETTANO, GRASSO MOSTRA IL PELO SULLO STOMACO
ROTTA, RICHETTI E SCALFAROTTO IMBARAZZATI ALLA BUVETTE
Il “giardino” con Verdini inizia a puzzare. Alessia Rotta, iper renziana, è alla bouvette. Quasi le va di traverso il panino: “Ma chi lo vuole Verdini nel Pd… È un’ipotesi che non c’è. Vota le riforme, però, insomma, no”.
Finalmente: qualcuno che dice che è impresentabile? E dunque mai nemmeno alleati? A quel punto svicola: “Finisco il panino”.
L’olezzo degli “impresentabili” è nel sondaggio anticipato dall’HuffPost: il Pd che ora è al 32 per cento, perderebbe 7 punti con il gruppo di Verdini, anche in un’alleanza. Più l’ex plenipotenziario di Berlusconi si avvicina, più gli elettori fuggono dal giardino.
Ecco Richetti, renziano della prima ora: “Sì, il sondaggio l’ho visto. Il giorno che vedrò uno come Verdini fare una campagna elettorale con noi, dichiaro che non ho capito nulla della politica. Sono certo che quel giorno non arriverà ”.
Sono arrivati però i giorni in cui le truppe dell’ex braccio destro (e sinistro) di Berlusconi, rinviato a giudizio in processi pesanti — dalla bancarotta alla P3 — vota le riforme. E non solo.
Vincenzo D’Anna, uomo di punta della compagine verdiana, è uno che si definisce amico di Nicola Cosentino. Una volta dichiarò: “Cosentino è un brav’uomo, Saviano invece si è arricchito sulla camorra”.
A palazzo Madama, oggi ha scandito: “Il nostro leader non può che essere Renzi. Proseguiamo lungo la strada che può portare i moderati ed i liberali che si sentono estranei a questa cultura politica, all’interno di un nuovo schieramento che non può che scegliere Matteo Renzi come leader”.
Scusi, Richetti, dopo il sondaggio ha letto D’Anna? Silenzio. Imbarazzo.
Perchè gli impresentabili si sentono già nel giardino. E, tra i renziani, nessuno si sente di dire: “Non ti vogliamo”.
Lui, invece, Verdini si muove da capo. Telefona, rastrella parlamentari.
Domenica scorsa a Salerno, durante il convegno in cui è intervenuto alla festa di Scelta civica, ha bloccato Giacomo Portas, titolare di una lista di centrosinistra, I Moderati: “Giacomo, tu sei uno bravo. Dobbiamo metterci assieme. Tu hai la lista, ci metti la faccia, io sto dietro. Le risorse? Ci sono, non c’è problema”.
Offerta declinata. Poi dal palco Verdini ha attaccato il “camorrismo giornalistico”.
E non sono arrivate censure dal mondo renziano.
Valentina Paris è su un divanetto con la copia dell’Unità in mano. Formazione dalemiana, ora giovane turca.
“Guarda, ho appena riletto il discorso di Reichlin su Ingrao e la sinistra. Mi occupo di cose più alte rispetto a Verdini”.
Filtra su Dagospia che il cattivo odore del nuovo giardino sia arrivato a palazzo Chigi. Dove Lotti avrebbe chiesto a Verdini, con cui ha una consuetudine quotidiana, di non votare la riforma perchè ora i numeri ci sono e la situazione si sta facendo imbarazzante.
Ma Verdini avrebbe risposto che col cavolo che si mette da parte: ora vota e poi arriva il conto quando si rinnovano le commissioni.
Racconta Roberto Speranza: “Per i nostri Verdini e Cosentino sono roba dell’altro mondo. I volti più discutibili del berlusconismo. L’altro giorno ero a Livorno, alla Festa dell’Unità . Quando ho detto ‘mai con loro’ è venuta giù la sala. Te lo giuro, non sto esagerando. In giro vedi che quando li nomini escono i cuochi e i volontari dalle cucine incazzati neri”.
Ma i renziani svicolano sulla consuetudine che già c’è tra Verdini e Lotti, come se ci fosse un non detto.
Pure Graziano Delrio ha confessato a più di un parlamentare amico che questo è uno dei motivi che lo ha spinto ad allontanarsi da palazzo Chigi: l’inscalfibilità dell’asse toscano con Denis.
Francesco Boccia non riesce a capacitarsene: “L’abbraccio di Verdini è la rottamazione della rottamazione. Ora: ragioniamo. Questa roba che Verdini entra nel Pd è ovvio che non c’è. È come se uno decidesse di farsi esplodere una bomba in casa. E Renzi lo sa, mica è pazzo. Ma non sta in questi termini la questione. La questione è che nessuno risponde a una domanda: noi alle prossime elezioni pensiamo di essere alleati di una lista con questi? E alle amministrative Verdini e i suoi saranno degli alleati nostri? Io non li voglio. E una prospettiva del genere andrebbe discussa in un congresso. C’è un evidente problema di igiene politica”.
Svicolano i renziani. Ivan Scalfarotto spiega che “Verdini ha già votato le riforme, e quindi che male c’è”. E prevede: “Andremo da soli, come Pd. E la campagna elettorale sarà un voto su ciò che ha fatto il governo. Nè con Verdini, nè con Alfano”. Renzi, insomma, li userebbe e poi li getterebbe.
I confini tra la speranza e la certezza però sono labili.
Sentite Saverio Romano, ex ministro di Berlusconi ora con Verdini: “L’ipotesi su cui stiamo lavorando è una lista, i Moderati per Renzi, alleata del Pd”.
Perchè Verdini va raccontando che il premier cambierà , a quattro mesi dal voto, la legge elettorale.
Ma la domanda resta senza risposta: un sodalizio così forte finora con uno come Verdini si può rompere come se nulla fosse.
O questi mesi di consuetudine sono già troppo ingombranti? E la domanda, nel Palazzo è senza risposta.
(da “Huffingtonpost”)
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