VERDINI URLA IN FACCIA A SILVIO: “ORMAI IL NUMERO UNO E’ RENZI”
“QUANDO VERDINI AVEVA GUAI FINANZIARI SI E’ RIVOLTO A ME, ORA CHE HA PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA SI AFFIDA A RENZI”…VERSO ANTONIO TAJANI COORDINATORE
Lo strappo si consumato nel corso dell’ultimo incontro.
Quando Denis Verdini gli ha urlato in faccia: “Silvio, hai capito che ormai sei irrilevante e non contiamo più nulla? Non puoi vivere nella nostalgia di essere il numero 1. Ora il numero 1 è Renzi, tu puoi essere al massimo il numero 2”.
È stato a quel punto che Berlusconi, più che concavo, si è fatto convesso: “Forse non ci siamo capiti. Io con quel dittatorello non faccio patti. Diciamoci le cose in faccia. Quando te ne vai e fai i gruppi? Tanto è lì che vuoi arrivare”.
Ed evidentemente Berlusconi ha colto bene il punto, considerata la frase con cui Verdini, in versione sibilla fiorentina, si è congedato: “Resterai solo. Su questa posizione ti lasceranno tutti”.
È da quel momento che il granitico sodalizio tra i due si è rotto.
E i due complici di tante battaglie hanno iniziato a muoversi come capi di eserciti che si preparano alla battaglia finale. Tra loro.
Battaglia che per Verdini consiste nello svuotare Forza Italia portando le truppe nel Partito della Nazione di Renzi.
E per Berlusconi è una Forza Italia dove “Denis” non conti più nulla. E che torni competitiva col “dittatorello che sta a palazzo Chigi”.
Ormai Berlusconi è convinto che la politica non c’entra più nulla nella scelta di Verdini. Il suo ex plenipotenziario ha puntato su Renzi perchè lo considera la sua scialuppa di salvataggio.
A più di un amico l’ex premier ha consegnato questo ragionamento: “Così come quando aveva difficoltà economiche Denis stava con me, ora pensa che Renzi lo possa aiutare sulla giustizia”.
Già perchè il pluri-indagato ha diversi processi a carico, tra cui uno a Firenze, dove è rinviato a giudizio per associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta.
Proprio in merito al processo fiorentino i giornali, tempo fa, avevano pure raccolto voci di arresto.
Ecco, la paura della procura di Firenze sarebbe una delle molle alla base della manovra “fiorentina” di Verdini a livello Nazionale, anticipata da Sandro Bondi e Manuela Repetti.
Manovra che porterà , dopo le regionali, un drappello di verdiniani al misto, tappa intermedia (nelle intenzioni di Verdini) verso l’approdo definitivo del partito della Nazione.
Ed è proprio un partito senza Verdini e verdiniani il dossier che Berlusconi ha squadernato sul suo tavolo in queste settimane.
Agli enti locali, dove stava Matteoli che è amico di Verdini, ci ha messo Fiori, uomo di Bertolaso.
Alla comunicazione è arrivato pure Ruggieri, il nipote di Bruno Vespa con il compito di gestire le ospitate in tv. E con un’unica regola di ingaggio: cancellare dallo schermo Verdini e verdiniani.
Ora, il vero colpo a sorpresa è il nuovo coordinatore nazionale.
Berlusconi ha detto un mezzo sì all’ex commissario europeo Antonio Tajani, sponsorizzato da Gianni Letta. E non è un caso che proprio Tajani sia stato il regista del grande ritorno di Silvio a una cena del Ppe.
È una scelta però attorno a cui non si avverte un grande entusiasmo. Perchè in parecchi, dentro Forza Italia, e lo stesso Berlusconi, ricordano ancora quando Tajani, assieme all’allora capogruppo del Pdl a Strasburgo Mario Mauro, non lo difese più di tanto in Europa ai tempi del “complotto” del 2011 che lo portò alle dimissioni.
La verità è che, nell’ambito dell’operazione rinnovamento, l’ex premier vorrebbe puntare su Mara Carfagna.
Anche il suo nome è circolato come coordinatore: “Chi l’ha sovraesposta in queste settimane — sussurrano i ben informati — lo ha fatto per bruciarla”.
È comunque un dato di fatto che Berlusconi pensa che Mara sia cresciuta, funziona, buca il video.
Sia come sia, è evidente che il nuovo quartier generale chiamato alla rifondazione di Forza Italia, modello Repubblicani americani, non ha più le tracce nazareniche di Verdini.
Ed è solo in attesa di un leader, visto che il vecchio leone ha confidato a più di un amico che ormai ha intenzione di fare il “padre nobile”.
Proprio nei giorni in cui la “figlia nobile”, Marina con la sua uscita “maoista” (“la politica non è un pranzo di gala, ma le portate di Renzi sono avvelenate”) ha fatto sognare in molti dentro Forza Italia.
E, per l’ennesima volta, riparte il tormentone sulla discesa in campo di Marina.
(da “Huffingtonpost”)
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