VERONA, LA DIASPORA LEGHISTA E LE LITI SULLA FIDANZATA DI TOSI REGALANO UNA SPERANZA AL PD
IL SINDACO USCENTE TOSI GUIDA UNA LISTA CON IL SUO NOME, LA CANDIDATA SINDACO E’ LA SUA COMPAGNA, PATRIZIA BISINELLA
A Verona città d’arte cultura e turismo, con 15 milioni di presenze l’anno scorso tra l’Arena e il lago di Garda, la lirica conta molto anche alle elezioni.
Basta guardare la lista di Fratelli d’Italia che sostiene il candidato sindaco del centrodestra Federico Sboarina, dove gorgheggia la soprano Cecilia Gasdia: «Ne ho cantate parecchie, gliene canteremo tante».
C’è solo da scegliere dove indirizzare l’acuto a Verona: manca un assessore della Cultura da 5 anni, la fondazione Arena è commissariata da un anno, in città si litiga di brutto sulla copertura del teatro per cui il patron di Calzedonia Sandro Veronesi ha messo sul piatto 13 milioni di euro e si ironizza su Patrizia Bisinella candidata di Fare! che vorrebbe qui le Olimpiadi del 2028.
Quello di coprire l’Arena era il pallino di Flavio Tosi, sindaco ex leghista che poi si è dato da fare col suo movimento Fare! Dopo due irripetibili successi elettorali – era diventato sindaco al primo turno nel 2007 col 61% dei voti, nel 2012 con oltre il 57% – e mancando la possibilità di correre per un terzo mandato, Flavio Tosi ora guida una lista col suo nome che facilmente lo porterà come consigliere comunale a Palazzo Barbieri.
Anche se i maligni dicono che punterebbe a Palazzo Balbi, sede della Regione dove regna il suo ex amico Luca Zaia.
Flavio non è l’unico dei Tosi in campagna elettorale. Sua sorella Barbara è nella lista Tosi. La sua compagna Patrizia Bisinella, senatrice di Fare!, è la candidata sindaco della coalizione con un bel po’ di liste civiche.
Le ironie su di lei si sono ovviamente sprecate. Patrizia Bisinella tira dritto: «Mi hanno attaccato solo gli uomini politici degli altri schieramenti. La gente mi conosce e sa quanto valgo». Sarà anche vero. Ma in Regione Veneto due consiglieri regionali di Fare! hanno fatto una capriola e si sono riavvicinati a Luca Zaia.
Durissimi contro la signora Tosi, Andrea Bassi e Stefano Casali: «Sbagliato candidare a sindaco la propria fidanzata. Nulla di personale ma lei è pure di Castelfranco Veneto e vive a Verona solo da 3 anni».
Duri a morire i campanili nel Veneto. La Dc dei tempi d’oro non c’è più. Ma la pancia è sempre quella.
Patrizia Bisinella lancia Verona per le Olimpiadi del 2028 o del 2032: «Roma non ha saputo cogliere l’occasione. Se vogliamo rilanciare la città in una dimensione internazionale questa è la strada».
Il candidato sindaco del centrodestra Federico Sboarina picchia duro: «Già che ci siamo facciamo quelle invernali sulle Torricelle, le colline che attraversano la città ». In realtà la cosa non è da ridere. Perchè sullo sviluppo e sul cemento a Verona Flavio Tosi ci ha costruito 10 anni da sindaco.
In ballo ci sono il recupero dei 500 mila metri quadrati dello scalo ferroviario di Porta Nuova per il villaggio olimpico. La costruzione delle gallerie nell’area Nord della città per completare la tangenziale. E l’avanzatissimo progetto dei centri commerciali nella zona Sud.
I 5Stelle bocciano i progetti su tutta la linea come dice il loro candidato Alessandro Gennari: «Preferiamo puntare su cultura e innovazione. La nostra area elettorale qui è moderata come a Torino».
Troppo cemento non piace nemmeno a Orietta Salemi, la candidata del centrosinistra che siede in Regione dopo un passato di insegnante di greco e latino: «Si è fatto tutto guardando solo agli affari. Anche la copertura dell’Arena non è fondamentale. Quella di Tosi è stata un’occasione persa. Bisogna rimettere in circolo le energie di questa città ».
La candidata del centrosinistra, insieme a quella di Fare! e al candidato del centrodestra, ha buone chance di andare al ballottaggio.
Sempre che non si metta di traverso Michele Bertucco con le sue liste civiche.
Era il più forte antagonista di Flavio Tosi in consiglio. Ha sbattuto la porta del Pd dopo aver votato no al referendum ma i suoi voti non è disposto a regalarli: «Non sono rancoroso ma per il ballottaggio meglio patti chiari e programma sul tavolo». L’impressione è che a Verona la politica nazionale conti poco.
Federico Sboarina, il candidato del centrodestra che viene dal rugby e da An, è sostenuto senza dubbi da Forza Italia ed è stato benedetto pure da Matteo Salvini del quale ha ovviamente sposato temi forti: «Vogliamo una città più sicura e chi viene qui rispetti le nostre regole e le nostre tradizioni».
Superato solo dal sindaco in scadenza che ha confessato di dormire con la pistola sul comodino.
(da “La Stampa”)
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