VERONICA DESALU, MADRE DELL’ORO OLIMPICO FAUSTO: “I PRIMI ANNI IN ITALIA RACCOGLIEVO POMODORI”
“A FAUSTO HO FATTO CAPIRE CHE SI POSSONO SPENDERE SOLO I SOLDI CHE SI GUADAGNANO E CHE LE SCARPE SI CAMBIANO SOLO QUANDO QUELLE VECCHIE SI ROMPONO”
Ci sono storie di ordinaria e dignitosa quotidianità che diventano improvvisamente straordinarie. È il caso della signora Veronica Desalu, madre dello sprinter oro nella staffetta 4×100 Eseosa Fostine Desalu, balzata alle cronache nazionali dopo aver declinato l’invito a partecipare alla trasmissione di Rai 2 Il circolo degli anelli perché impegnata sul lavoro, come badante.
Ed è a lei che il figlio Fausto ha dedicato la vittoria a Tokyo 2020, ricordando tutti i sacrifici e sforzi fatti per crescerlo da sola dopo l’abbandono improvviso del marito. «Adesso finalmente posso sdebitarmi con mia madre: finalmente ho raggiunto un risultato importante, se lo merita. Si è fatta un mazzo per me da sola – ha commentato il velocista subito dopo la gara. Quando gli amici a scuola avevano scarpe fighe io dicevo: “Le voglio”. Lei mi rispondeva: “Non posso”. Crescendo comprendi il valore del denaro e dei sacrifici. Posso solo dirle grazie».
La signora Desalu, infatti, è partita trent’anni fa dalla Nigeria per seguire il marito in Italia: «Ero alla ricerca – racconta in un’intervista al Corriere della Sera – di una vita migliore per tutti noi. Avevo già una figlia, che oggi ha 31 anni e vive in Africa, qui è nato Fausto, ma due anni dopo suo padre ci ha mollati tutti di colpo ed è tornato in Nigeria. Sono stati momenti difficili».
Un addio doloroso anche per il figlio Fausto, che dopo aver iniziato a vincere diverse gare, ricontattato dal padre, «non ne ha voluto sapere» di ritornare in contatto con lui, racconta sconsolata la madre.
E dopo esser rimasta sola, la signora Desalu, per poter crescere “Faustino” e prima di diventar badante, ha «raccolto pomodori, lavorato nei caseifici come operaia e ancora in una casa di riposo», permettendo al figlio di poter iniziare a cimentarsi con l’atletica. Dopodiché «i dirigenti della “Interflumina” la società di qui (Casalmaggiore, nel cremonese) si sono accorti che Fusto era bravo. E pur di garantire che lui continuasse con lo sport mi hanno aiutato a trovare questa casa e un lavoro».
Ma dal principio sino alla raggiungimento del gradino più alto del podio delle Olimpiadi non son svaniti i ricordi, né i sacrifici compiuti. «A Fausto ho fatto capire che si possono spendere solo i soldi che guadagna – racconta ancora la signora Desalu – e che le scarpe si cambiano solo quando quelle vecchie si rompono».
La passione per lo sport, in famiglia, ha radici che arrivano dalla madre. Già perché anche la signora Veronica è stata un’atleta, in passato.
E racconta: «In Nigeria giocavo a basket e volley, ma mia madre non voleva: “Sei un donna, se fai quelle cose non ti crescerà il seno e non avrai figli”. E così ho smesso».
E la signora Desalu infine confida: «Faustino non mi ha mai dato preoccupazioni. Solo una marachella: una volta a scuola prese un brutto voto. Lui lo cambiò a mano, ma subito riconobbe l’errore e chiese scusa».
Insomma, al rientro da Tokyo 2020, previsto per lunedì, verrà comunque tempo di festeggiare dopo tanta abnegazione: «Vorrei accoglierlo con una torta anche se lui può mangiare solo carboidrati. Non importa, magari possiamo fare uno strappo…».
E che strappo sia. Ma dolce e gioioso, finalmente.
(da agenzie)
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