VIA AL RISIKO DEI CENTRISTI: PER L’INTESA CON FORZA ITALIA SPUNTANO I COSSIGHIANI
DA CASINI A QUAGLIARIELLO, TUTTE LE MOSSE IN VISTA DEL VOTO
«Questo centrodestra è in evoluzione. E non ci saranno soltanto i democristiani che porteranno lo scudo crociato. Sta per nascere anche una forza federata d’ispirazione cossighiana…».
Nella geopolitica dei centristi che stanno per posizionarsi ai blocchi di partenza delle prossime elezioni non ci sono soltanto i soliti noti.
A fari spenti, mentre l’attenzione dei più si concentra sulla diaspora tra ex diccì, l’ex ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello confida agli amici l’orizzonte del nuovo progetto che sta per prendere forma. «D’ispirazione cossighiana», quindi ancorato alle radici cristiane ma anche laico, di governo ma anche di battaglia, riformista ma a suo modo anche rivoluzionario, com’era appunto il «picconatore» Cossiga. I «picconatori» saranno la quinta gamba del centrodestra. Centristi, sì. Ma non troppo.
Il progetto
Ufficialmente i protagonisti di questa avventura sono ancora alla tattica. Dietro le quinte, però, la loro strategia sarebbe già stata messa a punto. Tanto che avrebbero addirittura trovato un nome per la loro lista, al momento top secret.
Del progetto, oltre al Movimento Idea di Quagliariello, potrebbero far parte Enrico Zanetti (Scelta civica), forse Raffaele Fitto, senz’altro l’ex ministro Enrico Costa più una serie di movimenti e figure civiche che vanno dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza al neogovernatore siciliano Nello Musumeci, passando per liste locali che stanno tanto al Nord («Progetto Friuli-Venezia Giulia» di Sergio Bini e «Verona domani») quanto al Sud (Idea Sicilia di Roberto Lagalla e Saverio Romano). Alla pattuglia, ma questo è un discorso ancora prematuro, potrebbe agganciarsi anche il «Rinascimento» di Giulio Tremonti, Vittorio Sgarbi e Paolo Naccarato, che comunque non disdegna l’ipotesi di correre da solo.
Dopo il voto in Sicilia
Che sia colpa degli oscuri presagi post elezioni siciliane, o che sia l’effetto collaterale di sondaggi non proprio lusinghieri, resta il fatto che – a differenza del recente passato – i centristi sembrano in fuga dalla galassia guidata dal Pd.
A presidiare quel pezzetto di territorio rimane per ora soltanto Pier Ferdinando Casini, accompagnato dal ministro Gian Luca Galletti.
In scia potrebbe esserci Angelino Alfano, che pospone l’ipotesi di correre da solo a quella di dialogare col Nazareno. Al contrario del suo compagno di partito Maurizio Lupi, che in alternativa alla costruzione di un «nuovo polo centrista» valuterebbe soltanto il ritorno nel centrodestra.
Il tutto mentre, alla sinistra del Pd, ci sono pezzi da Novanta della Balena Bianca (Ciriaco De Mita) che sperano nella nascita di un centrosinistra de-renzizzato.
Fuori da tutti i poli, al momento, c’è soltanto Stefano Parisi, che ha posizionato la sua Energie per l’Italia lontano da tutto e tutti. Nell’ombra, sullo sfondo, c’è Denis Verdini.
Tre settimane fa Berlusconi avrebbe mandato in avanscoperta alcuni dei suoi, compreso Fedele Confalonieri, per provare a riportare il leader di Ala nei confini del centrodestra. L’obiettivo era quello di affidargli il compito delicato di coordinare le liste e candidature, dentro ma soprattutto fuori da FI.
Ma l’accordo, al momento, non si è trovato. E il senatore toscano, a meno di colpi di scena, potrebbe rimanere nei paraggi di Renzi. A lavorare alla gamba centrista del Pd, magari, insieme a Casini.
(da “il Corriere della Sera”)
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