VIAGGI E OSTRICHE NEGLI SCONTRINI DELLA LEGA: IPOTIZZATO IL REATO DI PECULATO PER IL VICE DI SALVINI
CONTESTATE GITE NEI GIORNI FESTIVI E UN CENONE DI CAPODANNO AI TRE CONSIGLIERI REGIONALI DELA LIGURIA
Giustificate come rimborsi legati all’attività istituzionale ci sono viaggi in montagna, una mangiata di ostriche al Cafè de Turin di Nizza e numerose gite fuori porta, nei weekend, a Pasqua, il 25 aprile e il Primo Maggio.
Lavoravano senza guardare il calendario i consiglieri della Lega Nord, come parrebbe suggerire anche un cenone di Capodanno, pagato con soldi dei contribuenti.
A far luce sui bilanci del Carroccio è la relazione che la Guardia di Finanza ha inviato alla Procura alcuni giorni fa.
Nel calderone dei conti leghisti c’è più di uno scontrino difficile da spiegare, per lo più pasti e soggiorni (spesso nei fine settimana o in giornate festive) in Italia e all’estero.
La relazione ora mette nei guai anche i rappresentanti del partito del Nord in Regione, Francesco Bruzzone, il nuovo capogruppo Maurizio Torterolo ed Edoardo Rixi, capogruppo nel periodo sotto esame, nonchè vicesegretario nazionale del movimento e scelto da Matteo Salvini come candidato governatore alle prossime elezioni liguri.
Le Fiamme Gialle li ha denunciati nell’ambito dell’inchiesta sulle spese pazze per peculato. In un caso viene ipotizzato anche il reato di falso, per la modifica di alcune ricevute.
La gestione contestata va dal 2010 al 2012.
L’elenco di voci sospette è lungo.
Si va dai pernottamenti in località montane come Courmayeur, in Valle D’Aosta, e Limone, in Piemonte, a un agriturismo per due a Cogne, passando per alberghi in città d’arte come Venezia e Pisa.
Ad attirare l’attenzione dei militari sono soprattutto le date delle ricevute, che spesso collocano i viaggi al sabato e domenica.
Nel budget regionale sono finiti anche 84 scontrini in uno stesso ristorante di Savona, cene a Mondovì, menù per bambini, pranzi a Pasqua, Epifania e Ferragosto, e una notte passata in un motel di Broni, in Provincia di Pavia.
Altro capitolo invece riguarda i regali di Natale, altra questione che aveva già pesato su altri partiti coinvolti nella stessa indagine: agende, libri, grappe e bottiglie di spumante sono state pagate dai cittadini.
Gli acquisti vanno dalle poche centinaia di euro fino ad oltre 10mila euro.
La linea fin qui adottata dalla Procura ha quasi sempre messo nel mirino i capigruppo titolari della rendicontazione nelle annualità in cui c’erano spese «anomale» (Rixi è stato uno di questi,enon va dimenticato che la Lega alterna con una certa regolarità l’incarico): l’ultimo, in ordine di tempo, era stato Antonino Miceli del Partito democratico, chiamato a rispondere di peculato poichè le uscite dal tesoretto dem alimentato con fondi pubblici non erano “tracciabili” singolarmente.
Ancora: nell’aprile di quest’anno già la Corte dei conti- branca contabile della magistratura – aveva stigmatizzato il comportamento della Lega Nord in materia di rimborsi.
Il Carroccio ha restituito buona parte dei denari dopo le prime contestazioni, ma potrebbe non essere sufficiente sul piano penale
Fino a questo momento sono 17 (di cui 14 fra consiglieri, o ex, regionali) le persone indagate nell’affaire spese pazze.
(da “il Secolo XIX“)
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