VINCO IO, PERDETE VOI. DI MAIO CANTA VITTORIA SUL REFERENDUM E SCARICA SU CRIMI LA DEBACLE ALLE REGIONALI
“POTEVANO ESSERE ORGANIZZATE CON UN’ALTRA STRATEGIA”
Luigi Di Maio si prende la scena e personalizza il risultato referendario: “Il ‘no’ era per colpire il sottoscritto”. Si presenta, pur non avendo ufficialmente una carica all’interno del partito, nella sala della Lupa di Montecitorio per parlare di fronte alle telecamere. Sono da poco trascorse le cinque del pomeriggio, è ormai assodata la vittoria del Sì al referendum e non è ancora iniziato lo spoglio delle regionali. È il momento perfetto per l’ex capo politico che vuol tornare a parlare da leader del Movimento.
Si attesta la vittoria referendaria e scarica sugli altri le probabili sconfitte locali: “Sono molto orgoglioso del risultato del referendum. Le regionali invece potevano essere organizzate diversamente e anche nel Movimento con un’altra strategia”. Il missile va nella direzione di Vito Crimi, nonostante ufficialmente gli venga rinnovata la fiducia. In realtà il ministro degli Esteri apre il congresso del partito, nel giorno in cui riesce a portare a casa con percentuali vicine al 70 una bandiera così identitaria per il Movimento.
Si profila infatti una netta vittoria del Sì, con circa il 70% degli elettori che ha confermato la riduzione del numero dei parlamentari. Un taglio di 345 eletti, con i senatori che scendono dagli attuali 315 a 200 complessivi, mentre i deputati vengono ridotti da 600 a 400. Un risultato che blinda la maggioranza, con i partiti che sostengono il governo schierati per il Sì (anche se Iv ha lasciato libertà di voto, pur avendo votato la riforma nell’ultimo passaggio parlamentare)
Ma la vittoria del Sì blinda almeno fino alla prossima primavera anche la legislatura: occorrono infatti due mesi per la ridefinizione dei collegi, a seguito del nuovo assetto del parlamento. Dopodichè si entra nel vivo della sessione di Bilancio e a gennaio la Commissione Ue vuole i progetti del Recovery Fund. Dunque, la prima possibile finestra elettorale si aprirebbe solo da febbraio e fino a fine luglio, quando scatterà il semestre bianco, periodo in cui non si possono sciogliere le Camere. E con la serenità che il governo almeno per un po’ non dovrà smobilitare, nel Movimento si aprano gli Stati generali con Di Maio tornato sulla scena.
(da “Huffingtonpost”)
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