VIRGINIA SOPRAVVIVE ANCHE A BERDINI: E’ LA SUPER ATTAK ALLA POLTRONA
RAGGI CEDE AGLI EMISSARI DI GRILLO E NON SILURA L’ASSESSORE, MA DI FATTO LO COMMISSARIA…E ORA, CON LO STADIO, VEDIAMO COME FINISCE LA FAVOLA “NESSUN FAVORE AI PALAZZINARI”
“Ma come si permette?”. Virginia Raggi è furibonda. Vuole cacciare immediatamente l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini che, in un colloquio con La Stampa, non solo la ha etichettata come una sindaca “impreparata e circondata da una banda” ma a proposito del rapporto con l’ex capo della segreteria Salvatore Romeo dice: “Sono proprio sprovveduti. Questi secondo me erano amanti. L’ho sospettato fin dai primi giorni. Mi chiedevo come mai questo rapporto?”.
A Palazzo Senatorio il tira e molla su Berdini va avanti tutta la giornata. I vertici chiedono alla sindaca di prendere tempo, lei accetta ma ottiene nei fatti il commissariamento dell’assessore.
La giornata delirante inizia con le sfuriate e finisce con Romeo sentito in Procura nell’ambito dell’inchiesta sulla sua nomina e anche sulle polizze vita intestate al primo cittadino.
In mattinata Raggi arriva in Campidoglio, si ferma a parlare con i cronisti, nera in volto per la rabbia: “Mi aspetto una smentita da Berdini”.
Una smentita vera e propria non arriverà mai. L’assessore attacca il cronista definendolo un “piccolo mascalzone” che ha rubato e contraffatto frasi che l’assessore ha scambiato con amici.
Ma il giornalista Federico Capurso replica che “è stato un faccia a faccia, io e lui, io mi sono presentato come giornalista”. Esiste l’audio della conversazione e il sito lo pubblica in serata.Insomma Berdini è nei guai.
All’ora di pranzo, in Campidoglio, in tanti danno l’assessore all’Urbanistica fuori dalla squadra. Con la sindaca in realtà non si sono mai presi, anzi la vicenda dello Stadio della As Roma li ha sempre divisi.
Da un lato Berdini che lo ha subito ostacolato a causa delle cubature troppo ampie e dall’altro il sindaco che anche oggi ha ribadito di non essersi mai espressa nel merito. E quest’ultimo concetto non è caso se viene ribadito proprio oggi.
A palazzo Senatorio, sotto choc, non si parla d’altro. “Così ci danneggia e non fa squadra”, dice più di un consigliere: “È evidente che non sta portando avanti un gioco di squadra, rilascia dichiarazioni più vicine alle opinioni personali che non allo spirito di squadra”.
Intanto il sindaco sta consultando i vertici del Movimento per decidere insieme cosa fare. Lei lo vorrebbe mandar via, ma Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, gli emissari di Beppe Grillo a Palazzo Senatorio, frenano.
Inizia un giro di telefonate tra Roma-Genova-Milano, quindi tra Raggi, Grillo e Casaleggio. “Adesso non c’è un sostituto, sarebbe un problema non avere l’assessore e dover ricominciare tutto dall’inizio”, questo è il ragionamento che viene fatto.
In più, poche ore dopo, è in programma un’importante conferenza stampa con Luigi Di Maio e i sindaci per presentare una nuova piattaforma dei Comuni: la cacciata dell’ennesimo assessore sarebbe un modo per rovinare la festa.
Quindi: tempo. Berdini arriva in Campidoglio, si vede con la sindaca, un incontro ristretto. Lui chiede scusa, è mortificato. “In ginocchio sui ceci e con il capo cosparso di cenere”, lo descriverà la sindaca che ne approfitta per la stoccata.
Qualcuno dice in lacrime, rimette il mandato nelle mani del sindaco, ma lei respinge le dimissioni ma con riserva.
Cosa significa? “Ho respinto le dimissioni con riserva perchè Roma sta affrontando temi complessi, come i piani di zona o lo stadio. Non voleva dire quelle parole, non le pensa”.
Sta di fatto che adesso Berdini è un assessore dimezzato e Raggi, che in fondo con lui è sempre andata allo scontro, ha la libertà di decidere soprattutto sulla vicenda dello Stadio, immaginate come.
(da “Huffingtonpost”)
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