VOLI DI STATO: ALFANO IL TRASVOLATORE, HABITUEE’ DELL’AEREO BLU
FALLITA LA SPENDING ALATA, QUANTO COSTA L’AIR FORCE RENZI
Voli di Stato. Spesso per ragioni non istituzionali.
In un’inchiesta il quotidiano la Repubblica rivela una sorta di classifica dei viaggi dei ministri a bordo degli aerei blu. Con una leggera riduzione nel passaggio dal governo di Matteo Renzi a quello guidato da Paolo Gentiloni.
Su e giù per i cieli di mezzo mondo, lungo itinerari che quasi una volta su due lo portano nella sua Sicilia. Tutto con i voli di Stato.
Ad Angelino Alfano spetta di diritto il titolo di frequent flyer istituzionale: è in cima alla classifica dei ministri che si servono dell’ “aereo blu”.
Da agosto a oggi il ministro degli Esteri si è imbarcato 68 volte sugli aerei messi a disposizione dalla presidenza del Consiglio. Nessuno come lui: il premier Gentiloni, fino al 12 dicembre (quando ha assunto l’attuale carica e, in base alle norme, non deve più far registrare l’utilizzo dei voli di Stato), si ferma a 43, la ministra della Difesa Roberta Pinotti a 31.
Al quarto posto il ministro Claudio De Vincenti, titolare della Coesione Territoriale, che si è spostato venti volte da un punto all’altro dello Stivale.
Poi il Guardasigilli Andrea Orlando (12), il titolare dello Sviluppo Economico Carlo Calenda (11) e il ministro dell’Interno Marco Minniti, che dalla nomina di metà dicembre a oggi ha preso 10 volte il volo di Stato.
La flotta è sempre tra le nuvole. In media, dalla scorsa estate, più di un decollo al giorno. Anche se con il governo Gentiloni la media si è abbassata: da 1,25 a 0,75 voli ogni 24 ore.
Non sempre si tratta di voli istituzionali, ma spesso anche di viaggi di ritorno nella propria residenza lontana da Roma.
Sette dei dieci voli di Minniti, ad esempio, sono stati effettuati da e per Reggio Calabria. Mentre Genova è in cima alle destinazioni raggiunte da Pinotti.
Ma Alfano batte tutti: per 27 volte su 68 ha utilizzato l’ “aereo blu” per tornare nell’isola del cuore.
In otto occasioni ciò è accaduto in periodi che, a leggere agenzie, giornali e siti web, non comprendono impegni pubblici. Puntate a casa in tempo di vacanza, come quella fra il 22 e il 24 agosto, ritagliata fra il Meeting di Rimini e la visita ai terremotati di Arquata, o fra il 26 e il 30 dello stesso mese.
Oppure, ancora, quella fra il 30 settembre e il 1° ottobre, arrivo a Trapani e ripartenza da Catania e il 1° novem-bre, festività di Ognissanti (Roma- Catania).
Il ministro dell’Interno è di nuovo in Sicilia nei primi giorni dell’anno, fra il 2 e il 4 gennaio (Roma-Catania e ritorno) e a cavallo dell’Epifania (Roma-Trapani e Palermo-Roma).
Alfano sbarca a Trapani e rientra nella capitale da Palermo anche nella domenica del referendum istituzionale e nei giorni della crisi di governo: il 7 dicembre scappa a Trapani dopo la direzione Ncd e fa ritorno a Roma il 10 per le consultazioni al Quirinale.
Sono una destinazione frequente, gli aeroporti dell’Isola, anche per impegni che non sono istituzionali ma politici.
In un altro articolo, sempre pubblicato su Repubblica, si spiega come sia fallita anche la spending review sui jet messi in vendita e poi invece passati alla flotta vip degli 007.
Nell’agosto 2013 il premier Enrico Letta ha annunciato: “Abbiamo deciso di vendere tre dei dieci aerei di Stato, contiamo di ottenere un risparmio di circa 50 milioni”. Intento meritorio, quanto vano: nessuno li ha voluti comprare.
Da allora un Airbus 319 da 50 posti resta parcheggiato. È stato già offerto sul mercato due volte ed è stata appena bandita una nuova asta: si parte da 16,8 milioni.
Non pochi per un bimotore con 17 anni sulle spalle, che però è stato revisionato nel 2010.
Altrettanto ardua la vendita di due eleganti trimotori Dassault Falcon 900, il bestseller dei jet d’affari.
Forse un po’ vecchiotti, risalgono al 1999, ma in ottime condizioni. Un anno fa, al secondo tentativo, il prezzo è stato abbassato a 7 milioni e 200 mila. Senza che nessuno si facesse avanti.
E allora? Stando a quello che ha ricostruito Repubblica, la coppia di Falchi ha cambiato comunque proprietario. È stata ceduta a un’azienda privata: la Cai, ossia Compagnia Aeronautica Italiana, che tutti conoscono come società ombra dei nostri 007.
Sono le ali delle missioni più segrete, una squadriglia che ha attraversato le trame nazionali nella massima discrezione: il più famoso dei loro jet era immatricolato I-FICV, sigla letta come “Fatevi i cavoli vostri”.
(da “Huffingtonpost”)
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