“LIBERO†PUBBLICA FOTO E INDIRIZZO DEI “TRADITORI†FINIANI: SIAMO ALLA LISTA DI PROSCRIZIONE E ALL’ISTIGAZIONE ALL’ODIO
L’ARROGANZA DEL POTERE DEI MISERABILI SI ESPRIME CON L’INVITO A “MANIFESTARE LA PROPRIA RABBIA” CONTRO CHI HA IDEE DIVERSE… COME MAI BELPIETRO NON CI HA PIU’ FATTO SAPERE NULLA DEL SUO MISTERIOSO ATTENTATORE?… PUBBLICHIAMO LA RISPOSTA DI FAREFUTURO
«Cari traditori, qui sotto trovate la vostra foto e il vostro indirizzo e-mail della Camera». Mancava solo l’indirizzo dell’appartamento.
E gli orari di entrata e uscita da casa.
E qualche consiglio su come “agire”.
Così su Libero di oggi Maurizio Belpietro “commenta” la presentazione della mozione di sfiducia al governo presentata ieri da Casini, Fini, Rutelli e gli altri.
La commenta con la pubblicazione in prima pagina dei profili e degli indirizzi di posta elettronica dei deputati di Futuro e libertà e del gruppo misto che hanno sottoscritto il documento.
L’obiettivo? A parole, un invito ai lettori a scrivere, a “manifestare” in caso di sfiducia la propria rabbia contro questi.
In realtà la lista di proscrizione è bella e servita.
Presentata come letterina ma inquietante come un avvertimento.
E che ciò possa comportare qualcosa di “diverso” dalla semplice indignazione, al direttore di Libero non sembra preoccupare più di tanto: «A noi importa un fico secco».
Già in fondo, calata giù la maschera, è questo il vero aspetto di un’intera classe dirigente. L’arroganza mista all’incoscienza.
Ma anche un disprezzo sempre più malcelato per le istituzioni e per i contrappesi.
Lo si è visto con l’intemerata del coordinatore del Pdl Denis Verdini contro il presidente della Repubblica, recitata come un coro da stadio: di Napolitano? «Politicamente ce ne freghiamo».
O con il “trattamento” che è stato riservato a chi, come Fini, si è permesso di dissentire dalla linea del partito.
O con la magistratura, denigrata come un agente affiliato alla sinistra.
O con chi, facendo il proprio mestiere di giornalista cattolico, ha solo osato criticare la condotta morale del capo dell’esecutivo.
Di tutto questo nulla viene detto in questa “letterina”.
Nè sui problemi irrisolti come quello dei rifiuti di Napoli, sulla crisi economica, sui crolli dei monumenti storici, sui retroscena emersi da WikiLeaks.
Nè sul fatto, ad esempio, che intere categorie sociali siano in piazza.
No, la colpa di tutto questo è dei “ribaltonisti”, dei “traditori” (che tra un po’ diventeranno “badogliani”).
Nessun contenuto, nessuna analisi sul perchè ciò sia accaduto.
Solo richiami irrazionali a categorie politiche che appartengono al peggiore Novecento.
Solo emotività laddove invece sarebbe opportuno un’assunzione (magari minima, solo un accenno) di responsabilità .
E cosa c’è di meglio di una bella lista, con tanto di facce, per addossare agli altri la promessa che si è disattesa?
Cosa c’è di più semplice che indicare nel “prossimo tuo” il colpevole del fallimento politico di un quindicennio?
«Molti di loro erano sconosciuti», spiega Libero riferendosi ai deputati finiani.
Ancora una volta, rispetto al vincolo con il programma, viene anteposto quello personale con il premier.
Quasi che siano state esclusivamente le proprietà taumaturgiche di Berlusconi a legittimare un intero mondo.
Una concezione feudale dei rapporti politici, che è ontologicamente altra dal principio democratico di responsabilità personale.
I risultati di tutto questo? Iniziano a essere drammaticamente reali: una ragazzina aggredita in pieno centro a Roma perchè sulla giacca esibisce una spilletta di Generazione Italia, un ex Pdl adesso esponente di Fli picchiato a Riccione dai militanti del partito dell’Amore e in generale un imbarbarimento del confronto politico che preoccupa categorie produttive e partner internazionali.
Che cosa dimostra questo?
Che siamo dinanzi a un potere in scadenza di contratto che si contorce nella stessa rete che ha creato e che, come un grosso tonno in affanno, per la disperazione si agita e ferisce a morte tutti gli altri pesci.
Perchè, è chiaro, quando non si ha davvero più nulla da dire ciò che rimane è cercare di tappare la bocca agli altri.
A questo servono le liste di proscrizione.
Anche quelle che celate “letterine”.
È successo proprio questo, quando si chiama Libero ma in realtà è un manganello…
Antonio Rapisarda
Farefuturoweb
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