1000 EURO AI DISOCCUPATI: MA SOLO SE HANNO IL BOLLINO BLU
A TREVISO LA PROVINCIA HA VARATO UN FONDO A SOSTEGNO DI CHI PERDE IL LAVORO… IL BONUS DI MILLE EURO VA PERO’ SOLO AI TREVIGIANI DOC: ESCLUSI NON SOLO GLI IMMIGRATI, MA ANCHE CHI NON ABITA NELLA MARCA DA ALMENO 5 ANNI… PER LA LEGA QUESTI NON HANNO BISOGNO DI MANGIARE
Mentre il sindaco sceriffo Gentilini fa pagare il libro delle sue epiche gesta al contribuente ( 10.000 euro stanziati da parte del Comune di Treviso per stampare la sua “opera prima”), la Provincia di Treviso, oscurata dall’attivismo del Comune, per conquistare la scena e non essere da meno, ha preso una iniziativa buona in sè, se non fosse poi per il suo pessimo svolgimento, come l’insegnante di una volta commentava spesso un tema elaborato malamente.
L’Ente trevigiano ha, infatti, varato un fondo a sostegno delle famiglie “vittime della congiuntura economica”, una delle tante iniziative volte a venire incontro a chi ha perso in questi mesi un lavoro sicuro.
Se nonchè il bonus ai licenziati andrà soltanto ai trevigiani doc.
Il fondo è stato realizzato per chi ha perso il lavoro negli ultimi sei mesi: si tratta di un contributo una tantum di mille euro.
Ma chi lo riceve deve essere trevigiano doc: sono esclusi quindi coloro che non hanno cittadinanza italiana e chi abita nella Marca da meno di cinque anni.
Accanto alle origini trevigiane, servono altri requisiti: il primo è aver perso il lavoro a causa dell’attuale crisi economica, essere oggetto di mobilità o cassa integrazione dal primo ottobre 2008 a oggi, ed essere iscritti ai centri impiego della Provincia.
E anche essere sotto la soglia della povertà : avere un indicatore socio economico equivalente o inferiore ai 14.900 euro.
Il totale dei fondi a disposizione è di 500mila euro.
Se prevalesse una linea di questo genere, gli unici a non essere tutelati sarebbero i lavoratori costretti a spostarsi dalle vicine province o regioni per lavorare.
Ovviamente il provvedimento ha suscitato polemiche ed è stato presentato un esposto al prefetto e all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, ipotizzando una grave discriminazione nel bando della Provincia che esclude dalle forme di sostegno i cittadini stranieri e pure quelli italiani.
Poi i leghisti si lamentano quando qualcuno li accusa di razzismo…
Questo provvedimento arriva addirittura al punto di discriminare i lavoratori italiani che non siano residenti nella provincia di Treviso da almeno 5 anni, creando una differenziazione tra Italiani. Ovvero gli stessi operai e lavoratori che sono stati chiamati da altre regioni negli anni passati quando le “fabbriche del Nord est” avevano necessità di manodopera, ora che l’economia è in crisi, dovrebbero non essere equiparati agli altri lavoratori.
Un calcio in culo, insomma, ai terrun… e che tornino al proprio Paese?
Ma qualcuno non aveva detto ” Prima gli Italiani?” … O non vale più? O adesso si deve dire ” Prima i trevigiani?”…
E se l’Italia dicesse compatta: ” No al radicchio trevigiano” qualcuno l’insalata tanto cara a Zaia dove potrebbe mettersela, secondo voi?
O dobbiamo fare le barricate a difesa del cicorino, della lattuga e dell’insalata romana?
Ma vi rendete conto, cari amministratori trevigiani, che siamo nel 2009 e esiste uno Stato che si chiama Italia? E che misure come le vostre alimentano ulteriore razzismo ?
O pensate che un lavoratore, italiano o nero che sia, non abbia diritto di sfamare i propri figli? Vergognatevi.
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