Ottobre 6th, 2009 Riccardo Fucile
SONO 22.800 IN TUTTA ITALIA, LA META’ DI QUANTO RICHIESTO DALLE NORME EUROPEE, DA ANNI NESSUNA ASSUNZIONE… IL 30% DEI MEZZI INVIATI DALLA LIGURIA IN ABRUZZO NON E’ MAI ARRIVATO: SI SONO ROTTI PER STRADA, L’80% HA PIU’ DI 20 ANNI… E DA DUE ANNI IL CONTRATTO E’ SCADUTO
Troppo pochi, troppo vecchi e con mezzi inadeguati: è la situazione dei Vigili del Fuoco in
Italia, secondo la denuncia dei sindacati di categoria, in occasione dell’apertura del Salone Nautico a Genova.
Sono gli “eroi” per cui il popolo italiano piange in Tv, quando sacrificano la loro vita per aiutare gli altri in occasione di terremoti, alluvioni, incendi, disastri ambientali.
Sono padri di famiglia che hanno scelto di dedicare la loro vita a una professione rischiosa, spesso al limite della sicurezza, lavorando in condizioni estreme.
Vengono portati ad esempio di abnegazione e “servizio al Paese” dai politici di turno, quando costa poco una medaglia e una pacca sula spalla, ma poi lo Stato si dimentica di loro, come di tanti altri.
I Vigili del Fuoco operativi nel nostro Paese sono appena 22.800, mentre secondo le norme europee di sicurezza dovrebbero essere quasi il doppio, il loro contratto nazionale è scaduto nel 2007 e le condizioni di lavoro sono sempre più difficili.
La loro età media è ormai arrivata a 44 anni, troppo alta per un lavoro faticoso come il loro.
Questo grazie al fatto che da innumerevoli anni lo Stato risponde alle loro esigenze con nessuna assunzione, niente forze giovani, niente turn over.
Come per le forze dell’ordine, c’è una grave emergenza, quella dello stato di salute degli automezzi di soccorso, valga un esempio per tutti: il 30% dei mezzi di soccorso inviati in Abruzzo, in occasione del terremoto, partiti dalla Liguria, non sono mai giunti a destinazione, a causa delle pessime condizione in cui versano: si sono scassati per strada.
L’80% dei mezzi ha addirittura più di 20 anni, in un anno in Italia sono stati spesi solo 8 milioni di euro per la loro manutenzione e questo è il risultato.
Da loro si pretendono miracoli e non si è in grado neanche di rinnovare loro il parco automezzi e di proporgli un aumento dignitoso da due anni. Continua »
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Ottobre 6th, 2009 Riccardo Fucile
SEMBRAVA DOVESSE DARE UN GIRO DI VITE AGLI STIPENDI DEI MANAGER DI STATO CHE GUADAGNANO CIFRE ENORMI… ALLA FINE IL TETTO C’E ‘SOLO PER LE CONSULENZE: “APPENA” 290.000 EURO… E HA PURE ESCLUSO QUASI TUTTI: VERTICI ENI, ENEL, POSTE, FS. FINMECCANICA: SE STAVA ZITTO ERA MEGLIO
Più che “giro di vite” e “pugno di ferro”, alla fine ha vinto la “mano leggera”. Sono mesi che sentivamo parlare della necessità di fissare un tetto ai guadagni scandalosi, in tempo di crisi, dei grandi boiardi di Stato, di manager e dirigenti.
Brunetta aveva lanciato anatemi, promesso misure draconiane, in linea con quanto avviene in altri Paesi d’Europa.
Alla fine la montagna ha partorito il topolino.
Dopo lunghe trattative, ecco il regolamento varato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa: sparito ogni riferimento agli stipendi dei dirigenti.
In pratica sono otto articoli, dove si fa riferimento al tetto di 290.000 euro annui, pari alla retribuzione del presidente della Corte di Cassazione, ma riguarda solo i compensi extra, ovvero le consulenze.
Gli stipendi restano liberi come prima di oltrepassare il limite della decenza.
Dato che poi qualcuno non ci crede ecco cosa dice l’art 4 comma 2: “non è computato il corrispettivo globale percepito per il rapporto di lavoro o il trattamento pensionistico”.
Ovvero nessun tetto allo stipendio, ma solo agli incarichi extra, cioè consulenze, gettoni di presenza, incarichi aggiuntivi ed arbitraggi.
Restano fuori dal limite dunque tutti gli amministratori delegati della grandi Spa: è salvo l’ad di Eni, Paolo Scaroni (1,1 milione di stipendio), e quello di Enel, Fulvio Conti (3,2 milioni di euro di stipendio), il presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini (5,5 milioni di euro). Esentati anche l’ad delle Poste Sarmi e quello delle Ferrovie Moretti.
Fuori anche le 25 alte cariche dello Stato ( eredità di Prodi), tra cui il governatore della Banca d’Italia e i presidenti delle Authority. Continua »
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Ottobre 6th, 2009 Riccardo Fucile
IL PROTAGONISMO DI BERLUSCONI PORTA A STUPIDI AUTOGOL: COME SPACCIARE PER PREAVVISO UN BOLLETTINO DI “CRITICITA’ ORDINARIA” DELLA PROTEZIONE CIVILE…I PAESI COLPITI: “NESSUNO CI HA AVVISATI” …ERA STATA CHIESTA LA DEMOLIZIONE DI 1.191 CASE ABUSIVE, MA NESSUNO AVEVA FATTO NULLA
Quando accade una disgrazia ambientale, è già troppo tardi: i cittadini alla classe politica non
chiedono solo aiuti per il dopo alluvione, ma soprattutto pretendono che tali accadimenti non avvengano.
Fermo restando le responsabilità di molti che prima costruiscono abusivamente e poi piangono i loro morti.
Ma compito dello Stato dovrebbe essere quello di impedire che ciò avvenga, con una presenza seria e puntuale, con controlli preventivi e autorizzazione non rilasciate a vanvera o dietro pagamenti di bustarelle.
E’ stato detto da esperti che con i 16 miliardi di euro che si spenderanno per il ponte sullo Stretto, si potrebbe mettere in sicurezza l’intera Sicilia: se così fosse, una classe politica deve saper operare delle scelte e stabilire delle priorità , anche attraverso un referendum regionale.
Chiedere ai cittadini cosa preferiscono, e ognuno si assuma le proprie responsabilità : i politici nell’eseguire la volontà popolare, come recita la Costituzione.
Una volta avvenuta la tragedia del messinese, inutile “fremere” per conquistare il centro della scena. Già Berlusconi voleva partire subito e Bertolaso, contrariandolo, gli aveva fatto presente che avrebbe intralciato i lavori di soccorso.
Quando finalmente ha avuto il via libera, il premier si è fiondato a Messina con la solita strategia: faccio tutto io, state tranquilli, faremo come all’Aquila ( speriamo meglio, diciamo noi).
Ma, privo di visione politica come purtroppo è, auspicando solo un’arruffata “politica del fare” senza pensare, ecco la solita uscita nefasta, che sa di presa in giro di coloro che hanno subito la frana: “Avevamo previsto il disastro”. Continua »
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