Ottobre 21st, 2009 Riccardo Fucile
CONTRATTO SCADUTO DA DUE ANNI, TAGLI ALLA SICUREZZA: AGENTI DELUSI DAL CENTRODESTRA…. OFFERTI 40 EURO LORDI DI AUMENTO E 2 EURO PER LA SPECIFICITA’….NEANCHE PRODI ERA CADUTO COSI’ IN BASSO, NE AVEVA OFFERTI 5….E ALLORA IL CENTRODESTRA AVEVA GRIDATO ALLA SCANDALO
Mercoledi 28 ottobre, i sindacati di Polizia, guidati da Siulp e Sap, due sigle che da sole rappresentano oltre il 60% degli uomini in divisa, scenderanno in piazza per il rinnovo del contratto, scaduto da due anni.
Alla fine il governo è riuscito nell’impresa più ardua: far manifestare contro il centrodestra una delle categorie se non più vicine, non certo ostili, quella delle forze dell’ordine.
Prima i tre miliardi tagliati dal bilancio, poi una politica sulla sicurezza fatta di spot e di promesse, mentre nelle Questure le risorse si assottigliavano sempre più, arrivando persino a non avere la benzina per le volanti e ricorrendo a continui straordinari sottopagati, ora siamo arrivati a indecenti proposte di rinnovo del contratto scaduto da due anni.
Nicola Tanzi, segretario del Sindacato Autonomo di Polizia, lo dice chiaramente: “Non ce la facciamo più ad andare avanti, i tagli alla sicurezza sono ormai insostenibili”.
Da qui la decisione della manifestazione nazionale che vedrà la partecipazione anche della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale.
Da mesi va avanti una trattativa con Maroni e Brunetta che non porta a nulla. Il governo ha proposto un aumento di 40 euro lordi al mese a titolo di recupero inflattivo e di 2 euro per la specificità , la voce che differenzia gli uomini delle forze dell’ordine dagli altri lavoratori del pubblico impiego. Continua »
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Ottobre 21st, 2009 Riccardo Fucile
L’INCUBO DEL PREMIER E’ UNA CONDANNA PER CORRUZIONE…TRE LE POSSIBILI SOLUZIONI: APPLICAZIONE OBBLIGATORIA DEL “LEGITTIMO IMPEDIMENTO” DEL PARLAMENTARE AD ASSISTERE AL PROCESSO, PRESCRIZIONE BREVE PER I REATI DI CORRUZIONE O NORMA BLOCCA-PROCESSI….FINI PONE DEI PALETTI E FA MARCARE GHEDINI DALLA BUONGIORNO
Si stanno susseguendo summit sul tema della giustizia e il governo cerca di studiare le contromosse dopo la bocciatura del lodo Alfano, per cercare di evitare quella che per il premier è un incubo: una condanna per corruzione. Un primo incontro l’ha avuto con Ghedini e Letta, poi il premier è andato in visita da Fini, facendosi accompagnare da Ghedini, mentre Fini aveva invitato la Buongiorno.
Ognuno aveva il suo esperto giuridico insomma, e non sembra che Fini gradisca provvedimenti che potrebbero essere interpretati come leggi ad personam.
Ora inizia il confronto all’interno del Pdl, con la Buongiorno che marcherà stretto Ghedini.
Le soluzioni che gli esperti del premier stanno valutando sono tre, da approvare, se ci si riesce, per decreto legge, non appena la Consulta avrà reso pubblica la sentenza sul lodo.
La prima in particolare richiede infatti la necessità di ancorarla alla motivazione della sentenza: l’applicazione obbligatoria e senza alcuna discrezionalità in un processo del “legittimo impedimento” per un parlamentare.
Già la Consulta aveva fatto uscire l’indiscrezione del caso Previti, ipotizzando un calendario delle udienze concordato tra giudice e imputato. Continua »
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Ottobre 21st, 2009 Riccardo Fucile
DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE…UNA LEGGE SULL’IMMUNITA’ PUO’ ESSERE VOTATA SOLO CON UNA MODIFICA COSTITUZIONALE…”E’ IRRAGIONEVOLE UNA PRESUNZIONE ASSOLUTA DI LEGITTIMO IMPEDIMENTO DERIVANTE DALLA CARICA”
Secondo i giudici della Consulta, il lodo Alfano introduce una “sospensione processuale” per le quattro più alte cariche dello Stato che “crea una evidente disparità di trattamento di fronte alla giurisdizione”, disparità che non trova riconoscimento nella nostra Costituzione.
Per i giudici della Corte, che hanno depositato le motivazioni della sentenza che ha bocciato la proposta del governo, una modifica come quella prevista dal lodo Alfano andava fatta con una legge costituzionale perchè prevedeva una deroga al principio di uguaglianza, in quanto attribuiva “ai titolari delle quattro alte cariche istituzionali un eccezionale status protettivo, privo di copertura costituzionale”.
La Consulta sottolinea poi che lo status del premier non è superiore a quello dei ministri ( che il lodo teneva fuori), ricoprendo il presidente del Consiglio “una posizione tradizionalmente definita primus inter pares”.
Secondo i giudici, non c’è poi stato alcun cambio di rotta rispetto alla sentenza del 1994 sul lodo Schifani, in quanto la Consulta si sarebbe mossa nella stessa direzione: “il legislatore ordinario, in tema di immunità , può intervenire solo per attuare il dettato costituzionale, essendogli preclusa ogni eventuale integrazione o estensione di tale dettato, se non per le immunità diplomatiche”. Continua »
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