Ottobre 20th, 2009 Riccardo Fucile
DA TREMONTI ARRIVA IL RIPUDIO DELLA MOBILITA’ E L’ELOGIO DELLA SICUREZZA E DELLA STABILITA’ DEL LAVORATORE…FINALMENTE UN MINISTRO HA DETTO QUALCOSA DI DESTRA SOCIALE….LA REAZIONE DEI REGGICANDELA DEL LIBERALISMO SELVAGGIO CHE DI FISSO VEDONO SOLO IL POSTO DI BERLUSCONI ( E IL LORO)
La mobilità e la flessibilità del lavoro non sono la soluzione ideale per il futuro del nostro Paese: lo ha detto il ministro Giulio Tremonti, nel corso di un convegno economico: “Il posto fisso è la base su cui costruire una famiglia e la stabilità del lavoro è alla base della stabilità sociale”.
In verità queste cose Tremonti le aveva già dette in passato, ma mai nella veste di ministro.
Stavolta lo ha fatto a un convegno della Bpm e ha sottolineato l’importanza del “posto fisso come valore culturale alla base della società europea, pilastro che ha consentito la realizzazione di un sistema di welfare che garantisce scuola, sanità e pensioni. Non credo che la mobilità sia di per sè un valore per una struttura come la nostra”.
Secondo Tremonti, con il posto fisso è possibile impostare vita, lavoro e famiglia, ovvero la stabilità sociale.
E ha polemizzato col modello americano: ” Altre società hanno una cifra di mobilità intrinseca, diversa da quella dei Paesi della Vecchia Europa, in cui il lavoro stabile è ancora il modello principale”. E ha concluso: “la crisi ha dimostrato che è meglio avere l’Inps e la famiglia”.
La esternazione di Tremonti ha trovato d’accordo i sindacati: Bonanni ha commentato che “oggi il problema è superare l’idea distorta della flessibilità : chi è precario e flessibile deve essere pagato di più e avere più tutele e garanzie degli altri”, la Polverini ha auspicato che questa convinzione “possa tradursi in un’azione di governo”. Continua »
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Ottobre 20th, 2009 Riccardo Fucile
LA REPUBBLICA DEL COMPROMESSO: SECONDO GRASSO, LA TRATTATIVA CON LA MAFIA HA SALVATO LA VITA A DIVERSI MINISTRI…. SECONDO IL “TIMES” SIAMO ALLEATI FEDELI MA SLEALI
Volano gli stracci, di qualsiasi colore essi siano: al di là delle parole, in questi giorni emergono fatti tenuti nascosti e che percorrono sia la prima che la seconda Repubblica.
Non c’è evento tragico, dal terrorismo alla lotta al mafia, fino al nostro impegno bellico, che non sia percorso dal sospetto di collusioni e trattative. Se ne parlò già al tempo delle Brigate Rosse e in particolare dell’omicidio di Aldo Moro, analoga teoria era diffusa ai tempi di Falcone e Borsellino, “lasciati soli”, come peraltro il gen. Della Chiesa, dal potere politico.
Ora si ritorna sui pagamenti dei servizi in occasioni delle nostre missioni militari al’estero.
E’ evidente, al di là delle smentite di comodo e di facciata, che la prassi della trattativa e della mediazione, faccia parte del nostro “modus operandi”, al di là della colorazione politica del governo.
Una pratica che lascia alla fine abbandonati a se stessi i veri eroi del nostro Paese, in primo luogo i magistrati antimafia. Il procuratore generale antimafia, Piero Grasso, ha ammesso che a suo tempo “la trattativa con la mafia c’è stata e ha salvato la vita di diversi ministri”. Continua »
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Ottobre 20th, 2009 Riccardo Fucile
SI MOLTIPLICANO LE INIZIATIVE DEGLI IMPRENDITORI DEL NORD DELUSI PER LE DIFFICOLTA’ DI ACCESSO AL CREDITO E IL FISCO PESANTE….A RISCHIO ASTENSIONI IL BACINO ELETTORALE DEL CENTRODESTRA….”TANTE PAROLE E NIENTE FATTI”, CORRE LA PROTESTA DA TORINO A VARESE, DA BERGAMO A TREVISO
Accade che i vicini di casa francesi incassino il taglio di Irap locale che dovrebbe portare a un alleggerimento di imposta del 30% per le piccole imprese commerciali.
Nella vicina Germania, la Merkel, dopo il trionfo del partito liberale anti-tasse, pensa a un ridimensionamento della pressione fiscale.
In Italia invece avviene che sale il “fronte dell’incazzatura” e si sta allargando con conseguenze imprevedibili. Si moltiplicano assemblee, petizioni e ora siamo pure allo sciopero della fame: il tutto ad opera di piccoli e medi imprenditori e liberi professionisti, il principale bacino elettorale del centrodestra al nord.
Stanchi di aspettare, ascoltare spiegazioni e assicurazioni per il futuro. Chiedono due cose principalmente: maggiore accesso al credito e riduzione delle tasse, come era stato loro promesso.
A Torino è nato “Imprese Che Resistono” definitosi “gruppo spontaneo di Piemonte e Nord Ovest”, ma che si sta estendendo in altre regioni: si parla di 1.000 imprenditori che hanno già aderito. Prima iniziativa clamorosa, uno sciopero della fame per protesta contro il “tante parole e niente fatti”.
Pochi giorni fa c’e’ stata una assemblea a Vergiate dove sono confluiti rappresentanti degli artigiani di Varese e Bergamo per un incontro con Bossi e Tremonti.
Hanno osservato che le banche non danno credito, allora tanto valeva darli da gestire a loro gli 8 miliardi di Tremonti Bond, visto che le banche non prestano soldi.
Peccato che siano solo figurativi quegli otto miliardi, una garanzia, non denaro liquido. Continua »
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Ottobre 20th, 2009 Riccardo Fucile
MENO DEL 50% DEGLI AVENTI DIRITTO ANNUNCIATI HA POTUTO AVERLA… E’ MANCATA UNA INIZIATIVA DI COMUNICAZIONE, MOLTI NON SANNO NEANCHE DI AVERNE DIRITTO… TROPPI LACCIOLI E DOCUMENTI: TANTO VALEVA DARE IL DOPPIO DELLA CIFRA, VISTO LA META’ DELLE ADESIONI
Vi sono iniziative che vengono strombazzate a più non posso da questo ( come da altri) governo: ripetuti passaggi sui media, ministri che sgomitano, volti sorridenti a uso telecamere, richiami al merito a distanza di mesi.
Addirittura proposte vendute due o tre volte nell’arco di pochi mesi, come se fossero sempre una novità . Di altre piuttosto controverse, invece, non se ne sa più nulla, forse perchè è meglio tacere sulla loro reale efficacia.
Fatto lo spot, venduto il prodotto, meglio non indagare se il cliente è soddisfatto.
E’ questo il destino della “social card”, di cui a fine novembre ricorre l’anniversario: erano, infatti, 10 mesi fa quando il ministro dell’Economia Tremonti illustrava a Palazzo Chigi la nuova “social card”, anzi la “carta acquisti” come la definisce il sito del ministero.
Nel quale si spiega che “riguarderà 1.300.000 soggetti” e costerà a regime 450 milioni di euro.
Si tratta di una carta prepagata, già caricata, con 80 euro accreditati ogni due mesi ( 40 al mese), per aiutare ad affrontare spese alimentari, di farmacia, pagare le bollette di luce e gas.
Ricordiamo il caos che generarono fin da subito: un malloppo di documenti richiesti per avere 40 euro al mese di sussidio, carte senza accredito iniziale, altre rimaste a secco per settimane, limiti di spesa nei supermercati.
Quando sarebbe bastato accreditarle, a chi risultava ne avesse diritto, sulle pensioni, senza mettere in moto tutta questa sceneggiata.
Ci furono ovviamente critiche anche per l’esiguità della somma, considerata da molti una “elemosina” più che un serio intervento sociale, tanto è vero che sono stati in molti a rinunciarvi per una somma di ragioni. Continua »
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