FLOP SOCIAL CARD: DOPO DIECI MESI, NE USUFRUISCONO APPENA 600.000 PERSONE SU 1.300.000 PREVISTE
MENO DEL 50% DEGLI AVENTI DIRITTO ANNUNCIATI HA POTUTO AVERLA… E’ MANCATA UNA INIZIATIVA DI COMUNICAZIONE, MOLTI NON SANNO NEANCHE DI AVERNE DIRITTO… TROPPI LACCIOLI E DOCUMENTI: TANTO VALEVA DARE IL DOPPIO DELLA CIFRA, VISTO LA META’ DELLE ADESIONI
Vi sono iniziative che vengono strombazzate a più non posso da questo ( come da altri) governo: ripetuti passaggi sui media, ministri che sgomitano, volti sorridenti a uso telecamere, richiami al merito a distanza di mesi.
Addirittura proposte vendute due o tre volte nell’arco di pochi mesi, come se fossero sempre una novità . Di altre piuttosto controverse, invece, non se ne sa più nulla, forse perchè è meglio tacere sulla loro reale efficacia.
Fatto lo spot, venduto il prodotto, meglio non indagare se il cliente è soddisfatto.
E’ questo il destino della “social card”, di cui a fine novembre ricorre l’anniversario: erano, infatti, 10 mesi fa quando il ministro dell’Economia Tremonti illustrava a Palazzo Chigi la nuova “social card”, anzi la “carta acquisti” come la definisce il sito del ministero.
Nel quale si spiega che “riguarderà 1.300.000 soggetti” e costerà a regime 450 milioni di euro.
Si tratta di una carta prepagata, già caricata, con 80 euro accreditati ogni due mesi ( 40 al mese), per aiutare ad affrontare spese alimentari, di farmacia, pagare le bollette di luce e gas.
Ricordiamo il caos che generarono fin da subito: un malloppo di documenti richiesti per avere 40 euro al mese di sussidio, carte senza accredito iniziale, altre rimaste a secco per settimane, limiti di spesa nei supermercati.
Quando sarebbe bastato accreditarle, a chi risultava ne avesse diritto, sulle pensioni, senza mettere in moto tutta questa sceneggiata.
Ci furono ovviamente critiche anche per l’esiguità della somma, considerata da molti una “elemosina” più che un serio intervento sociale, tanto è vero che sono stati in molti a rinunciarvi per una somma di ragioni.
Dopo dieci mesi, ecco i dati ufficiali del ministero: sono state accettate e attivate 600.000 carte acquisti, a fronte di 790.000 domande presentate, quindi 190.000 sono state cassate perchè non rientravano nella normativa prevista.
Un fallimento, si direbbe se le persone in difficoltà economica ( genitori di bambini sotto i 3 anni, over 65 con meno di 6.000 euro l’anno di pensione o over 70 con meno di 8.000 euro l’anno di pensione) dovevano essere 1.300.000 .
Molti erano stati raggiunti, al momento della creazione della Social Card, tramite una lettera spedita a casa.
Ma successivamente non è più stata posta in essere alcuna iniziativa di comunicazione, cosa anomala per un governo che “comunica” anche fin troppo attraverso i media.
Insomma di manifesti non se ne sono visti, come se lo scopo fosse stato ottenuto con il primo annuncio e quindi il raggiungere gli aventi diritto fosse relativo.
In ogni caso, di fronte a un’adesione inferiore al 50% del previsto, da mesi si parla, ma senza concludere nulla, di allargare la potenziale platea.
Magari alzando a sei anni l’età limite per i bambini che possono usufruirne o portando a 8.000 euro all’anno la soglia massima per la pensione degli over 65.
Per ora restano chiacchiere, forse la cosa più logica sarebbe stata raddoppiare la cifra, rendendola meno elemosiniera, in modo che gli aventi diritto potessero ricevere 80 euro al mese, invece che 40. Ma si vede che per prendere una decisione occorrono anni.
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