Maggio 10th, 2017 Riccardo Fucile
IERI IL PUBBLICO SOLITAMENTE NON CERTO OSTILE AL M5S, SI E’ RIBELLATO AL PENOSO TENTATIVO DI MINIMIZZARE IL PROBLEMA MONNEZZA NELLE VIE DI ROMA
Durante la trasmissione DiMartedì è scattato un campanello d’allarme piuttosto grosso per il MoVimento 5 Stelle: Luigi Di Maio ha risposto alla domanda di Giovanni Floris sui rifiuti a Roma palando di “qualche” cassonetto e “qualche” zona della città in difficoltà .
Per la prima volta il pubblico in sala è partita la contestazione.
«Continuare a mostrare queste foto di qualche cassonetto, non di tutti i cassonetti, in questo momento…», sostiene Di Maio e a quel punto arrivano i “nooo” e i “buuu” del pubblico che evidentemente, a differenza del leader del M5S, si è reso conto che la situazione non è esattamente idilliaca come la descrive e i problemi per i rifiuti a Roma non sono per niente pochi.
C’è da segnalare che di solito il pubblico di DiMartedì non è per niente ostile ai grillini e lo stesso Di Maio è stato applaudito in più occasioni durante l’intervista, anche quando ha parlato di conflitto di competenze con la Regione cercando di addossare a Zingaretti la responsabilità dell’emergenza.
Ma la contestazione in quel punto della trasmissione dimostra che c’è un limite anche per la propaganda e per le balle che si possono dire.
A chiunque.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 10th, 2017 Riccardo Fucile
CONFERMA CHE MEMBRI DI ONG SONO INDAGATI PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA MA SOLO PER MANCATO RACCORDO CON GUARDIA COSTIERA, CHE “NON E’ PUNIBILE SE FINALIZZATO A SALVARE VITE UMANE”… ESCLUDE ORIGINE ILLECITE DEI FINANZIAMENTI DELLE ONG
“Alla Procura di Trapani risulta che in qualche caso navi delle Ong hanno effettuato operazioni di
soccorso senza informare la centrale della Guardia costiera”. Davanti ai componenti della commissione Difesa del Senato, il procuratore Ambrogio Cartosio da risposte secche e dirette pur non scendendo in alcun particolare dell’inchiesta aperta dalla sua procura sull’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – ha precisato ” che coinvolgono non le Ong come tali ma persone fisihe delle Ong”.
Il procuratore si è trincerato dietro il segreto istruttorio sul contenuto della sua indagine specificando solo che “la presenza delle navi delle Ong in un fazzoletto di mare potrebbe costituire, non da solo, ma con altri elementi, un elemento indiziario forte per dire che sono a conoscenza che in quel tratto di mare arriveranno imbarcazioni di migranti e dunque ipotizzare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Soggetti a bordo delle navi sono evidenteente al corrente del luogo e del momento in cui arriveranno i migranti. Ma – ha anche osservato il procuratore di Trapani – la risposta a questo quesito deve arrivare tenendo conto della legisazione italiana che prevede una causa di giustificazione. Se una nave qualsiasi viene messa al corrente del fatto che c’è il rischio che un’imbarcazione possa naufragare ha il dovere di soccorrerla in qualsiasi punto e questo principio travolge tutto. Insomma, per la legislazione italiana si potrebbe dire che viene commesso il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina ma non è punibile perchè commesso per salvare una vita umana”
Il sostituto procuratore Andrea Tarondo ha poi riferito un recentissimo episodio che proverebbe il doppio gioco delle forze di polizia libiche.
Due migranti algerini arrivati a Trapani il 28 marzo scorso hanno raccontato di essere saliti su un gommone in Libia scortati da un altro gommone con a bordo uomini in divisa con la scritta polizia. Dopo alcune miglia una nave della polizia libica avrebbe fermato le due barche sparando e ci sarebbe stata una lite in mare tra le due unita libiche. Probabilmente la nave che aveva fermato il gommone chiedeva soldi per lasciar passare i migranti scortati da un altro gommone della polizia evidentemente d’accordo con i trafficanti.
Il procuratore Cartosio ha quindi sottolineato che la sua indagine non ipotizza affatto comportamenti che possano far pensare a reati di associazione per delinquere e dunque non di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
A conclusione della sua audizione il procuratore di Trapani ha escluso di avere elementi per dire che i finanziamenti delle Ong possano avere origini illegittime è che le finalità dei soccorsi in mare delle navi umanitarie possano avere obiettivi diversi.
Cartosio ha invece confermato le affermazioni del collega di Catania Zuccaro sugli interessi mafiosi nei centri di accoglienza. “Qui – ha detto – la cosa è ben diversa. Dalle nostre indagini è emerso che soggetti contigui alle organizzazioni mafiose erano inseriti nel business dell’accoglienza e in qualche caso le autorizzazioni sono state revocate”.
(da “La Repubblica”)
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Maggio 10th, 2017 Riccardo Fucile
IL PARTITO EN MARCHE!: “DA NOI ESISTONO DELLE REGOLE E NON GUARDIAMO IN FACCIA NESSUNO”
L’ex premier socialista Manuel Valls non si presenterà alle elezioni politiche dell’11 e 18 giugno nelle liste di Rèpublique en marche!.
“La richiesta di investitura di Manuel Valls non soddisfa i criteri per l’accettazione da parte di En Marche!”, ha spiegato Jean-Paul Delevoye, ex neogollista incaricato dal partito del neopresidente francese Emmanuel Macron di stilare le candidature alle legislative.
“Avevamo già indicato un candidato per la cirscoscrizione dell’Essonne”, ha affermato Delavoye in un’intervista a Europe 1, aggiungendo che il movimento non ha l’intenzione di “riciclare” i politici uscenti.
Un concetto anticipato già dal portavoce di En Marche!, Benjamin Griveaux: “La regola è uguale per tutti, prima bisogna presentare la candidatura. Nessuno può rivendicare l’investitura se la commissione non lo ha deciso prima”.
Martedì l’ex primo ministro di Franà§ois Hollande aveva rivelato la sua volontà di unirsi al movimento En marche! in vista delle elezioni del mese prossimo. Nell’occasione aveva anche invitato tutti “i deputati uscenti, progressisti, quanti hanno esortato a votare Macron prima del primo turno”, quanti “auspicavano una sua vittoria”, a fare altrettanto.
La lista completa dei candidati investiti per la Rèpublique en marche! sarà annunciata domani.
(da agenzie)
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Maggio 10th, 2017 Riccardo Fucile
SEMPRE PIU’ DELIRANTE: “DEVE OBBEDIRE AL GOVERNO”
Con una decisione a sorpresa Donald Trump ha rimosso il direttore dell’Fbi, James Comey, che stava
indagando sui rapporti tra lo staff del presidente e la Russia.
La decisione è stata annunciata con un comunicato della Casa Bianca, motivandola con la necessità di “ricostruire la fiducia nella più importante agenzia di sicurezza del Paese”.
“Questa giornata – prosegue il comunicato – segna un nuovo inizio per il gioiello della corona dei nostri apparati giudiziari. La ricerca di un nuovo direttore comincerà immediatamente”.
Pochi giorni fa Comey aveva testimoniato davanti alla commissione di Capitol Hill proprio sulle possibili relazioni tra il comitato elettorale che ha gestito la campagna di Trump e il governo di Mosca.
Il senatore Ron Wyden ha definito “oltraggiosa” la decisione e i democratici hanno subito chiesto che l’indagine sul Russiagate venga affidata a un procuratore indipendente.
Ma la Casa Bianca ha fatto sapere che la rimozione è stata consigliata dal ministro della Giusizia Jeff Sessions, secondo il quale il direttore dell’Fbi “deve essere qualcuno che segue fedelmente le regole e i principi” del dipartimento della Giustizia, qualcuno che “dà il giusto esempio” a chi deve far rispettare la legge.
La tempistica però fa sospettare un legame tra la decisione e l’intensificarsi degli accertamenti sulle possibili relazioni tra gli uomini del presidente e Mosca.
Nella lettera a Comey il capo della Casa Bianca ha scritto: “Pur apprezzando il fatto che per tre volte sono stato informato di non essere sotto inchiesta, condivido il giudizio del procuratore generale Sessions sulla sua inadeguatezza a dirigere l’agenzia”.
Sessions però è stato duramente contestato nelle scorse settimane dai democratici per la condotta del Russiagate, tanto da spingerlo ad astenersi dalle audizioni.
E pochi giorni fa, l’indagine si è arricchita di nuove testimonianze. Trump era stato messo in guardia persino dall’ex presidente Barack Obama sulla possibilità che Michael Flynn potesse essere ricattato per i suoi rapporti internazionali, ma nonostante questo lo aveva nominato alla carica di consigliere per la sicurezza nazionale.
E Flynn incontrò subito dopo le elezioni ma prima della nomina l’ambasciatore russo insieme a Jared Kushner, genero del presidente e forse il suo più stretto collaboratore.
Comey, 56 anni, era stato nominato nel 2013 da Obama. Il suo mandato scadeva nel 2023.
(da agenzie)
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Maggio 10th, 2017 Riccardo Fucile
FU VITTIMA DI UN VIDEO-PIRATA DEL M5S: “FANNO BENE A DENUNCIARE MA PRIMA DEVONO CHIEDERE SCUSA”
La prima cosa che gli viene da dire è “chi la fa l’aspetti”.
Ma al di là delle frasi fatte, Mariano Rabino ha un sacco di sassolini da togliersi dalla scarpa. Oggi il M5s diffida chiunque dal diffondere l’audio pirata che coinvolge alcuni deputati siciliani che parlano del candidato pentastellato a sindaco di Palermo, ma due anni fa dal blog rilanciarono un audio in cui il parlamentare di Scelta civica parlava con la ex grillina Mara Mucci, accusandolo di compravendita dei deputati.
“Alla fine — sottolinea — questo tipo di comportamento si è rivelato un boomerang. Io considero il M5s una vera e propria associazione a delinquere digitale, il blog si è specializzato nel propalare fake news. La dialettica politica va bene ma loro sono professionisti del travisamento e della strumentalizzazione”.
Cosa ha pensato quando ha visto che diffidavano dal diffondere quel video?
Ho pensato che ora fanno le verginelle e si appellano al codice perchè il video riguarda loro e ne temono il contenuto. Io ci tengo a dire che io ho avuto nessuna conseguenza da quell’audio, non c’è stata nessuna iniziativa penale o giudiziaria nei miei confronti. Loro però mi fecero passare come un corruttore.
E’ vero però che parlava di somme di denaro con la deputata Mucci.
Io le stavo soltanto spiegando le dinamiche parlamentari, dicevo una cosa nota e cioè che se tot parlamentari si mettono insieme si può accedere a delle risorse che si usano per far funzionare i gruppi. Infatti, ribadisco, non ho avuto alcuna conseguenza giudiziaria. Io, peraltro, non ho voluto fare nemmeno ricorso alla magistratura perchè mi aspettavo che fosse la Camera dei deputati a occuparsi della vicenda. Non ho timori a dire che l’ufficio di presidenza di Montecitorio ha in mano dei video in cui si capisce chiaramente chi è il collega dei 5 stelle che effettua la registrazione di nascosto e chi ha registrato ha fatto un reato. La Camera avrebbe dovuto tutelare non solo me e Mara Mucci ma in generale l’istituzione perchè quella registrazione fu per giunta effettuata dentro l’Aula.
Ha detto che non ha avuto conseguenze giudiziarie o penali. Ma, invece, la sua reputazione?
Io sono uno che ha le spalle larghe ma basta andare sul mio profilo Facebook e risalire a due anni fa per vedere cosa successe. Per un mese mi hanno gettato addosso palate di fango e ancora oggi se faccio un post, c’è qualcuno che fa parte di quelle che Umberto Eco chiamava ‘legioni di imbecilli’ che denigra. Io guardo avanti e non sono andato a denunciare perchè sto aspettando giustizia dalla Camera dei deputati. La presidente Boldrini sta facendo giustamente questa campagna contro le fake news. Io ho anche promosso la campagna ‘#blocchiamo i violenti’.
Lei in quell’occasione non fece alcuna diffida, perchè?
Il M5s ora grida allo scandalo perchè come al solito hanno una doppia morale e quando riguarda loro si scandalizzano, ma sono loro che hanno diffuso questa cultura, e quando spargi fango, il fango ti ritorna. Finisci anche tu nel ventilatore. Io non feci nessuna diffida perchè non avevo nulla da nascondere, parlavo soltanto delle risorse parlamentari. Perchè loro adesso diffidano? Perchè sanno che quell’audio li inguaia.
Vista la sua esperienza, pensa che loro abbiano ragione o torto ad adire le vie legali contro quell’audio pirata?
Io penso che c’è una legge, quella legge dice che non puoi diffondere conversazioni private registrate senza il consenso dei partecipanti. Se la legge è questa va rispettata. Questo però deve valere per loro, per me, per tutti. Quindi hanno ragione. Detto questo, però, chiedano scusa e non soltanto a noi, perchè in questi anni ne hanno fatte di tutti i colori.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 10th, 2017 Riccardo Fucile
I VIDEO O AUDIO PIRATA POSSONO DIFFONDERLI SOLO LORO
La video nemesi. L’arma che si ritorce contro. 
I filmati rubati sono stati da sempre, non solo dal loro ingresso in Parlamento ma anche da prima, lo strumento di battaglia del Movimento 5 Stelle. Strumento di tante denunce e campagne che hanno portato successi.
Adesso, che i filmati rubati sono diventati un boomerang, perchè girati dagli ex 5Stelle e divulgati in Rete con lo scopo di amplificare faide interne, vengono interdetti.
Con tanto di diffida alla stampa dal pubblicare audio/video pirati, nel frattempo acquisiti dalla procura di Palermo. Il “fate girare” che campeggia su tanti post grillini chiedendo la massima diffusione si è trasformato in censura.
Il caso, che ha del paradossale, avviene tra Palermo e Roma. Negli uffici grillini della Camera dei deputati nel luglio del 2016 alcuni deputati siciliani, tra cui Riccardo Nuti, Giulia Vita e Chiara Di Benedetto, successivamente sospesi da M5S, chiedono ad Andrea Cottone, componente dello staff comunicazione pentastellato, dettagli su Ugo Forello, avvocato leader di Addiopizzo, scelto poi come candidato sindaco a Palermo. Cottone, palermitano, parla dell’influenza che, nella fase iniziale, avrebbe esercitato sul Movimento l’ex commissario antiracket Tano Grasso (“Un fantasma che muove tutte queste persone”).
Parla poi soprattutto — come riporta Repubblica Palermo – dei compensi che Forello e un paio di legali a lui vicini avrebbero percepito nei processi innescati dalle testimonianze degli imprenditori taglieggiati. E poi ancora di “un circuito meraviglioso” per il quale “si convincono gli imprenditori a denunciare, si portano in questura e gli avvocati diventano automaticamente uno fra Forello e Salvatore Caradonna”.
Poi Addiopizzo si costituisce parte civile “e viene difesa da quell’altro”. Infine Cottone definisce “poco trasparente” la gestione dei fondi. Cosa succede però quel pomeriggio negli uffici della Camera, qualche mese prima che scoppiasse lo scandalo delle firme false?
Qualcuno registra quel colloquio di trenta minuti e da ieri l’audio si trova in Rete.
Da “modalità apriscatole” (di lontana memoria, in nome della trasparenza, è lo slogan “Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”) M5S si trasforma in censore: “Sta circolando un audio captato in maniera impropria nei locali della Camera dei Deputati lo scorso anno — si legge in una nota – denunceremo chiunque ne divulgherà il contenuto”.
Con tanto di citazione dell’articolo della legge. Il metodo improprio a cui si riferiscono i pentastellati è quello tipico utilizzato dai grillini stessi in tutti questi anni: telecamere nascoste, pulsanti Rec schiacciati senza che ci sta attorno lo sappia e poi divulgazione in Rete con l’invito “Fate girare”.
Di esempi ce ne sono a non finire, tanti portano proprio la dicitura di “video pirata”. Tantissimi girati nei locali della Camera, gli stessi interdetti oggi dai 5Stelle.
Il 3 dicembre del 2016 il blog di Beppe Grillo pubblicava un video, nonostante sia vietato ai parlamentari girare immagini all’interno di Montecitorio, che ritraeva Antonio Iannamorelli definendolo “un altro lobbista che si aggira come uno squalo attorno alla Commissione Bilancio, per ottenere norme e leggi favorevoli all’azienda e alla multinazionale di turno.
Il lobbista pizzicato dal nostro portavoce Giorgio Sorial — si legge sul blog – è Antonio Iannamorelli, presente per conto della società di lobbying Reti e “invitato” dal deputato del Pd Alberto Losacco a seguire da molto vicino i lavori sulla manovra di bilancio, in particolare riguardo la sorte dei provvedimenti sulle società di call center”. C’è anche la foto di Iannamorelli con il volto cerchiato in rosso e l’invito, neanche a dirlo, alla massima diffusione.
Eclatante è stato anche il caso della telefonata tra Mara Mucci, ex M5S ora Alternativa libera, e Mariano Rabino, deputato di Scelta Civica. “50mila euro al mese di soldi dei cittadini per appoggiare il governo Renzi”, era il titolo scelto per l’audio pirata pubblicato sulla pagina del gruppo parlamentare dei 5 Stelle.
E il blog scriveva: “Ex M5S si fanno comprare”. Nella registrazione si sente Rabino offrire la possibilità agli ex M5S di entrare nel gruppo di Scelta Civica e così avere a disposizione – come previsto dalle normative parlamentari – 50mila euro al mese per le necessità organizzative del gruppo stesso.
Poi ancora i 5Stelle, in questi anni, hanno cavalcato il caso della telefonata, registrata fuori onda da La7, tra Matteo Renzi e Massimo Artini, in cui l’allora premier solidarizzava con l’ex grillino che aveva appena lasciato i 5Stelle.
Dopo aver ascoltato l’audio rubato, la senatrice Paola Taverna attaccava strillando in Aula: “Artini scodinzola e ringrazia”.
Sempre grazie a un fuori onda i grillini hanno chiesto le dimissioni del sindaco di Pescara Alessandrini per aver detto, in un audio captato, che un procedimento disciplinare contro 4 vigili “non aveva le gambe per camminare”.
È così che con gli audio rubati e i “video pirata” i 5Stelle hanno firmato in questi anni le loro battaglie, adesso firmano le querele contro chi diffonde registrazioni che per i grillini possono rivelarsi imbarazzanti.
Specialmente in piena campagna elettorale per le amministrative.
(da “Huffingtonpost”)
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