Destra di Popolo.net

PREMIO SAKHAROV AL REGISTA UCRAINO OLEG SENTSOV, DETENUTO IN UN CARCERE RUSSO DA OLTRE 4 ANNI

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

IL FILMMAKER DISSIDENTE PREMIATO PER   “IL CONTRIBUTO ALLA LOTTA PER LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI”… VERSA IN GRAVI CONDIZIONI DI SALUTE NELLE PRIGIONI DEGLI AMICI DEI SOVRANISTI ITALIANI

L’Unione Europea manda un messaggio politico a Mosca. Il parlamento europeo ha infatti assegnato il premio Sacharov 2018 al regista ucraino dissidente Oleg Sentsov. Lo ha annunciato in aula a Strasburgo durante la seduta plenaria, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.
Il filmmaker dissidente, detenuto in un carcere russo da oltre 4 anni, è stato premiato per il suo “contributo eccezionale alla lotta per i diritti dell’uomo”.
“Il suo coraggio e la sua determinazione – ha spiegato il presidente Tajani – sono diventati un simbolo per la lotta di liberazione dei prigionieri politici in Russia e nel mondo. Chiediamo che sia immediatamente liberato. La sua liberazione è urgente anche per le gravi condizioni di salute in cui versa a seguito del lungo sciopero della fame.
Gli altri candidati finalisti erano le Organizzazioni non governative che tutelano i diritti umani e salvano la vita dei migranti attraverso il Mar Mediterraneo e l’attivista politico marocchino, Nasser Zefzafi.

(da “Huffingtonpost”)

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LA LEGA ORA TOGLIE L’ACQUA AI POVERI: ELIMINATA LA FONTANELLA PERCHE’ LA USANO GLI IMMIGRATI

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

INCREDIBILE DECISIONE RAZZISTA DEL MUNICIPIO 2 DI MILANO… IL COMUNE DI MILANO SI DISSOCIA E DENUNCIA: “ENNESIMO ATTACCO ALLA MENSA DEI POVERI “PANE QUOTIDIANO”

La fontanella di Viale Monza a Milano accanto alla mensa dei poveri Pane Quotidiano è stata eliminata dal presidente leghista del Municipio 2, Samuele Piscina, che ne ha dato l’annuncio sui social giusitificando la rimozione sostenendo che ormai “era utilizzata solo da parte di extracomunitari e senza fissa dimora. Il servizio era diventato inutile per i cittadini e uno spreco di risorse che portava ulteriore degrado nell’area”.
Ma da Palazzo Marino è arrivata la replica dell’assessore alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, che accusa il Municipio di aver attaccato Pane Quotidiano, ” una realtà  che andrebbe aiutata e non ostacolata – spiega – perchè da tanti anni aiuta chi fa più fatica ed è un pezzo del piano di contrasto alla povertà  che il Comune porta avanti con il terzo settore, spesso senza alcun aiuto da parte dei leghisti”.
A onor del vero, Pane Quotidiano è stato molto duro anche nei confronti del Comune: “sono anni che subiamo atti del genere, ma il Comune si è svegliato solo ora”.
Meglio non commentare.

(da agenzie)

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I SOVRANISTI TEDESCHI MASSACRANO SALVINI: “E’ UN PAZZO, VUOL FAR PAGARE A NOI LA SUA MANOVRA FOLLE”

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

ALICE WEIDEL (AFD) PUNTA IL DITO CONTRO IL LEGHISTA: “DI FRONTE AI PIANI FINANZIARI ITALIANI, GLI ESPERTI HANNO I CAPELLI DRITTI”

Non esiste un fronte sovranista, non esiste una sorta di amicizia tra nazionalisti. Perchè davanti a ogni legge europea ogni partito guarderà  agli interessi del proprio Paese e non dell’Unione.
Anche oggi, ma anche alcune settimane fa con Kurz,il premier autriaco, o ancora con le quote di migranti con Orban, è accaduto questo.
L’estrema destra tedesca che solo pochi giorni fa lo candidava come prossimo presidente della Commissione Ue, ora prende le distanze da Matteo Salvini.
D’altro canto Alice Weidel, leader di Alternative for Deutschland, non ha fatto mancare ultimamente le sue critiche al vice premier leghista, che invece guarda alla sua formazione come parte della formazione sovranista che vuole contare di più in Europa.
“La folle manovra degli italiani a spese della Germania: perchè dobbiamo pagare noi per i ricchi italiani?” scrive Alice Weidel in un tweet.
E ancora, tra stellette: “Orrendo nuovo indebitamento: sono pazzi questi romani!”.
“L’Italia – spiega la presidente del partito dell’ultradestra – si affida alla solidarietà  europea o sul fatto che la Bce annulli i suoi debiti obbligazionari. In questo modo la Germania sarà  ancora una volta l’ufficiale pagatore”.
Il tweet rimanda alla pagina Facebook di Alice Weidel, dove si chiama direttamente in causa Matteo Salvini. “Quando la Ue boccia il progetto di manovra dell’Italia, il ministro dell’Interno strepita: ‘Nessuno prendera’ nemmeno un euro dalle tasche degli italiani’. Ma evidentemente non nota che senza la flebo della Ue l’Italia sarebbe già  da tempo insolvente. Come si può vendere agli europei il concetto che in futuro 400 mila o 500 mila italiani andranno anticipatamente in pensione, ma anche che ci sarà  un reddito minimo e una flat tax? Questi sono atti di beneficenza di uno Stato sociale che altri Paesi membri non osano neanche sognare”.
*E ancora, prosegue Weidel: “Di fronte ai piani italiani, gli esperti finanziari hanno i capelli dritti: con 132% del Pil ci si permette una quota doppia di quella tedesca. Ma Roma ha un monte debiti ormai difficilmente abbattibile di 2,3 mila miliardi di euro. Già  da tempo gli italiani benestanti hanno trasferito i loro patrimoni all’estero. Alla gran parte del popolo non va male, è lo Stato ad essere povero”.
Toni e parole che raffreddano i rapporti tra i due partiti sovranisti. Poche settimane fa, Salvini definiva quelli dell’Afd “i miei amici”. La stessa Alice Weidel, il 5 marzo salutava con un post in italiano la vittoria della Lega alle urne, salvo poi criticare politicamente il leader leghista per aver ceduto troppo ai 5 Stelle.

(da agenzie)

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I SOVRANISTI AUSTRIACI: “L’ITALIA METTE IN PERICOLO TUTTI GLI ALTRI PAESI, NESSUNA COMPRENSIONE”

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

KURZ INFURIATO, MA TUTTI I PAESI EUROPEI NE HANNO LE SCATOLE PIENE DEL GOVERNO ITALIANO

Con una lettera durissima – anche più delle attese – che illustra nel dettaglio la “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità “, la Commissione europea accende ufficialmente i riflettori sul ‘caso Italia’, che già  preoccupa molti leader in Europa.
Finirà  anche sul tavolo dei commissari martedì prossimo, che firmeranno la bocciatura formale della manovra, e dell’Eurogruppo il 5 novembre, che darà  appoggio politico alla decisione dei tecnici Ue.
Due passi scontati, se l’Italia entro lunedì non assicurerà , per iscritto, che cambierà  la manovra e farà  scendere il deficit invece di aumentare la spesa.
Il premier Giuseppe Conte, a Bruxelles, difende i piani del Governo e ridimensiona le accuse dell’Ue. Ma non trova grandi sponde tra i colleghi all’Eurosummit: dalla Germania all’Austria, dalla Francia all’Olanda, alla Finlandia e al Lussemburgo, è ampio il fronte di chi chiede il rispetto delle regole comuni.
Concetto ribadito anche dal presidente della Bce Mario Draghi, che ha messo in guardia dal contestare le regole Ue perchè si danneggia la crescita.
Per Bruxelles il bilancio italiano punta a “un non rispetto particolarmente serio degli obblighi del Patto”, a causa di “una espansione vicina all’1% e ad una deviazione dagli obiettivi pari all’1,5%”. La Ue chiede al Governo di dare una risposta ai rilievi entro lunedì 22 ottobre, in tempo perchè il collegio dei commissari possa discuterne martedì. Ma, ricorda, la deviazione è talmente grave, “senza precedenti”, che l’Italia rischia l’apertura di una procedura per debito eccessivo da un momento all’altro, per deviazioni che peraltro si trascinano da anni. Non basterà  quindi soltanto un’illustrazione più dettagliata delle misure.
Per convincere i commissari Moscovici e Dombrovskis, firmatari della lettera, il Governo dovrà  impegnarsi a cambiare i target.
Cosa che il premier Conte esclude: “Più passa il tempo e più mi convinco che la manovra è molto bella”, ha detto entrando al vertice europeo. “Forse sarà  bella, ma questo è un giudizio estetico. Il problema qui è funzionale, giuridico e politico. E’ una manovra che non rispetta le regole”, ha detto Moscovici, che oggi a Roma ha avuto modo di spiegare direttamente al ministro Tria il senso della lettera e dei timori europei.
La manovra “non può restare al 2,4% di deficit e con uno scarto del deficit strutturale di un punto e mezzo. Chiediamo una correzione”, ha chiarito il commissario. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che Moscovici ha incontrato in serata, ha auspicato “che ci sia il massimo di collaborazione con l’Italia. E che attraverso il dialogo e il confronto si trovi una intesa”. Tria ha assicurato la massima collaborazione nello spiegare misure e riforme. Il vicepremier Di Maio invece attacca: “Se la lettera Ue è un ultimatum, è inaccettabile”.
Intanto i leader dell’Eurozona prendono le distanze da Roma. Molto duro il premier austriaco, presidente di turno dell’Ue: “Non abbiamo nessuna comprensione” per le politiche finanziarie “dell’Italia, “ci aspettiamo che il governo rispetti le regole”.
Al tavolo il caso Italia è ‘l’elefante nella stanza’, riferiscono fonti.
Tanto che l’olandese Mark Rutte, già  duro nei giorni scorsi, decide di sollevare la questione davanti ai colleghi.
E al termine del vertice riferisce anche del bilaterale con Conte: “Sono stato molto chiaro sulla manovra, e gli ho detto che non è un bene nè per l’Italia, nè per l’Europa e l’Eurozona”.

(da agenzie)

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LA PRESIDENTE DEL MUNICIPIO DI SAN LORENZO E LA TRAGICA RISPOSTA DEL QUESTORE: “SE METTIAMO UNA PATTUGLIA DA VOI DOBBIAMO TOGLIERLA DA UN’ALTRA PARTE”

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

ORA TUTTI A INDIGNARSI PER IL DEGRADO DELLA ZONA IN CUI E’ MORTA DESIREE E A FARE GLI SCIACALLI, MA IL MINISTERO DEGLI INTERNI, DA MINNITI A SALVINI, NON HA MOSSO UN DITO

“Me la sento sulla coscienza questa vita”. Lo ha detto la presidente del Municipio II di Roma, Francesca del Bello, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, in merito all’omicidio di Desirèe, la ragazza di 16 anni trovata morta la scorsa settimana in uno spazio occupato nel quartiere di San Lorenzo a Roma.
“Ieri mattina alle 9.30 sono stata al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza dove poi è andato Salvini ma io ero già  andata via. Ho chiesto al Questore di organizzare un presidio fisso, che avevamo già  chiesto tempo fa perchè lì era morta una ragazza. Il Questore ha alzato le spalle dicendo: ‘Presidente abbiamo la coperta corta se noi mettiamo una pattuglia da lei la dobbiamo togliere da un’altra parte’. Aumentare la presenza delle forze dell’Ordine è senza dubbio importante ma c’è anche un tema di disagio sociale. Non conosco bene la storia di questa ragazza ma come ha fatto a trovarsi lì a 16 anni ? Chi ce l’ha portata ? C’è un problema di disagio che deve essere affrontato diversamente”.
“Le ruspe e la violenza — ha concluso la presidente a inBlu Radio – non ci servono. Ci sono dei toni da parte della politica che sono inaccettabili. Non abbiamo bisogno di pensare che il problema della sicurezza in Italia sia legato al tema dei migranti irregolari. Chi governa ha l’obbligo di far capire all’Italia che il problema della sicurezza e illegalità  è a prescindere dal colore della pelle”.

(da agenzie)

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CHI ERA DESIREE MARIOTTINI, LA 16ENNE FRAGILE E RIBELLE MORTA A SAN LORENZO

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

IL PADRE ERA UN NOTO SPACCIATORE, GLI SFORZI DELLA MADRE PER FARLA USCIRE DALLA DROGA, LA FUGA DA CASA E DALLA COMUNITA’

16 anni e un animo inquieto, la voglia di fuggire, di evadere da una realtà  che le stava stretta.
Il ritratto di Desirèe Mariottini, la ragazza di Cisterna di Latina morta a San Lorenzo, emerge dai racconti di chi le voleva bene. La madre, l’amica del cuore, gli abitanti del suo quartiere parlano con i giornali, ricostruiscono il suo carattere, i problemi con la droga, i viaggi a Roma per procurarsela.
Suo padre era un noto spacciatore e a Cisterna di Latina nessuno era disposto a venderle uno spinello.
Dalla madre Barbara la ragazza aveva preso il cognome, per cancellare “l’onta” che si legava a quello del padre Gianluca Zuccheddu.
Barbara – figlia di un sindacalista Cisl e di una cancelliera alla procura di Latina – ha dato alla luce la sua primogenita quando aveva 15 anni, la storia con Zuccheddu si era poi conclusa e lei ha adesso un altro compagno, ma all’ex marito si è rivolta quando non riusciva più a tenere a bada le ribellioni di Desiree.
“Mi picchia, non riesco a gestirla. Gianluca vai a prendere Desy ma non menarle, chiama l’ambulanza, qualsiasi cosa”.
È una madre disperata quella che ad agosto decide di rivolgersi all’ex marito che ha il divieto di avvicinarsi alla famiglia per chiedergli di aiutarla a recuperare Desy. Non è più una storia di spinelli, di hashish, adesso c’è l’eroina e Barbara lo sa.
Lo ammette anche Desy davanti ai poliziotti del commissariato dove è andata a denunciare suo padre che l’ha riportata a casa con due schiaffoni.
Desy fugge quando i servizi sociali, ai quali gli stessi genitori si rivolgeranno formalmente, propongono la comunità . Scappa di casa, scappa da Cisterna. Non andava mai a scuola e tre settimane fa era stata fermata con addosso hashish e tre pasticche di di Rivatril.
Si era allontanata dagli amici di un tempo e nel suo quartiere, per lei, non ci son state manifestazioni o fiori lasciati al cancello di casa.
Stefano Sammarco, gestore del bar del quartiere, non si dà  pace per la sua scomparsa
Lei era fragile, chiusa ma ribelle. Quel piccolo handicap alla gamba che la faceva un po’ zoppicare la condizionava e voleva sentirsi accettata. Forse per questo non si tirava mai indietro.

(da “Huffingtonpost”)

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PUSHER A SAN LORENZO, OTTO SEGNALAZIONI IN SETTE MESI, MA SALVINI NON E’ INTERVENUTO

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

“DENUNCE IGNORATE, FORSE AVREMMO POTUTO SLAVARE DESIREE”: LA DENUNCIA DEGLI ABITANTI

Almeno otto segnalazioni in sette mesi.
Denunce puntualmente presentate al tavolo per la sicurezza dei municipi del centro di Roma, coordinato dalla Prefettura. Il tutto senza alcun effetto visibile.
L’ultima riunione si era svolta proprio pochi giorni prima della morte di Desirèe Mariottini, avvenuta nella notte fra giovedì e venerdì. Una zona franca, nel cuore della Capitale, cui il Municipio II di Roma — che si estende dall’universitaria San Lorenzo fino agli altolocati Parioli — voleva porre fine.
Il primo di questi verbali è stato consegnato alle forze dell’ordine riunite il 12 aprile. Nel testo, dettagliati, venivano descritte le situazioni “di grave pericolo per la sicurezza dei cittadini” e la pericolosa assenza di interventi di bonifica seguenti gli sgomberi periodicamente effettuati.
“Tutte denunce ignorate” arriva oggi a dire, con una certa rabbia, l’assessore municipale all’Ambiente, Rino Fabiano. Una situazione di completa anarchia in un ex complesso abbandonato che si estende fra via dei Lucani, via di Porta Labicana e lo Scalo San Lorenzo.
“Se si fossero prese anche solo in considerazione le nostre denunce, magari avremmo potuto salvare una giovane vita”, attacca Fabiano. Eppure, quel gigantesco complesso post-industriale, presidiato solo da un carrozziere, un ombrellaio e un locale piuttosto noto fra gli universitari, da anni è meta e riparo di una sub società  fatta di sbandati, senzatetto e spacciatori soprattutto di crack, eroina e “pasticche”.
In gran parte africani, ma non solo: ultimamente vi si erano trasferiti anche alcuni “sbandati” fra quelli che abitavano un edificio del quartiere periferico di Tor Cervara, sgomberato nei giorni scorsi dal Comune su ordine della Prefettura.
Un luogo che, secondo fonti investigative, la povera Desirèe aveva già  frequentato in passato.
Quella notte, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c’erano almeno una decina di persone insieme alla 16enne di Cisterna di Latina. Sei di loro, una “amica” conosciuta proprio lì settimane prima — quella che ha chiamato due volte il 118 da un telefono pubblico a tragedia già  consumata — un’altra giovane italiana e quattro ragazzi africani, sono stati interrogati ieri presso la sede della Questura di Roma. Due di loro sono stati fermati con l’accusa di omicidio, violenza sessuale di gruppo e cessione di sostanze stupefacenti.
Sulla morte per overdose non sembrano esserci dubbi (saranno gli esami tossicologici a definire quali sostanze abbiano ucciso la ragazzina), il rapporto sessuale completo c’è stato, mentre gli abusi secondo le stesse fonti potrebbero essere stati consumati quando Desirèe non era già  più cosciente.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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PER CHI AUMENTANO LE TASSE CON LA MANOVRA DEL POPOLO

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

LA PRESSIONE FISCALE PER LE AZIENDE AUMENTERA’ E CIO’ PREGIUDICHERA’ NUOVE ASSUNZIONI, ALTRO CHE CRESCITA

Gratis, notoriamente, vuol dire che paga qualcun altro.
E vale la pena di fare qualche conto allo scopo di scoprire Per chi suona la campana delle tasse nella Manovra del Popolo.
Nonostante l’arrivo della flat tax sulle partite Iva e degli sconti dell’Ires per le società  che reinvestono gli utili in azienda, il Corriere della Sera oggi spiega che la pressione fiscale per le imprese nel 2019 potrebbe aumentare.
Per finanziare i nuovi sgravi, che valgono circa 2 miliardi di euro nel 2019, verranno infatti cancellate altre due agevolazioni, l’ACE (Aiuto alla crescita economica) e l’Iri (Imposta sul reddito imprenditoriale) che insieme ne valgono oltre 4.
E si profila una stangata fiscale da ben 4 miliardi su banche e assicurazioni.
Quello che il cittadino di solito pensa quando scopre che a qualcun altro aumentano le tasse è il classico “Meglio a loro che a me”.
Peccato che in questo caso i soggetti scelti per gli aumenti siano quelli che sono in grado di traslare gli aumenti di tasse in aumenti di tariffe, facendo così pagare a chi deve usare i servizi offerti l’incremento delle imposte.
Il fenomeno, che si chiama traslazione dei tributi, sarà  ben percepito nei mesi successivi all’entrata in vigore delle norme, anche se qualcuno — i soliti — dirà  che sorveglierà  i prezzi per impedire gli aumenti (cosa che non si può fare in realtà ).
E se questo fenomeno vale per banche e assicurazioni, per le imprese c’è la cancellazione dell’imposta sul reddito imprenditoriale:
La cancellazione dell’Iri consentirà  al governo di risparmiare 1,8 miliardi di euro (tanto valevano gli sgravi garantiti dalla nuova imposta) all’anno.
Tra la cancellazione dell’Iri e la flat tax il governo risparmia più di un miliardo di euro nel 2018, quando la pressione fiscale sulle imprese rischia di salire rispetto all’anno in corso.
Nel 2019 sia le piccole che le grandi imprese dovranno rinunciare anche a una parte del credito di imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo, che viene ridotto e rapportato ad un tetto di spesa inferiore.
Le imprese, quelle che dovrebbero assumere i percettori di reddito di cittadinanza, avete presente?

(da “NextQuotidiano”)

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DICHIARAZIONE INTEGRATIVA AL 20%: COSI’ L’EVASORE FISCALE RISPARMIA 40.000 EURO DI TASSE

Ottobre 25th, 2018 Riccardo Fucile

IL CONTO DELL’ORDINE DEI COMMERCIALISTI… E LO SCUDO PENALE E’ RIMASTO

Chi farà  emergere redditi che non aveva dichiarato fino al previsto tetto di 100 mila euro di imponibile potrà  risparmiare, rispetto al suo collega onesto, dai 9.000 ai 12 mila euro all’anno di tasse.
Il conto è del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti e oggi è raccontato da Repubblica, che con un esempio chiarisce la meccanica della dibattuta “dichiarazione integrativa speciale” al 20%, lo strumento principe per introdurre un condono.
Poniamo che il Signor Rossi e il Signor Verdi abbiano entrambi guadagnato 50 mila euro in un anno: il Signor Rossi ha pagato tutto subito (Inps, Irpef, addizionali locali e Irap) e ha speso 25.283 euro in tasse; il Signor Verdi invece ha mentito al fisco e ha dichiarato solo 20 mila euro.
Ora grazie alla “integrativa speciale” dichiara i 30 mila euro mancanti e se la cava con 15.335 euro. Risparmio netto sulle tasse di Verdi evasore rispetto a Rossi onesto: 9.948 euro.
Naturalmente se gli anni evasi sono quattro, dal 2013 al 2016, il risparmio sale a quasi 40 mila euro.
Secondo l’ultimo testo del decreto però gli anni massimi saranno quattro (e quindi sarà  400mila euro la cifra massima) e le singole imposte non si potranno cumulare evitando di raggiungere, come era stato denunciato da più parti, oltre i 2,5 milioni di reddito condonabile.
Roberto Petrini infine segnala che anche la richiesta dei grillini di eliminare lo scudo penale per chi emerge dal nero e fa l’integrativa si è conclusa con un nulla di fatto:
Lo scudo presente nella versione del decreto varata il 15 ottobre in sostanza non cade: in primo luogo perchè la maggior parte dei reati tributari scattano in presenza di soglie superiori ai 100 mila euro di imponibile che possono emergere.
Inoltre la lettura dei commercialisti di Eutekne del testo uscito in Gazzetta ufficiale sembra indicare che in caso di emersione di attività  finanziarie, patrimoniali o contante, resterebbero scudati i reati di fatture false e dichiarazione fraudolenta. Scompare dalla scena anche l’aggravio delle pene detentive (che già  esistono) per gli evasori, che pure i grillini avevano assicurato ci sarebbe stato.
Il Messaggero poi spiega che a causa dell’incrocio tra vecchi e nuovi condoni i vecchi e i nuovi rottamandi si troveranno sullo stesso treno.
E potranno estinguere i ruoli dal 2000 al 2017 con il pagamento del capitale e dell’aggio dovuto all’agente della riscossione in un’unica rata (entro il 31 luglio 2019) o in dieci.
Le rate scadono il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno e saranno quindi spalmate, anche in questo caso, in 5 anni, più convenienti rispetto alle precedenti definizioni agevolate. Se si sceglie il pagamento rateale è previsto un interesse del 2% annuo. L’adesione alla nuova rottamazione va comunicata entro il 30 aprile 2019 (e il fisco dovrà  dare l’ok entro il 30 giugno) e vale anche per chi ha già  optato per la rottamazione (e non è al momento in regola con le rate) e per la rottamazione bis.
La rottamazione è prevista anche per le multe ma in quel caso non c’è lo stralcio ma solo la cancellazione delle sanzioni. Con la domanda di adesione, i contribuenti devono rinunciare a proseguire eventuali cause pregresse con il fisco.
Infine, il governo punta ad introdurre il meccanismo del saldo e stralcio anche delle cartelle più onerose per chi è in difficoltà  economica.
Potrebbero essere previste tre aliquote (6, 10 e 25%, secondo una proposta della Lega) per consentire di abbattere quanto dovuto al fisco per cartelle non pagate.
E sarà  l’Isee lo strumento tecnico per stabilire, eventualmente, a chi e in quale misura ridurre il debito a carico di imprese e cittadini.

(da “NextQuotidiano”)

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