Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
E ORA CHIEDE ALLA COMMISSIONE UE ALTRI 84 MILIARDI DI FINANZIAMENTI. COSÌ SCALZEREBBE L’ITALIA COME PRINCIPALE BENEFICIARIO DEL PIANO…LA RICETTA DEL GOVERNO SANCHEZ: PRIMA HA DEFINITO L’UTILIZZO DELLE SOVVENZIONI, E SOLO DOPO HA CHIESTO I FONDI A DEBITO (NON COME NOI)
Venerdì scorso, mentre in Italia montavano le tensioni e le polemiche per i ritardi del Pnrr, da Bruxelles partiva un bonifico da sei miliardi di euro: direzione Madrid. La Spagna ha già incassato la terza rata del suo piano e viaggia spedita verso il completamento delle milestones e dei target (ha già raggiunto 121 dei 416 obiettivi, il 30%)
Così, mentre nella maggioranza italiana c’è chi valuta addirittura l’ipotesi di rinunciare a una quota dei fondi a disposizione, il governo guidato da Pedro Sanchez non lascia, ma anzi raddoppia: Madrid ha trasmesso alla Commissione la richiesta per avere a disposizione ulteriori 84 miliardi che saranno erogati sotto forma di prestiti.
Un altro passo che potrebbe persino trasformare la Spagna nel principale beneficiario della Recovery and Resilience Facility, il dispositivo finanziario del Next Generation EU che fino a questo momento aveva visto l’Italia come il destinatario numero uno dei fondi.
Un primo sorpasso c’è già stato nel giugno del 2022, quando il ricalcolo della quota spettante a ogni Stato ha permesso a Madrid di ottenere 7,7 miliardi di euro in più, portando il totale delle sovvenzioni da 69,5 a 77,2 miliardi. Otto in più dell’Italia, che però ha sin qui difeso il suo primato grazie ai 122 miliardi di euro in prestiti a tassi agevolati che la Spagna aveva preferito non chiedere subito.
La strategia di richiedere i fondi a debito solo in un secondo momento ha permesso a Madrid di partire con un carico inferiore sulle spalle nella fase d’avvio. Quella più delicata, durante la quale bisognava mettere in moto la macchina delle riforme e degli investimenti.
Lo schema ha permesso al governo Sanchez di rispettare senza troppi problemi gli impegni concordati con Bruxelles: a 21 mesi di distanza dall’approvazione del piano, la Commissione ha già versato 37 miliardi nelle casse di Madrid (il pre-finanziamento più tre rate). E anche la messa a terra dei fondi procede senza intoppi: il ministero delle Finanze sostiene di aver già deliberato appalti e bandi di gara per 23,5 miliardi di euro (sui 37 incassati).
Sul fronte della transizione ecologica – alla quale è dedicato il 40% delle risorse – la Spagna ha avviato un maxi-piano per migliorare l’efficienza energetica di 500 mila edifici residenziali, ma anche progetti per favorire la mobilità sostenibile e per potenziare la produzione di idrogeno rinnovabile.
Accanto a una riforma del reddito minimo, è stato lanciato un piano contro la disoccupazione giovanile e sono state adottate leggi per scoraggiare il ricorso a contratti a tempo determinato oltre che per migliorare le condizioni dei rider. È stata poi avviata la travagliata riforma delle pensioni sulla quale è stata trovata un’intesa con Bruxelles: il Parlamento ha già approvato il decreto e il governo è convinto di chiudere a breve l’accordo con i sindacati in modo da poter sbloccare anche la quarta rata di finanziamento.
(da La Stampa)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
“NON SOFFRE DI NESSUNA PATOLOGIA, NON HA SEGRETI CLINICI. MA LA SUA PAURA PER UNA INFEZIONE DA COVID È ANCORA PARANOICA”… PUTIN NON USA LO SMARTPHONE, NON VA SU INTERNET, SI INFORMA SOLO ATTRAVERSO LA TV DI STATO
È in condizioni di salute «migliori di quelle di molte persone della sua età», ma «teme patologicamente» per la sua vita. Non utilizza internet, si informa attraverso la tv di Stato. La sua paura per una infezione da Covid è ancora «paranoica» e per questo pretende che il personale al suo servizio continui a sottoporsi a lunghe quarantene.
A raccontare questi dettagli così intimi della vita di Vladimir Putin è una persona che gli è stata al fianco per anni.
Gleb Karakulov ha servito Putin per tredici anni. Come ingegnere della squadra delle comunicazioni dell’Fso (il Servizio federale di protezione, responsabile delle scorte del presidente e degli alti ranghi dello Stato) ha seguito lo Zar in oltre 180 viaggi, sempre pronto a garantire a lui e ai suoi immediati sottoposti linee di comunicazione sicure in qualsiasi circostanza.
L’ultima trasferta in ordine di tempo, ad Astana, a metà ottobre. Poi la fuga con la sua famiglia, dopo mesi di pianificazione: prima la Turchia, ora un luogo sicuro (e segreto).
Un «bozzolo, isolato da una serie di barriere» nel quale la realtà è distorta dalle uniche fonti di informazione che lo Zar consulta: niente internet, niente smartphone. Solo i canali statali, che devono essere disponibili anche quando si trova all’estero. Selezionatissimi anche i contatti.
Dopo tre anni di pandemia, Putin ha ancora una terribile paura di essere contagiato, e per essere ammessi alla sua presenza sono necessari quattordici giorni di quarantena. E pensare che, stando a quanto afferma Karakulov, Putin è piuttosto in forma: «Non soffre di nessuna patologia, non ha segreti clinici». Poche parole che smontano dozzine di teorie su malattie più o meno gravi che affliggerebbero il capo del Cremlino. Che però la buona salute non rassicura: «La sua patologia è che teme continuamente per la sua vita».
Vita che trascorre nelle numerose residenze (compreso il faraonico palazzo sulle sponde del mar Nero la cui esistenza è stata svelata da Aleksej Navalny): in ognuna di esse Putin avrebbe fatto costruire repliche dell’ufficio di Mosca, così da poter fingere di essere sempre collegato dalla capitale.
A fargli compagnia in ogni buen retiro sono i familiari, altro «segreto poco segreto» dello Zar che avrebbe figli e amanti più o meno noti nelle ristrette cerchie del Cremlino.
(da Il Corriere della Sera)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
LA MELONI DICEVA CHE “LE CONDANNE DEVONO ESSERE SCONTATE TUTTE”, POI PREMIA UNA CONDANNATA CON UNA CARICA ISTITUZIONALE
Augusta Montaruli (Fdi) e Maria Elena Boschi (Az-Iv) sono state elette vicepresidenti della Commissione di Vigilanza Rai rispettivamente con 16 e 19 voti. Due voti sono andati a Stefano Candiani (Lega), 5 le schede nulle. Fin qui nulla di strano.
Solo che Augusta Montaruli non solo è una condannata con sentenza definitiva ma anche l’appartenente di un partito che ha sostenuto in campagna elettorale – tramite Giorgia Meloni – che le sentenze di devono scontare tutte, ossia senza gli conti e benefici dell’attuale sistema.
Ma evidentemente quando tocca a loro tutto cambia.
E così la Montaruli non solo non si è dimessa da deputata ma è stata addirittura premiata con la vice-presidenza della Vigilanza Rai dove potrà comodamente scontare la sua condanna, oltre alla buvette dei Montecitorio.
A metà febbraio Augusta Montaruli (Fratelli d’Italia), condannata in via definitiva a un anno e 6 mesi.
Montaruli era entrata in consiglio regionale con il Popolo della Libertà, quando il presidente era Roberto Cota. Insieme ad altri consiglieri era finita nella bufera giudiziaria dopo che la Procura torinese aveva contestato dei rimborsi gonfiati.
Le spese riguardavano cene, abiti di lusso, gioielli, borse, ma anche corsi sull’uso dei social network e libri. Gli inquirenti avevano contestato alla Montaruli spese improprie per un totale di 41.552 euro, nel periodo dal 2010 al 2012.
In primo grado era stata condannata a quattro mesi per finanziamento illecito, in quanto si era fatta rimborsare una spesa di un ristorante per duecento euro dove si era tenuto un incontro elettorale con Maurizio Marrone, all’epoca dei fatti suo marito e oggi assessore regionale.
Le accuse erano state rilanciare in appello e Montaruli era stata condannata per peculato, per essersi fatta rimborsare secondo l’accusa spese per circa 25mila euro.
(da Globalist)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
FDI 28,8%, PD 20,6%, M5S 16,4%, LEGA 9%, AZIONE 7,3%. FORZA ITALIA 6,2%, VERDI-SINISTRA 2,7%, + EUROPA 2%
L’ultimo sondaggio effettuato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, e diffuso ieri, lunedì 3 aprile, mostra un lieve calo per Fratelli d’Italia, che rimane saldamente primo partito italiano. E si registra anche un’ulteriore crescita delle percentuali del Partito Democratico, alle prese con il restyling voluto dalla neo segretaria Elly Schlein.
Per quanto riguarda il consenso dei partiti, se si andasse a votare oggi Fratelli d’Italia sarebbe di poco sotto il 29%, mentre il Pd che, per la prima volta in questa legislatura ha superato la soglia del 20% la settimana scorsa, ha guadagnato un altro mezzo punto.
Positiva la rilevazione anche per il M5S e per gli altri partiti di centrodestra, Lega e Forza Italia mentre tutti gli altri sono in lieve discesa.
Secondo il sondaggio Fratelli d’Italia si attesterebbe al 28,8%, con una variazione di -0,1% rispetto a 7 giorni fa. Una perdita questa, che potrebbe essere determinata dalle polemiche per i ritardi del Pnrr.
Il Partito Democratico continua la sua ascesa, con un +0,5% rispetto al sondaggio precedente: oggi è dato al 20,6%.
Anche il M5s, sempre all’inseguimento dei dem, fa registrare un aumento di consenso, esattamente dello 0,6%: oggi il partito guidato da Giuseppe Conte è al 16,4%.
Come si diceva crescono anche gli altri due partiti della maggioranza, Lega e Forza Italia: la prima guadagna lo 0,2% e mantiene il quarto posto tra i partiti italiani con il 9%; la seconda aumenta la sua percentuale dello 0,3%, e arriva al 6,2%.
In mezzo tra le due troviamo il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che però cede lo 0,3%, nonostante abbia confermato il progetto, entro l’autunno, di formalizzare la nascita di un partito unico: per il momento Azione/Iv si deve accontentare del 7,3%.
Rispetto a 7 giorni fa va giù anche Alleanza Verdi Sinistra, che perde lo 0,1% e arriva al 2,7%. In calo anche le altre forze politiche: Per l’Italia è al 2,2%, con un calo dello 0,2%; +Europa scende al 2%, perdendo lo 0,3%; Noi Moderati è poco sopra l’1%, all’1,2% (variazione dello -0,1%). Cresce il partito degli indecisi e degli astenuti, che raggiungono il 42,1% (+1,8% in un sola settimana).
(da Fanpage)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
LA DESTRA ASOCIALE DELLA MELONI HA INTRODOTTO PERSINO IL “CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO OCCASIONALE”, NUOVO STRUMENTO DI SFRUTTAMENTO
“Invece di fare battute di cattivo gusto che non c’entrano con la realtà e mancano di rispetto alle nuove generazioni, metta in campo azioni che rafforzano l’applicazione dei contratti di lavoro”. Giovanni Mininni, appena confermato segretario generale della Flai, il sindacato dell’agroindustria della Cgil, risponde senza mezzi termini al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che dal palco del Vinitaly a Verona, ha lanciato un appello ai giovani: “Nelle campagne c’è bisogno di manodopera, i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura”. E con l’occasione ha dato l’ennesima sferzata al Reddito di cittadinanza: “Stare sul divano e gravare sulle spalle altrui col reddito di cittadinanza non è un modello di civiltà”. Quanto al Rdc, Mininni dà una lettura diversa: “Il problema di quella misura, semmai, è che in Italia manca il lavoro, soprattutto quello “giusto”, mentre quello “indecente” si afferma sempre più”.
Mininni, l’agricoltura può essere un’occasione per i giovani disoccupati, come dice il ministro?
Mi spiace, ma è giusto che un giovane se ne stia lontano da questa agricoltura. E proprio questo governo c’ha messo del suo per rendere il settore ancora meno attrattivo, introducendo una nuova forma contrattuale che è addirittura peggio dei voucher, perché impiegabile senza tetti e senza limiti: il contratto di lavoro a tempo determinato occasionale.
Perché è addirittura peggio dei voucher?
Il contratto può impiegare cassintegrati, giovani, studenti, pensionati, anche i detenuti. Per un massimo di 45 giorni l’anno. E qui arriva il bello: queste giornate possono essere cumulate in un intero anno, le prime a gennaio e le ultime a dicembre, magari. Ma la busta paga viene fatta solo alla fine del rapporto di lavoro, la cui durata dipende esclusivamente dalla volontà del datore. Inutile dire quanto tutto ciò renda i lavoratori agricoli ancora più precari e ricattabili, possibilmente alla mercé di caporali e sfruttatori che grazie a uno strumento simile possono fare quello che vogliono. E questa scelta il governo l’ha fatta in un settore dove l’irregolarità già arriva al 60% dei rapporti.
Sa di guerra tra poveri.
Per forza. Non c’era bisogno di introdurre il lavoro occasionale in un settore dove per ovvie ragioni, legate ai cicli biologici, il lavoro è a giornata. In agricoltura solo il 10% dei contratti è a tempo indeterminato. Il resto è a termine ma, pur con la necessità di migliorare, la busta paga si fa anche alla fine di una sola giornata, la previdenza è calcolata e c’è un un minimo di diritti, come la malattia e la disoccupazione se si superano i 51 giorni lavorati in un anno. Ecco, è a queste persone che farà concorrenza il nuovo contratto del governo, introdotto in via sperimentale per due anni e, grazie alle nostre proteste, escludendo per ora i lavoratori già nel settore. Ma l’intenzione è chiara: estenderlo a tutti. Checché ne dica la ministra del Lavoro Calderone, così si destruttura il settore. Sa che le dico? Ridateci i voucher, almeno erano parametrati e limitati.
Che agricoltura è questa?
Visto che l’emergenza manodopera torna puntualmente ogni anno, ribadiamo che l’agricoltura non è attrattiva. E adesso lo sarà anche di meno con questo nuovo contratto. Un giovane si fa trattare così? Con che mentalità posso accettare un lavoro che mi tiene sempre sotto ricatto, che mi paga a distanza di mesi e mesi? Possono essere questi gli strumenti con cui si avvicinano le persone all’agricoltura? Tutto il contrario, e certe battute sono davvero inopportune. Piuttosto, cosa intende fare il ministro per il sottosalario e lo sfruttamento, le vere piaghe del settore? Con l’inflazione i salari scendono facilmente sotto il livello di povertà e la contrattazione da sola non basta. Vanno detassati gli stipendi: la Cgil ha chiesto la riduzione di 5 punti di cuneo fiscale, ma questo governo non ci ha nemmeno risposto, né abbiamo ancora sentito alcunché sul contrasto al caporalato. Al contrario, si offre a chi vuole sfruttare i lavoratori lo strumento per farlo.
Anche in agricoltura si fanno avanti digitalizzazione e intelligenza artificiale.
Presto i computer affiancheranno l’agronomo, in alcuni casi fino a sostituirlo, stabilendo i tempi migliori per la raccolta, elaborando milioni di dati. Poi i robot nei campi, che imporranno la redistribuzione del lavoro, la settimana corta. Sono questioni imminenti che rilanciano il vero problema: la scarsità di lavoro. Che, ricordiamolo, in un modello di sviluppo capitalistico è fisiologica ma anche voluta perché funzionale al sistema. Basta con le battute sul Reddito di cittadinanza, col dare la colpa della povertà ai poveri. Lollobrigida e i suoi colleghi non possono pensare che esista sempre lavoro per tutti o che in futuro ce ne sarà di più. Semmai il contrario. E un sostegno al reddito, comunque lo si chiami, sarà via via più necessario con questo modello di sviluppo, che estende il lavoro precario e non dà lavoro a tutti.
(da Globalist)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DI SAVE THE CHILDREN: PER LO PIU’ E’ LAVORO SOMMERSO
Il lavoro minorile è diffuso in tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione. Nel nostro Paese sono 336mila i bambini e gli adolescenti di età compresa tra i 7 e i 15 anni che hanno avuto esperienze lavorative. Tuttavia, si tratta di un fenomeno ancora per lo più sommerso e dannoso per i percorsi scolastici e il loro benessere psicofisico.
È quanto emerge dall’indagine condotta da Save The Children e intitolata “Non è un gioco”. L’analisi, realizzata a dieci anni di distanza dalla presentazione degli ultimi dati e delle ultime ricerche sul lavoro minorile in Italia, ha l’obiettivo di definire i contorni del fenomeno, comprenderne le caratteristiche, l’evoluzione nel tempo e le connessioni con la dispersione scolastica, e vuole sopperire almeno parzialmente alla mancanza di una rilevazione sistemica di dati sul tema in Italia.
I numeri del fenomeno in Italia
Nello specifico, emerge dal report, si stima che nel nostro Paese 336mila minorenni tra i 7 e i 15 anni abbiano avuto esperienze di lavoro, continuative, saltuarie o occasionali – il 6,8% della popolazione di quell’età, quasi 1 minore su 15.
Tra i 14-15enni che dichiarano di svolgere o aver svolto un’attività lavorativa, un gruppo consistente (27,8%) ha svolto lavori particolarmente dannosi per i percorsi educativi e per il benessere psicofisico, perché svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure svolti in orari notturni o, ancora, perché percepiti dagli stessi intervistati come pericolosi. Dalle stime effettuate si tratta di circa 58mila adolescenti.
La maggioranza dei minori che dichiara di aver lavorato durante l’ultimo anno o in passato ha iniziato dopo i 13 anni (53,8%), il 6,6% prima degli 11 anni. Circa due terzi dei minorenni che hanno sperimentato forme di lavoro sono di genere maschile (65,4%) e il 5,7% ha un background migratorio.
I settori più interessati dal lavoro minorile
I settori prevalentemente interessati dal fenomeno del lavoro minorile sono la ristorazione (25,9%) e la vendita al dettaglio nei negozi e attività commerciali (16,2%), seguiti dalle attività in campagna (9,1%), in cantiere (7,8%), dalle attività di cura con continuità di fratelli, sorelle o parenti (7,3%).
Ma emergono anche nuove forme di lavoro online (5,7%), come la realizzazione di contenuti per social o videogiochi, o ancora il reselling di sneakers, smartphone e pods per sigarette elettroniche. Nel periodo in cui lavorano, più della metà degli intervistati lo fa tutti i giorni o qualche volta a settimana e circa 1 su 2 lavora più di 4 ore al giorno.
Il rapporto tra lavoro e giustizia minorile
Nello studio dell’Organizzazione è stata indagata anche la relazione tra lavoro e giustizia minorile, mettendo in luce un forte legame tra esperienze lavorative troppo precoci e coinvolgimento nel circuito penale. Quasi il 40% dei minori e giovani adulti presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile – più di uno su 3 – ha affermato di aver svolto attività lavorative prima dell’età legale consentita. Tra questi, più di un minore su 10 ha iniziato a lavorare all’età di 11 anni o prima e più del 60% ha svolto attività lavorative dannose per lo sviluppo e il benessere psicofisico.
“Per molti ragazzi e ragazze in Italia l’ingresso troppo precoce nel mondo del lavoro, prima dell’età consentita, incide negativamente sulla crescita e sulla continuità educativa, alimentando il fenomeno della dispersione scolastica. Sono ragazzi che rischiano di rimanere ingabbiati nel circolo vizioso della povertà educativa, bloccando di fatto le aspirazioni per il futuro, anche sul piano della formazione e dello sviluppo professionale, con pesanti ricadute anche sull’età adulta”, ha commentato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children.
(da Fanpage)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
LE IMMAGINI SEMBRANO CONFERMARE QUESTA TESI: LA RAGAZZA ERA SEDUTA VICINO ALLA VITTIMA AL MOMENTO DELL’ESPLOSIONE, QUANDO AVREBBE POTUTO ALLONTANARSI IN TEMPO
«Mia moglie è stata incastrata» avrebbe dichiarato il marito di Darya Trepova, Dmitry Rylov. La donna, arrestata con l’accusa di aver portato l’ordigno che ha fatto esplodere l’interno di un caffè a San Pietroburgo causando la morte del blogger propagandista russo Vladlen Tatarsky (il cui vero nome era Maxim Fomin), potrebbe essere stata a sua volta vittima dell’accaduto.
Dai video ripresi sia all’interno del locale che all’esterno, poco dopo l’esplosione, è possibile constatare che Darya rimane coinvolta nell’esplosione e probabilmente ignara di quanto sarebbe successo fino a quel momento.
All’interno del canale Telegram News 112, lo stesso che aveva diffuso per primo il video dell’esplosione dall’esterno del locale, sono stati pubblicati altre clip in qualche modo riprese e condivise dai cellulari dei presenti.
Nella prima Darya aveva appena consegnato la statua a Vladlen, per poi sedersi in prima fila a breve distanza da quest’ultimo e dallo stesso ordigno.
Osservando le immagini, sembra che sia ignara di quanto stia per accadere, a meno che non fosse intenzionata a compiere un gesto da “kamikaze”. Ad un certo punto l’audio scompare, impedendo di conoscere le parole della ragazza sul finale quando prima mette le mani in avanti per poi coprirsi la bocca ridendo mentre continua ad osservare Vladlen.
Nell’ultima clip, registrata da un cellulare all’esterno e poco dopo l’esplosione, la stessa Darya viene ripresa mentre esce dal locale a piccoli passi e toccandosi il volto. Verso la fine del video sembra allontanarsi insieme a un’altra donna con la quale aveva dialogato appena uscita dal locale.
Al momento, Darya ha ammesso di aver portato la statuetta all’interno del locale. Nella sua confessione video evita però di dire, almeno per il momento, il nome di chi le avrebbe consegnato l’ordigno. Secondo quanto riportato dal canale News 112 e da altri media russi come RBC.ru, citando fonti della stessa polizia russa, Darya avrebbe dichiarato di non aver immaginato che all’interno della statuetta ci fosse una bomba, quanto piuttosto una cimice, una microspia.
Secondo le ultime ricostruzioni, le autorità russe sostengono che l’ordigno sia stato inviato a Mosca e consegnato a Darya per portarlo a San Pietroburgo. Il sospetto è che sia stato spedito dal territorio ucraino e che dietro tutto ci possa essere Roman Popkov, ex leader del Partito nazionale bolscevico (Nbp) attualmente residente a Kiev, il quale nega ogni coinvolgimento dal suo canale Telegram: sostiene di conoscerla via Twitter, ma di non averle dato ordini o di averla presentata a qualche spia ucraina.
(da Open)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
“PERSONE FORTI E AFFIDABILI MI HANNO AIUTATO”: NON AVEVAMO DUBBI (E ALTRI HANNO DORMITO)
Artem Uss è tornato in Russia: il magnate e figlio del governatore di Krasnoyarsk in Siberia, evaso dai domiciliari in Italia, ha fatto sapere di essere riuscito a rientrare nel suo Paese. “Sono in Russia. In questi giorni particolarmente drammatici, persone forti e affidabili sono state con me. Grazie a loro”, ha detto all’agenzia di stato Ria Novosti, accusando l’Italia.
“Il tribunale italiano, sulla cui imparzialità inizialmente contavo, ha dimostrato la sua chiara parzialità politica”, ha aggiunto. Nella situazione internazionale attuale, quando i cittadini russi sono oggetto di “giochi senza regole””, il ritorno in patria, anche in un modo così “non standard”, è una vittoria.
Uss, arrestato in Italia, era ricercato negli negli Usa per contrabbando di petrolio dal Venezuela verso la Russia e la Cina e frode bancaria, e ancora per traffico di tecnologie militari dagli Stati Uniti verso la Russia. L’indagine Usa cercava di ricostruire la rete che ha permesso alla Russia di ottenere componenti importanti per la produzione di armi hi-tech da usare in Ucraina.
Uss rischiava trent’anni di carcere, gli americani ne avevano chiesto l’estradizione e il tribunale italiano l’aveva appena autorizzata.
Ma l’uomo è riuscito a fuggire dai domiciliari alla periferia di Milano, nonostante il braccialetto elettronico e probabilmente con la complicità dei servizi segreti russi (e non solo)
(da agenzie)
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Aprile 4th, 2023 Riccardo Fucile
LA PATOLOGIA DI CUI SOFFRE SI SAREBBE AGGRAVATA… SECONDO ALTRE VOCI SAREBBERO LE CONSEGUENZE DI UN AVVELENAMENTO
Si intensificano le voci sullo stato di salute critico di Ramzan Kadyrov e sull’organizzazione della successione a Grozny, dopo che lo scorso 21 febbraio il Presidente ceceno non ha assistito al discorso di Putin alla nazione e che pochi giorni dopo, il 3 marzo, il Presidente russo ha ricevuto al Cremlino il figlio 17enne, Akhmad (che porta lo stesso nome del nonno, l’indipendentista poi passato al fianco dei russi) accompagnato dal consigliere per il clima del Cremlino, Ruslan Edelgeriyev.
In molti hanno associato l’episodio a quanto nel 2004 Putin ricevette, poco dopo l’assassinio di Akhmad Kadyrov, Ramzan Kadyrov.
Lo scorso settembre Akhmad Kadyrov nipote è stato nominato assistente del Presidente ceceno e poi Presidente della sezione cecena dell’organizzazione putiniana «Movimento dei primi».
Secondo Bild, Kadyrov padre soffrirebbe di un problema grave ai reni. Per curarlo sarebbe stato fatto arrivare da Abu Dhabi un nefrologo. Un’altra teoria riportata dai blog parla di un avvelenamento di Kadyrov, nel solco una tradizione per la verità inaugurata in Cecenia ben prima che contro Aleksei Navalny.
Ma il 13 marzo Kadyrov era volato a Mosca per incontrare Putin per mettere a tacere le voci: «Spiace deludere coloro che si trastullano con la speranza che io sia malato incurabile», aveva affermato allora.
Alcuni anni fa, fonti della cerchia di Kadyrov avevano parlato a Novaya Gazeta di un disturbo del Presidente con una mortalità del 30 per cento. Dallo scorso giugno c’è stato un rapido deterioramento della patologia. Che secondo le fonti del giornale russo può portare a dolori lancinanti che impediscono il sonno e non sono trattabili neanche con gli antidolorifici più forti e malfunzionamento di reni e polmoni.
L’attività di Kadyrov è diminuita in modo evidente. Proprio lo scorso giugno, i tre figli di Kadyrov, Akhmad, Adam e Zelimkan, hanno iniziato a partecipare, ripresi dai media locali, alle riunioni di governo e a visite nella repubblica, sono stati anche inviati in zona di guerra in Ucraina.
(da Globalist)
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