Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
IL COGNATINO D’ITALIA SI PRENDE GLI APPLAUSI DEGLI IMPRENDITORI A CUI LOLLOBRIGIDA DOVREBBE INVECE DIRE DI ALZARE GLI STIPENDI E NON FARE PROPAGANDA SULLA PELLE DEI PIÙ POVERI
“C’è bisogno di immigrazione legale e il primo nemico è quella illegale e c’è bisogno di combattere i clandestini”. Ad ora il governo non sta pensando alla riapertura del decreto flussi ma in futuro “c’è la volontà di organizzarli seriamente cercando di rapportarci con le nazioni di provenienza dei migranti, facendo informazione e formazione ma prima di fare questo dobbiamo mettere tutti gli italiani che sono in condizione di lavorare di farlo perché voglio lanciare una messaggio chiaro lavorare in agricoltura non è svilente”.
E il ministro, tra gli applausi, aggiunge: “Lo dico a chi è sul divano mentre prende il reddito di cittadinanza”.
Le imprese del mondo agricolo da tempo chiedono di poter impiegare nei campi i percettori del reddito di cittadinanza.
Quel che è certo, però, è che al momento non è sul tavolo del governo la riapertura del decreto flussi anche se Lollobrigida si dice convinto che “i nostri imprenditori hanno bisogno di manodopera esterna quando manca quella interna”.
(da Dagoreport)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
GLI AVVOCATI DEI FAMILIARI DELLE VITTIME: “COME E’ POSSIBILE NON PROCLAMARE UNA MISSIONE DI SOCCORSO (SAR) GIÀ ALLE 23.03, QUINDI 5 ORE PRIMA DELLA TRAGEDIA?… “È EVIDENTE A TUTTI CHE CI FOSSE UNA LINEA DI GALLEGGIAMENTO BASSISSIMA SEGNO CHE INSISTEVANO DIVERSE PERSONE SOTTO COPERTA”
I migranti tornano a denunciare l’Italia sulla strage di Steccato di Cutro, mentre sale a 92 il numero delle vittime. Oggi pomeriggio, a distanza di 36 giorni dalla tragedia, è stato rinvenuto un cadavere in località “Santa Monica” della frazione “San Leonardo” di Cutro. Si tratterebbe di un giovane di circa 20 anni. Il corpo è stato portato nel cimitero di Cutro, a disposizione della Procura della Repubblica di Crotone.
Intanto, agli esposti già presentati nei primi giorni successivi al drammatico naufragio dello scorso 26 febbraio a largo delle coste calabresi se ne aggiunge – agli atti dell’inchiesta – un ultimo depositato ieri dai legali torinesi e greci di alcuni familiari delle vittime. Che mette nel mirino anche Frontex, l’agenzia internazionale di soccorso, rea di aver – in prima battuta – diniegato agli avvocati (per asseriti vizi di forma”) l’accesso agli 11 file che hanno “cristallizzato” quanto avvenuto quella notte comprese le registrazioni di bordo tra piloti e membri dell’equipaggio. Chiedono ai pm di Crotone di “acquisirli tutti”.
E rilanciano su come sia stato possibile non “proclamare una missione di soccorso (Sar) già alle 23.03, quindi 5 ore prima della tragedia “parlando buona navigabilità quando dal video diffuso negli scorsi giorni” e di cui molti erano in possesso già quella notte (sicuramente Frontex ndr) “è evidente a tutti che ci fosse una linea di galleggiamento bassissima segno che insistevano diverse persone sotto coperta” ad aumentare il carico della nave in maniera spropositata “rendendola chiaramente un’imbarcazione in grave difficoltà”.
Più in generale rileva per i legali il fatto che “la segnalazione – a prescindere dall’assunto sulla buona navigabilità o meno – contenesse elementi ampiamente sufficienti per avere la certezza di migranti a bordo”.
E c’è infine il fronte dei soccorsi pervenuti a terra, cioè dopo le 4.10 orario del naufragio: “Perché la Capitaneria di porto – domandano ai pm – è giunta sul posto alle 6.50 ossia due ore e mezzo dopo il drammatico schianto sulla secca nonostante fosse a conoscenza dell’esistenza del caicco da parecchie ore? Ovvio è che un intervento tempestivo avrebbe quantomeno potuto evitare l’aggravarsi della tragedia posto che _ per quanto appreso – alcuni (imprecisati) naufraghi sarebbero morto per intervenuta ipotermia”.
E su questo punto si innesta la testimonianza resa di fronte al tribunale dei minori, nel corso dell’incidente probatorio convocato per cristallizzare le prove contro il presunto scafista minorenne, da uno dei sopravvissuti Algazi Firas che si è visto morire tra le braccia il fratellino di 6 anni. Il caso, raccontato da La Stampa nei giorni scorsi, si arricchisce di nuovi dettagli emersi nella deposizione: “Quando c’è stato l’urto ho visto delle luci arrivare dalla spiaggia. Eravamo sottocoperta, ho preso mio fratello e, presi dal panico, ci siamo buttati a mare. Eravamo in acqua già dalle 4, ci siamo rimasti tre ore, il bimbo è morto dopo un’ora ma è rimasto sempre nelle mie braccia: non l’ho lasciato andare anche dopo che non respirava più. Sono stato soccorso in mar dalla guardia costiera e una volta a bordo della loro nave sono svenuto. Abbiamo chiesti aiuto agli scafisti, ma nessuno ci ha soccorso”.
(da La Stampa)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
L’EVENTO È STATO ORGANIZZATO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO
“Sono emozionatissimo e molto stanco, perché stanotte non ho dormito per nulla. Il presidente della Repubblica incontra i miei ragazzi. Non riesco ancora a crederci”: Nico Acampora, fondatore e presidente di PizzAut, oggi a Monza alla presenza di Sergio Mattarella taglierà il nastro per l’inaugurazione ufficiale del secondo ristorante italiano gestito da ragazzi autistici.
“Avere oggi qui Mattarella significa avere un grande gesto di vicinanza alle persone autistiche: non so quanti altri capi di Stato faranno un gesto di questa portata. Spero che la sua presenza stimoli le altre parti dello Stato a fare di più, perché oggi in Italia ci sono pochi insegnanti di sostegno, poche terapie, quando la diagnosi arriva la presa in carico è tardiva. Speriamo che tutto il sistema sia vicino a noi”, spiega Acampora, mentre Mattarella è arrivato accolto da molti applausi e anche dal sindaco di Monza Paolo Pilotto.
“Grazie di avermi invitato. È davvero bello quello che avete realizzato, la pizza era squisita. Complimenti per quello che avete fatto. Ho ammirato la vostra professionalità di alto livello. Vi realizzate lavorando in maniera eccellente. Grazie a Nico Acampora perché tutti credevano fosse impossibile quello che sognava. Questo non è solo un esempio, ma un luogo di normalità – ha detto Sergio Mattarella – Nessuno è uguale a un altro e tutti devono avere la possibilità di esprimersi. Nico ha fatto questo, quindi esprimo la mia riconoscenza a lui e a voi che avete dimostrato cos’è impegnarsi. Per me è un complimento essere uno di voi. Auguri per le tappe successive”.
Un evento organizzato in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. L’anno scorso PizzAut aveva celebrato la ricorrenza in Vaticano, insieme a papa Francesco. “Un anno fa con monsignor Raimondi siamo andati da Papa Francesco, e il Santo Padre ci ha chiesto di cucinare per i 200 senzatetto di piazza San Pietro. E’ stato impressionante vedere i nostri ragazzi che aiutavano questi clochard, abbiamo fatto la pizza Cantico delle creature, e il Papa ha messo il nostro grembiule, spiegando che i nostri ragazzi possono essere il buon samaritano per gli altri. Voleva dire quindi che questi ragazzi sono soggetti attivi di carità, non oggetti di pietismo”.
Il capo dello Stato è stato accolto con l’esecuzione dell’Inno alla Gioia da parte di Andrea Malorni, uno dei ragazzi di PizzAut che da qualche mese ha imparato a suonare il violino, poi ha assistito alla firma del contratto di assunzione a tempo indeterminato di due camerieri autistici, Gabriele Nughes e Beatrice Tassone. Dopo la benedizione di monsignor Luca Raimondi – “qui le fragilità dell’uomo diventano testimonianza della bellezza delle diversità” – è iniziato il momento musicale della giornata.
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
SECHI GUADAGNA 180.000 EURO L’ANNO, CIFRA MAI COSI’ ALTA
Per averlo a Palazzo hanno dovuto fargli ponti d’oro, anche se è sempre troppo poco: Mario Sechi da capo ufficio stampa del presidente del consiglio Giorgia Meloni guadagnerà, di riffa e di raffa, 180 mila euro all’anno. Una cifra che infrange ogni record rispetto a quella accordata ai suoi predecessori che pure non scherzavano a stipendi, ma mai come quello che da marzo spetta all’ex direttore dell’Agi e si capisce. Sechi vale tanto oro quanto pesa e non c’è prezzo giusto che tenga, almeno a sentir lui che accomiatandosi dalla direzione dell’agenzia di stampa dell’Eni, si è autocelebrato con un discorso ormai entrato negli annali della modestia: quarantacinque minuti di “io” finiti registrati parola per parola da qualche suo redattore deciso a sbertucciarlo a dovere: “Prima di venire qua ero molto felice, guadagnavo benissimo, facevo una vita migliore di questa, non mi svegliavo alle 5 e non andavo a letto all’una inoltrata. Ne esco che sto un po’ peggio di salute”.
Morire, dormire, sognare forse. Restare dunque? No, andare a Palazzo Chigi e non ci sono dubbi amletici. Né vil denaro che tenga: “Per me è un sacrificio economico enorme. Ma ho intenzione di restituire qualcosa a questo Paese”. Eroico. Anzi patriota, anche se non proprio gratis et amore dei.
Fatto sta che il costo complessivo della comunicazione della premier schizza a quota 735 mila euro con la decisione di strappare all’ Eni Sechi. Ché il costo del suo arruolamento si è aggiunto ai 160 mila euro di Giovanna Ianniello, storica portavoce di Meloni ora nell’ufficio della presidente del Consiglio con l’incarico di coordinarne gli eventi di comunicazione.
E poi c’è l’ufficio stampa in senso proprio dove Sechi ha già trovato al lavoro il vice capo ossia Fabrizio Alfano (120 mila euro), l’esperto senior di sito internet, web e social media Tommaso Longobardi (80 mila), l’esperto non senior Alberto Danese (20 mila), Carmelo Dragotta (75 mila), Stefania Gallo (50 mila), mentre in prestito rispettivamente dal Cnr e da Cassa Depositi e prestiti, erano già arruolati Marco Ferrazzoli (25 mila) e Gabriella Oppedisano (25 mila).
Per dire dei precedenti governi, l’ufficio stampa e del portavoce del premier Mario Draghi affidato a Paola Ansuini (a lei la Presidenza del Consiglio ha riconosciuto a titolo di indennità 55 mila euro che si sommava al trattamento erogato da Banca d’Italia) presentava un conto annuo di 649 mila euro.
Quello di Giuseppe Conte un totale di 662mila. Subito dietro in classifica il governo Letta: 7 persone per 629mila euro totali, a seguire quello Gentiloni con 525mila euro per 7 dipendenti.
Diverso il calcolo per Matteo Renzi passato dai 4 collaboratori degli inizi per 335mila euro ai 605mila di fine mandato con 7 persone.
Nel chi è chi dei più pagati di sempre, con annesse polemiche lo spin doctor dell’ex Rottamatore, Filippo Sensi (oggi senatore del Pd) che guadagnava 169 mila euro. Più o meno la stessa cifra di Rocco Casalino che (come in precedenza Sensi) era non solo capo ufficio stampa ma pure portavoce del premier Giuseppe Conte. In epoca più recente il campione di Mario Draghi, è stato Ferdinando Giugliano con la signora cifretta di 170 mila euro. Giusto 10 mila euro in meno di Sechi che arriva, sommando trattamento base, indennità di collaborazione e emolumenti accessori, a 180 mila tondi. Sarà per effetto dell’inflazione che galoppa pure a Palazzo.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
“L’ILLEGALITA’ FATTA DIVENTARE LEGGE”
“Il governo Meloni ignora la capacità condizionante, intimidatoria e di infiltrazione delle mafie”. Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale Antimafia dal 2017 al 2022 e capo della procura di Reggio Calabria dal 2013 al 2017, deputato eletto nelle liste del Movimento cinque stelle, si è sempre contraddistinto per moderazione e misura.
Per questo motivo il suo grido d’allarme sul nuovo codice degli appalti e sulla situazione politica risuona ancora più forte. “Vedo segnali che fanno pensare a una dittatura”.
Partiamo dal nuovo codice: è un favore alle mafie?
È uno strumento che rende alle mafie maggiore possibilità di accesso agli appalti. Soprattutto nei Comuni più piccoli dove il condizionamento mafioso è forte: i sindaci resteranno soggiogati. Non serviranno accordi corruttivi, perché basterà l’intimidazione e il condizionamento ambientale di Cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra e altre organizzazioni criminali. Avremo affidamenti diretti senza gare fino a 150 mila euro: quale sindaco si tirerà indietro e potrà muoversi liberamente per non sottostare a imprese della mafia? Era già difficile prima… Da 150 mila euro al milione ci sarà la possibilità di procedura negoziale con cinque o dieci partecipanti, rimessa all’amministrazione locale, quindi il Comune diventa unica stazione appaltante. Ecco, in Italia il 98% delle gare è sotto il milione. Capite bene che questo porta facilmente a un’ampia possibilità di accordi pre-elettorali.
Voto di scambio?
Esattamente. I soggetti mafiosi sono così incentivati a scegliere un candidato e a sostenerne anche la campagna elettorale. Non c’è più neanche il rischio di cartelli delle mafie, perché non serviranno più: ci sono centinaia di imprese senza interdittiva ma emanazione delle mafie, ignote a prefettura e forze dell’ordine. Tutto questo non viene considerato.
Lo scopo del governo è rendere più semplici le procedure.
Il problema della celerità non si può ignorare, ma servono regole e trasparenza.
Non pensa che a Palazzo Chigi questo lo sappiano, ma che preferiscano chiudere qualche occhio pur di far ripartire l’economia?
La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. Parole non mie, ma di Corrado Alvaro. Quando si comincia a credere che il valore sia la ricchezza e non la correttezza le mafie hanno già vinto e dove non ci sono regole lo Stato non dipende dalle persone perbene. Quindi, va bene velocizzare e digitalizzare, ma sempre tenendo conto dei processi corruttivi. È lo stesso discorso del processo penale: lo velocizziamo con l’improcedibilità; ma così non lo stiamo velocizzando, lo stiamo chiudendo.
È già depositato alla Camera un progetto di legge del governo per cancellare anche la riforma Bonafede ripristinando la prescrizione per come era prima.
Ritornando al vecchio ritorniamo al pantano che impedisce al processo di decollare, creando anche una discriminazione nella giustizia, perché l’imputato ricco e potente troverà con fior fior di avvocati mille cavilli per arrivare alla prescrizione, mentre il povero no.
Anche il reato di abuso d’ufficio è messo in discussione.
In ambienti governativi e di maggioranza si riferiscono a una fattispecie che già non esiste più: quel reato è ora fondato su norme che impongono un comportamento preciso che porta a vantaggi patrimoniali propri o di altri, non configurabile laddove c’è discrezionabilità. La stessa cosa riguarda il reato del traffico di influenze: viene messo in discussione, ma è una norma che nasce dalla Convenzione europea contro la corruzione: l’Italia, in ritardo, si adeguò rendendo legge quell’indicazione.
Ce lo chiede l’Europa solo quando conviene?
Proprio così.
Dopo una vita in magistratura com’è fare il deputato?
Pensavo di poter dare un contributo di esperienza, sotto l’egida del M5s che in solitudine nella campagna elettorale si è occupato di corruzione, mafia, povertà e diritti. Pensavo, però, che la politica potesse dare un maggiore contributo…
È già deluso?
La maggioranza va avanti per la propria strada e non tiene conto di ciò che offre l’opposizione in termini di contributo di idee. Non è ancora delusione, ma mi rendo conto che incidere dall’opposizione è davvero difficile. Poi ci sono alcune cose davvero incomprensibili…
A cosa si riferisce?
La giunta per le elezioni sta discutendo un elemento della maggioranza per ricontare le schede nulle che presentavano segni su due simboli diversi anche della stessa coalizione, per renderle valide. Prima del voto politico si è data istruzione a elettori e scrutatori delle modalità di voto, si è stabilito che apporre due segni avrebbe annullato la scheda. Vogliono a piccoli passi trasformare ogni illegalità nella regola.
Parole pesanti.
Guardate a cosa è successo al presidente dell’Anac Giuseppe Busia che, da tecnico, ha criticato il nuovo codice degli appalti… Ne sono state chieste le dimissioni pubblicamente. Stiamo scivolando verso una dittatura, senza neanche troppo clamore.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
200.000 MORTI TRA I SOLDATI RUSSI, ANCHE A CAUSA DELL’ABUSO DI ALCOL
La Russia ha avuto fino a 200.000 tra soldati morti e feriti nell’invasione dell’Ucraina: una percentuale minore ma significativa di queste perdite è dovuta all’abuso di alcol da parte delle truppe e non a cause legate al combattimento.
Lo afferma l’ultimo report dell’intelligence del ministero della Difesa britannico pubblicato su Twitter. Il 27 marzo scorso un canale di notizie russo su Telegram ha riportato un numero “estremamente elevato” di incidenti, crimini e morti legati al consumo di alcol tra le forze russe in Ucraina. I comandanti russi ritengono che l’abuso di alcol sia particolarmente dannoso nei combattimenti.
“Il 27 marzo 2023, un canale Telegram di notizie russo ha riferito di un numero ‘estremamente elevato’ di incidenti, crimini e decessi legati al consumo di alcol tra le forze russe dispiegate”, spiega l’Intelligence Uk. “Altre cause principali di morti non in combattimento includono probabilmente esercitazioni con armi scadenti, incidenti stradali e ipotermia. I comandanti russi probabilmente identificano l’abuso pervasivo di alcol come particolarmente dannoso per l’efficacia del combattimento. Tuttavia – aggiunge – è stato a lungo visto come una parte tacitamente accettata della vita militare, anche nelle operazioni di combattimento”
(da Huffingtonpost)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
COLPITO NEL CUORE DELLA RUSSIA COLUI CHE IN UN VIDEO DICEVA: “UCCIDEREMO TUTTI GLI UCRAINI, DERUBEREMO TUTTI COME NECESSARIO, PROPRIO COME PIACE A NOI”
Il noto blogger russo Vladlen Tatarsky è rimasto ucciso in un’esplosione avvenuta in un caffè di San Pietroburgo. Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa russe, nell’esplosione sarebbero rimaste ferite almeno altre 25 persone. Tatarsky, il cui vero nome era Maxim Fomin, aveva più di 560.000 follower su Telegram ed era uno dei più importanti blogger militari, che hanno sostenuto lo sforzo bellico della Russia in Ucraina, criticando spesso i fallimenti dei vertici dell’esercito.
Secondo i primi elementi comunicati, “alle 18:13 locali, la polizia del distretto di Vasileostrovskiï ha ricevuto informazioni su un’esplosione in un caffè sull’argine Universitetskaïa, al numero 25”. Secondo i dettagli forniti alla Tass dalla procura locale, l’esplosione è avvenuta nel caffè “Street Food Bar No. 1” situato lungo la Neva, non lontano dal centro storico di San Pietroburgo.
Ria Novosti: “Una donna gli avrebbe regalato una scatola contenente una statuetta che sarebbe esplosa”
Le notizie che arrivano dai media russi non menzionano per ora alcuna rivendicazione di responsabilità. Ria Novosti, citando una fonte, segnala che Tatarsky stava incontrando membri del pubblico e che una donna gli avrebbe regalato una scatola contenente una statuetta che sarebbe esplosa. Il ministero dell’Interno russo ha detto che tutti i presenti nel bar al momento dell’esplosione sono stati “controllati per il coinvolgimento”. Il procuratore di San Pietroburgo Viktor Melnik si è recato sul posto, ha riferito l’agenzia di stampa Tass, aggiungendo che “è stata avviata un’indagine”.
Mash, un canale Telegram con collegamenti nelle forze dell’ordine russe, ha pubblicato un video che sembra mostrare Tatarsky, microfono in mano, mentre viene presentato e riceve una statuetta. Secondo Mash l’esplosione è avvenuta pochi minuti dopo.
Tatarsky era tra le centinaia di partecipanti alla sontuosa cerimonia del Cremlino lo scorso settembre per proclamare l’annessione russa di quattro regioni parzialmente occupate dell’Ucraina. La Bbc riporta che il blogger si era recato anche al fronte in Ucraina e aveva acquisito particolare notorietà l’anno scorso dopo aver pubblicato un video girato all’interno del Cremlino in cui diceva: “Sconfiggeremo tutti, uccideremo tutti, deruberemo tutti come necessario. Proprio come piace a noi”.
Il gruppo Cyber Front Z, che sui social si autodefinisce “i soldati dell’informazione russa”, ha dichiarato di aver affittato il caffè per la serata. “C’è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate”, ha detto il gruppo su Telegram.
Un sito web di San Pietroburgo ha riportato che l’esplosione è avvenuta in un caffè che un tempo era appartenuto a Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin, il cui nome è stato anche collegato al Gruppo Wagner.
Qualora venisse confermato che Tatarsky sia stato deliberatamente preso di mira, sarebbe il secondo assassinio sul suolo russo di una figura pubblica associata alla guerra in Ucraina. Il servizio di sicurezza federale russo ha accusato i servizi segreti ucraini lo scorso agosto di aver ucciso Darya Dugina, la figlia di un ultranazionalista, in un attentato con un’autobomba vicino a Mosca. L’Ucraina ha negato ogni coinvolgimento.
(da agenzie)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
LA PREMIER È INFURIATA PER LE GAFFE DEI SUOI, AD INIZIARE DA RAMPELLI… DENTRO FORZA ITALIA SI PARLA DI PAROLE “INDEGNE” PER CHI RICOPRE LA SECONDA CARICA DELLO STATO. E LA LEGA DA’ LEZIONI DI ANTIFASCISMO A LA RUSSA
Le prime scuse, appena borbottate, ancora abbozzate senza troppa convinzione, arrivano dopo una telefonata con Giorgia Meloni già la sera di venerdì, dopo il lungo colloquio della premier con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non è una semplice coincidenza. Ignazio La Russa oggi è la seconda carica dello Stato, lontanissimo però dalla sensibilità che il suo diretto superiore ha sempre mostrato sulla Costituzione fondata sull’antifascismo.
Il presidente del Senato così si sente ripetere l’ovvio anche da Meloni: che quanto ha sostenuto, avventurandosi nel revisionismo storico dei fatti di via Rasella, è sbagliato, non solo perché ha un effetto traumatico su un luogo sacro della Resistenza, ma perché è frutto di un’omissione.
Non erano una semplice banda di suonatori di Bolzano, le vittime dell’agguato partigiano, ma un gruppo di nazisti. Meloni gli chiede di rettificare.
Meloni e La Russa hanno un legame strettissimo. In fondo, sulla lettura della storia del Duce e del Ventennio la pensano allo stesso modo. E lo prova il fatto che le gaffe del vecchio colonnello di Fratelli d’Italia nascono per giustificare, in qualche modo, le dichiarazioni che aveva rilasciato la leader sulle Fosse Ardeatine, a sua volta omettendo che le vittime non furono trucidate perché italiane, come rappresaglia a seguito dell’attentato di via Rasella, ma scelte in quanto ebrei, dissidenti politici, oppositori.
Meloni chiede a La Russa di stare «più attento»…. Diversamente da altri fedelissimi o ex, le cui scivolate – vedi il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli – la innervosiscono non poco. Quello che è impossibile non vedere, anche per la presidente del Consiglio, è l’imbarazzo che creano le performance nostalgiche di molti esponenti di FdI anche tra gli alleati. Dentro Forza Italia si parla di parole «indegne» per chi ricopre la seconda carica dello Stato, ma nessuno tra i berlusconiani si espone per accusarlo apertamente né osa chiedere le dimissioni.
La Lega invece ne approfitta per togliersi qualche soddisfazione contro l’ingombrante socio di maggioranza. E in un capolavoro di malizia lascia che ad assumersi la responsabilità di una dichiarazione a difesa dei partigiani e dell’antifascismo – grazie a cui «abbiamo oggi la democrazia» – sia Claudio Durigon, proprio lui che fu costretto a dimettersi da sottosegretario del Lavoro, durante il governo Draghi, per aver proposto di intitolare una piazza al fratello di Benito Mussolini.
(da La Repubblica)
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Aprile 2nd, 2023 Riccardo Fucile
SI SPOSTA SOLO CON AUTO DI LUSSO E HA UNA PASSIONE PER IL LUSSO SFRENATO… LE CONVERSAZIONI CHE I SERVIZI SEGRETI DI ZELENSKY HANNO TROVATO NEI SUOI DISPOSITIVI CONFERMEREBBERO LE ACCUSE
«Pasha Mercedes». Lo chiamano così a Kiev il metropolita Pavlo Lebid della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, arrestato con l’accusa di spionaggio dall’Sbu ucraina, i servizi di sicurezza del presidente Volodymyr Zelensky.
Pavlo Lebid, vicario del monastero delle grotte di Kiev dal 1994 ed ex deputato del partito delle Regioni filorusso. Lebid, alias «Pasha Mercedes» — è stato soprannominato così perché si muove solo su auto di lusso — è un personaggio discusso.
Contrario alle operazioni ucraine in Donbass fin dal 2014, oppositore del movimento di Euromaidan e degli studenti che vi hanno preso parte, nemico giurato del sindaco di Kiev Vitaly Klitschko e dei giornalisti in generale (li ha aggrediti più volte, spezzando loro arti e lanciando anatemi di ogni tipo)
L’Sbu dice di aver raccolto prove fondate riguardo al coinvolgimento del metropolita. In particolare, è stato stabilito come nei suoi discorsi pubblici abbia ripetutamente offeso i sentimenti religiosi degli ucraini, umiliato le opinioni dei credenti di altre fedi e cercato di creare atteggiamenti ostili nei loro confronti, nonché fatto dichiarazioni che giustificano o negano le azioni della Russia.
L’Sbu hanno anche pubblicato frammenti delle conversazioni personali del metropolita che confermerebbero le accuse mosse contro di lui. In una delle conversazioni riferite si rallegrerebbe per l’occupazione di Kherson, definendo quella della Federazione Russa «una guerra tra America e Russia fino all’ultimo ucraino».
(da Il Corriere della Sera)
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