Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
LE OPPOSIZIONI: “E’ UN FALLIMENTO EPOCALE”… IL CONTO DEI MILIONI SPUTTANATI DOVREBBERO MANDARLO A CASA DI CHI L’HA VOLUTO
I centri in Albania continuano a svuotarsi. Dopo la drastica riduzione delle forze dell’ordine impiegate nelle strutture di Schengjin e Gjader, oggi arriva la notizia che anche gli operatori dei cpr torneranno in Italia
In particolare, il personale di ‘Medihospes’, l’ente gestore dei centri per il rimpatrio dei migranti in Albania, faranno ritorno in territorio italiano entro il fine settimana. Il rientro , secondo quanto riporta Il Manifesto, dovrebbe riguardare tutti gli operatori e per il momento, non ci saranno ricambi.
Fonti del Viminale riferiscono che i centri continueranno comunque a rimanere attivi, sebbene queste strutture risultino vuote. Finora i cpr non hanno mai effettivamente ospitato dei migranti: sia il primo che il secondo trasferimento si erano conclusi con rientro in Italia dei richiedenti asilo, dopo la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento e rinviare la questione alla Corte di giustizia europea.
Dal ministero dell’Interno però, assicurano che i centri resteranno vigilati, anche se il numero degli agenti inviati a Gjader e Schenjing è stato notevolmente ridotto. Negli scorsi giorni era partita l’operazione di “rimodulazione” delle unità impiegate nei cpr, che dalle 295 inizialmente previste (ma mai raggiunte) sono passate a 170.
Nelle strutture dunque, si è deciso di mantenere solamente un contingente sufficiente a garantire la regolare rotazione dei turni di vigilanza, nonostante – lo ricordiamo – i cpr siano vuoti.
Intanto le opposizioni denunciano il flop del protocollo Roma-Tirana.
“Tornano gli operatori dall’Albania, i centri rimangono vuoti. La campagna elettorale è finita e non servono più. Se ne riparla alla prossima”, ha commentato Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra.
“Il governi Meloni ha agito scientemente per distrarre l’opinione pubblica dai problemi concreti della maggioranza delle persone. Ha fallito sapendo che avrebbe fallito con il solo obiettivo di creare uno scontro con la magistratura utile alla propaganda. Hanno speso una montagna di soldi e giocato coi diritti delle persone. Rimane una pagina ignobile per la nostra Patria”, ha proseguito la parlamentare.
Anche Riccardo Magi parla di “un fallimento epocale” a proposito del modello Albania. “Dapprima lo spreco enorme di fondi pubblici, poi le sentenze dei tribunali e i centri svuotati, in seguito il rientro di una parte del personale di polizia, adesso il ritorno degli operatori. Un fallimento epocale. Per fortuna”, ha dichiarato il segretario di +Europa.
Magi ha evidenziato come dall’apertura dei cpr a oggi, in Italia siano sbarcate 6.000 persone migranti. “Se i giudici non avessero applicato le leggi, oggi in Albania ce ne sarebbero appena 18. Capite di che stiamo parlando? Non solo Giorgia Meloni prende in giro gli italiani, ma fa pagare a ciascuno di noi il conto della sua salatissima propaganda: un miliardo di euro. Mentre dimenticano i giovani, danno mance di 7 euro agli infermieri e non fanno niente contro le liste d’attesa”, ha insistito rivolgendosi direttamente a Meloni. “La presidente del Consiglio fermi questa pantomima, rispetti le leggi e i diritti e chieda scusa a tutti gli italiani”, ha concluso.
Nel frattempo la maggioranza attende la conversione in legge del Dl Flussi, in cui è stato inserito l’emendamento che toglie alle Sezioni Immigrazioni dei tribunali le decisioni sui trattenimenti e riassegna la competenza alle Corti d’Appello.
In attesa del pronunciamento dei giudici europei, però, il governo dovrà affrontare un’altra prova. La data è quella del 4 dicembre, quando la Corte di Cassazione si esprimerà sul ricorso del Viminale contro la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare i trattenimenti dei migranti.
(da fanpage)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
IL VIDEO DELLA BESTEMMIA DIVENTA VIRALE SUI SOCIAL E 24 ORE DOPO IL PRESENTATORE È COSTRETTO A SMENTIRE: “NON HO BESTEMMIATO, MA MI SCUSO PER AVER DETTO IL NOME DI DIO INVANO”… SE INVECE DI FARE IL SOVRANISTA FACESSE IL GIORNALISTA NE GUADAGNEREBBE
Nella puntata del 21 novembre di “Dritto e Rovescio”, Paolo Del Debbio si sarebbe
lasciato scappare una presunta bestemmia in diretta. Durante il blocco dedicato alle proteste studentesche e alle liti tra gli studenti di Azione Universitaria e i collettivi di Cambiare Rotta, il conduttore – dopo aver commentato le parole della senatrice Laura Boldrini- avrebbe concluso la frase con una presunta bestemmia.
Scatenati i commenti sui social che però mettono in dubbio quanto detto dal conduttore: c’è anche chi parla di malizia nell’aver sentito una bestemmia in alcune parole dette a bassa voce e di fretta ma anche chi se la prende con il tema della discussione.
Altri utenti invece -non esprimendosi sul fatto – rivolgono attestati di stima a lui e alla trasmissione, con il blocco “incriminato” diventato comunque virale.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
REPORT PARLERA’ DEL CASO DI ELISA TARASCO, CANDIDATA DI FDI NELLA CIRCOSCRIZIONE DI CUNEO: LE ACCUSE DI UNA DONNA— LEI “SOLO CALUNNIE”
Due buoni benzina da cento euro per “comprare” un voto alle elezioni regionali. L’accusa, di cui parlerà Report nella prossima puntata, riguarda Elisa Tarasco, candidata di Fratelli d’Italia nella circoscrizione di Cuneo alle ultime consultazioni in Piemonte. In uno spezzone d’intervista, diffuso in anteprima dal programma d’inchiesta, una donna afferma di aver ricevuto da Elisa Tarasco una busta contenente i volantini elettorali e due coupon, pochi giorni prima del voto.
Il servizio completo andrà in onda nella prossima puntata di Report. Nel frattempo Tarasco dice di non voler commentare nel merito, ma smentisce le accuse: “È una calunnia, mi sto consultando con i miei legali e mi difenderò”. Imprenditrice di origini torinesi da tempo radicata a Crissolo, in valle Po, Elisa Tarasco ha ottenuto alle elezioni 1.815 voti ed è al momento prima degli esclusi nella lista di Fratelli d’Italia. Il suo nome è circolato in questi giorni tra i possibili candidati alla presidenza dell’ente Parco del Monviso.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
LA PERCENTUALE SALE TRA GLI UNDER 20
Un italiano su sei è convinto che “in una litigata tra partner possono volare schiaffi,
persino pugni”. Per il 24,1% degli italiani è normale che sia l’uomo ad avere più possibilità di crescita personale all’interno della coppia e per più di uno su quattro se il carico domestico grava solo sulla compagna “è colpa della donna che non sa gestire il rapporto con il partner”.
Sono solo alcuni dei dati portati alla luce dalla ricerca Prima che sia troppo tardi, presentata il 22 novembre a Roma e realizzata da Inc – non profit Lab con il patrocinio di Rai Per la sostenibilità.
L’analisi fa il punto sulla percezione dell’affettività, sia tra gli adulti che tra i giovani, sottolineando come la radice di ogni violenza di genere sia culturale ed emotiva.
Il quadro che ne emerge è preoccupante: «Un terzo della popolazione italiana ha ancora comportamenti non auspicabili all’interno di una società che aspira all’inclusività», sottolinea il direttore di AssoRicerche Cosimo Finzi, «la situazione non migliora tra i giovani: l’accettazione di reazioni violente è contemplata più tra i 18 – 40enni, che non dagli over 40. Più si è giovani, e più la percentuale sale». Da qui, il rischio del perpetuarsi di femminicidi e atti di bullismo.
«Finora, attraverso le campagne di sensibilizzazione, abbiamo agito su una prevenzione secondaria, insegnando alle donne a riconoscere i segnali di pericolo, come reagire e a chi rivolgersi», sottolinea lo scrittore e psicoterapeuta Andrea Pellai. «Abbiamo parlato a chi era già vittima – continua Pellai – ora dobbiamo passare a una prevenzione primaria». L’invito è a dare vita a una “educazione emotiva preventiva”, come l’ha definita Umberto Galimberti, ossia a programmi specifici, che coinvolgano le scuole, anche primarie. Perché si innesti un cambiamento culturale è importante agire prima dei 14 anni: “dopo questa età si è incanalati già su alcuni binari ed è difficile aprire la mente”.
A invocare un maggior coinvolgimento degli istituti sarebbero gli stessi genitori, come emerge dai dati della ricerca: per il 79,9% l’educazione sentimentale dovrebbe diventare materia di studio.
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
ECCO CHI STA CON LUI E CHI SPERA DI VEDERLO CADERE
Quando hanno sentito Giuseppe Conte dire che è pronto a dimettersi, se dall’assemblea costituente M5s emergerà una linea politica diversa dalla sua, in tanti tra i parlamentari e gli iscritti hanno iniziato a fare gli scongiuri. Ma non tutti
Chi sta con il presidente del Movimento
A fronte di una netta maggioranza che sostiene il presidente e auspica che alla guida del Movimento resti lui, c’è chi non si straccerebbe le vesti nel caso l’ex premier si trovasse costretto al passo indietro, ad esempio di fronte a un voto contrario alla collocazione nel campo progressista. I “contiani” in questi ultimi giorni non si sono risparmiati, per dare man forte al leader nell’invitare la base a partecipare alle votazioni online, visto che la preoccupazione maggiore dei vertici di via di Campo Marzio è che non si raggiunga il quorum necessario per le modifiche statutarie. L’ex presidente della Camera e membro del Comitato di garanzia, Roberto Fico, dopo mesi di silenzio ha concesso interviste in serie per sottolineare le origini progressiste del Movimento e la necessità di proseguire sulla strada delle alleanze a sinistra.
Concetti simili a quelli espressi dalla vicepresidente M5s, Paola Taverna, protagonista di tutte le trattative per le Regionali e le Amministrative, plenipotenziaria 5 stelle per la formazione delle coalizioni a livello locale. Poi Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato, che ha registrato un video per esaltare il “grande momento di partecipazione” e fare il suo appello al voto. E il collega che guida il gruppo a Montecitorio, Francesco Silvestri, con la sua vice Vittoria Baldino, l’altro vicepresidente Riccardo Ricciardi, la presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia. Senza dimenticare la presidente della Sardegna, Alessandra Todde, grande sponsor dell’alleanza con il Pd e tra i nomi più apprezzati dagli attivisti. Tutti mobilitati al fianco del leader, tutti convinti che l’evento di oggi e domani al Palazzo dei Congressi dell’Eur segnerà il rilancio politico e la ripartenza del Movimento.
Gli anti Conte
Poi ci sono quelli che non ci stanno. Quelli ancora sensibili al richiamo della foresta di Beppe Grillo, quelli che hanno nostalgia delle origini e si sentivano a loro agio a non essere “né di destra, né di sinistra”. Il più esposto è, senza dubbio, l’ex ministro Danilo Toninelli, tuttora membro del Collegio dei probiviri M5s, animatore di una comunità online che segue le sue dirette social, durante le quali spara a zero contro Conte e la sua gestione del Movimento. Come Grillo, ha sollevato dubbi sulla reale trasparenza del processo costituente e ha esplicitamente invitato gli iscritti a non votare i quesiti che puntano a eliminare o ridimensionare la figura del garante (per i quali serve il quorum del 50% più uno degli aventi diritto). La pensa in modo simile, anche se negli ultimi tempi ha preferito non esporsi pubblicamente, Virginia Raggi: l’ex sindaca di Roma, anche lei nel Comitato di garanzia, ha preso posizione a sostegno di Grillo, quando il fondatore ha rivendicato invano il suo potere di mettere paletti al dibattito assembleare. Oltre ad aver supportato il comico genovese, con le sue competenze e conoscenze da avvocato, nel valutare la possibilità di un’azione legale contro Conte.
Un’altra che sta alla finestra e aspetta un passo falso dell’ex premier è Chiara Appendino, tra le più accese contestatrici dell’alleanza con il Pd, tanto da aver fatto di tutto per impedirla (con successo) alle elezioni in Piemonte. L’ex sindaca di Torino, vicepresidente del Movimento, dopo i risultati negativi alle ultime Regionali, è tornata all’attacco, paventando il rischio di vedersi “fagocitare” dai dem ed esprimendo una linea politica divergente da quella del presidente. Se quello in corso fosse un congresso, la sua sarebbe una mozione di minoranza. Alla quale probabilmente aderirebbe anche Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, molto critica nelle scorse settimane con l’organizzazione del percorso costituente, tanto da essere intervenuta a un dibattito online dei “Figli delle stelle”, un gruppo di giovani iscritti, contestatori del gruppo dirigente contiano e fautori di un ritorno alle origini grilline. Castellone ha più volte espresso il suo disagio per l’eccessivo accentramento delle decisioni e la mancanza di collegialità dentro al Movimento. Infine, tra quelli che hanno ruoli di responsabilità, ma non seguirebbero Conte bendati, c’è anche il tesoriere Claudio Cominardi, amico di Grillo e suo abituale visitatore quando il fondatore scende a Roma.
Le votazioni: quando ci sarà l’esito
Alla fine, tutti aspettano domani pomeriggio per conoscere l’esito delle votazioni e capire come potrà essere plasmato il nuovo Movimento. Ma lo stato d’animo con cui ci si avvicina al momento della verità non è uguale per tutti. Per molti è solo un passaggio delicato da superare, per andare avanti sulla stessa strada. Per altri può rappresentare un’occasione irripetibile per ribaltare il tavolo apparecchiato da Conte e rispolverare il Vaffa perduto.
(da lastampa.it)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
I SOLDI COME UNICA MISURA DELL’ESSERE
“Musk ha trecento miliardi di dollari, come ti permetti di criticarlo?”. L’argomento
può sembrare stupefacente (anche perché lo è), eppure ricorre, nelle peggiori chat in rete, con una discreta frequenza. Prima di essere un argomento classista è un argomento idiota, dunque mettiamolo nel conto: avrà fortuna.
Piacerà pensare, a più persone di quanto siamo disposti a credere, che sia l’invidia il motore dell’ostilità politica a Musk. Che dire “è troppo ricco, troppo potente” non riveli uno scrupolo democratico, ma la meschina impotenza di chi vorrebbe tanto essere Musk, e non lo è.
In forme casarecce, e in scala ridotta, è un genere di ciancia (non me la sento di definirla: dibattito) che circolò dalle nostre parti anche ai tempi di Berlusconi. Visto come oggetto di inconfessata invidia da parte dei suoi oppositori, anche di chi, piuttosto che essere Berlusconi, avrebbe preferito essere qualunque altra forma di vita
È penoso dirlo, ma i soldi come unica misura dell’essere (non dell’avere: dell’essere) sono un argomento piuttosto popolare. Lo furono, evidentemente, anche per gli storditi dem americani ai tempi del grande boom di Silicon Valley, quando non c’era tecno-miliardario che non fosse considerato un nuovo Messia progressista, e lo “stay hungry, stay foolish” di Steve Jobs a Stanford, ottimo discorso per una convention aziendale, venne accolto come il Discorso della Montagna.
Ora che quasi tutti i miliardari, secondo natura, sono tornati a essere di destra, sarà di nuovo la destra, secondo vocazione, a costruire un’aura di meraviglia e di deferenza attorno al totem della ricchezza, e lo farà cento volte più di quanto abbiano potuto farlo i confusi dem di inizio millennio.
E dunque, nella ex Polis ridotta a corte dei potenti, capiterà spesso di sentire echeggiare “taci tu, che non sei ricco”.
(da repubblica.it)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
LO SCRITTORE GAVRON E LO STORICO MORRIS: TROPPO COMODO PER LUI RESPINGERE IL MANDATO DI ARRESTO DELL’AJA
Benjamin Netanyah non dovrebbe parlare di antisemitismo a proposito del mandato d’arresto dell’Aia. Dovrebbe andare in carcere. Anche perché su di lui pende un’accusa di corruzione. Sono le opinioni dello scrittore Assaf Gavron e dello storico Benny Morris, entrambi di nazionalità israeliana, lo dicono in due diverse interviste a Repubblica e a La Stampa. «Troppo comodo per Netanyahu respingere il mandato di arresto accusando il tribunale dell’Aia di antisemitismo. Quel giudice non si è svegliato pensando ‘odio gli ebrei e voglio arrestare il loro premier’», dice Gavron.
La maggioranza degli israeliani
“Appartengo alla maggioranza di israeliani che non vogliono più Netanyahu come primo ministro. Credo che faccia soltanto dei danni, non solo ai palestinesi, ma anche al nostro Paese. Ed è colpa sua se noi israeliani oggi veniamo visti in gran parte del mondo come una forza crudele. Per me, dunque, qualsiasi sviluppo che limita Netanyahu è positivo. Se un tribunale internazionale vuole arrestarlo, faccia pure», aggiunge. «Si è paragonato a Dreyfus. Ebbene, non mi dispiacerebbe se, come Dreyfus, per un po’ venisse rinchiuso da qualche parte. Non sono un esperto della definizione giuridica di genocidio. Da quello che vedo in televisione e sui giornali, certamente a Gaza l’esercito israeliano si è comportato in modo estremamente aggressivo ed è possibile che abbia commesso crimini di guerra».
I crimini di guerra
«I dettagli di chi ha dato gli ordini, e quali ordini specifici sono stati dati, non li conosciamo: i procedimenti internazionali servono a scoprire anche questo. Tendo a non credere che si tratti di genocidio, perché genocidio significa il deliberato tentativo di fare scomparire un intero popolo. La guerra è una tragedia immane per i libanesi e per i palestinesi, ma anche per gli israeliani. In passato ero più ottimista che la guerra sarebbe finita presto. Ora temo che potrebbe durare fino a quando Netanyahu resterà a capo del governo, cioè fino alle prossime elezioni. Ma in due anni possono succedere ancora molte cose terribili», conclude.
In prigione da tempo
Lo storico Morris invece dice che «Netanyahu dovrebbe essere in prigione da tempo, ma per le sue accuse di corruzione. Sfortunatamente, il processo è in corso da quattro anni e sembra che non finirà mai». E sulle accuse della Cpi: «Di sicuro, sono stati commessi crimini di guerra da soldati israeliani a Gaza. Tenderei a escludere la maggior parte delle azioni intraprese dall’aeronautica militare israeliana. Che peraltro sono quelle che, probabilmente, hanno causato il maggior numero di vittime sia tra i miliziani di Hamas sia tra i civili palestinesi. Penso che il vero problema siano alcuni comportamenti delle truppe di terra. In questo caso, sono sicuro che siano state compiute azioni illegali».
Il premier e il ministro
Secondo lo storico «se si debbano mettere sotto processo un primo ministro e un ministro della Difesa per queste cose, è discutibile. Soprattutto quando parliamo di funzionari di un governo democratico, che ha un sistema giudiziario in grado di esaminare questi casi. Insomma, in Israele c’è un sistema legale che funziona. Netanyahu sta dirigendo e orchestrando misure che limiteranno la democrazia israeliana. Ha cercato di indebolire, e continuerà a farlo, il sistema giudiziario, principalmente a causa del suo processo per corruzione. Si è paragonato a Dreyfus e ha accusato la corte di antisemitismo. E penso che sia una sciocchezza, anche se possono esserci antisemiti tra i giudici. Piuttosto, c’è un’atmosfera anti-israeliana e anti-sionista».
(da “La Stampa”)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
I GIUDICI CHE COMMENTERANNO PUBBLICAMENTE UNA LEGGE DEL GOVERNO, DOVRANNO POI ASTENERSI DAL TRATTARE CASI SU QUELL’ARGOMENTO. ALTRIMENTI ARRIVERANNO LE SANZIONI DEL CSM … CHISSÀ COSA NE PENSA MATTARELLA, CHE SOLO POCHI GIORNI FA HA RICHIAMATO AL RISPETTO TRA POTERI DELLO STATO
Un ammonimento alle toghe “politicizzate”. Questa volta scritto nero su bianco. Hai
criticato apertamente un decreto del governo con un editoriale, in un convegno, sui social network, e ti ritrovi a dover giudicare su quello stesso decreto? Devi astenerti, far spazio a un altro collega con la toga, per ragioni «di convenienza».
Altrimenti scattano le sanzioni del Consiglio superiore della magistratura: ammonimento, censura, perfino sospensione. È una norma che farà discutere, quella contenuta nel provvedimento sulla giustizia che il governo bollinerà lunedì prossimo in Consiglio dei ministri.
Che fra l’altro introduce una stretta sui reati informatici e la violazione dei database all’origine degli scandali sui dossieraggi che da mesi preoccupano la premier Giorgia Meloni e l’intero governo: l’impulso sulle indagini, come anticipato, passerà alla procura Antimafia e per chi verrà sorpreso a trafugare informazioni riservate dai database pubblici scatterà l’arresto in flagranza
Ma la novità che più avrà i riflettori addosso, in una fase che ha visto riaccendersi le tensioni tra maggioranza e magistratura, è quella sulle sanzioni disciplinari ai magistrati che vengono meno, per citare il Guardasigilli Carlo Nordio, al loro «dovere di imparzialità». È il vecchio sogno berlusconiano: se le toghe fanno politica devono togliersi la toga di dosso. Da sogno a realtà, si direbbe leggendo il testo abbozzato dal governo
Ebbene d’ora in poi alle ragioni che giustificano un intervento disciplinare del Csm se ne aggiunge un’altra: «La consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è espressamente previsto dalla legge l’obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza».
È tutto qui, nell’ultima frase, il significato della svolta. I giudici hanno il «dovere di astenersi» se sono chiamati a giudicare su una vicenda per cui si sono già espressi ed esposti pubblicamente. A Palazzo Chigi non confermano.
Ma è chiaro come la nuova sanzione prenda le mosse dal recente tiro alla fune tra le sezioni immigrazione dei tribunali e il governo sul patto fra Italia e Albania per i riconoscimenti extraterritoriali dei migranti. Con la levata di scudi delle toghe e la richiesta di intervenire alla Corte di Giustizia europea contro il “decreto Paesi sicuri” approvato dal centrodestra per scavalcare l’ostacolo e far ripartire i trasferimenti in Albania.
Nel fuoco di fila della maggioranza era finita, poche settimane fa, la giudice Silvia Albano, una delle toghe del tribunale di Roma che si è rifiutata di convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania.
Presidente di Magistratura democratica, la corrente togata “di sinistra” ai ferri corti con Palazzo Chigi, è finita nel mirino della maggioranza perché più volte, nei mesi scorsi, aveva apertamente e duramente criticato il governo per l’accordo albanese su cui si è ritrovata a emettere un verdetto.
Insomma, toghe avvisate. Facile immaginare che la nuova norma rialzi il polverone con l’Associazione nazionale magistrati, ormai da settimane impegnata a duellare con la destra al governo e a denunciare invasioni di campo.
E chissà cosa ne pensa Sergio Mattarella, il Capo dello Stato che solo pochi giorni fa ha richiamato al rispetto tra poteri dello Stato. Intanto il governo va avanti. Proprio come ha fatto spostando la competenza sui trattenimenti dei migranti dalle sezioni immigrazione dei tribunali alle Corti d’Appello. Presentato dalla responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia Sara Kelany, l’emendamento è stato bollinato giorni fa dal ministero della Giustizia di Nordio. Dunque nessun passo indietro.
(da il Messaggero)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 23rd, 2024 Riccardo Fucile
IL CANCELLIERE USCENTE, CHE NON SI VUOLE RITIRARE, È ULTIMO NELLE CLASSIFICHE DI GRADIMENTO… NON SCENDENDO IN CAMPO OGGI, PISTORIUS SI PRENOTA PER LA GUIDA DEL PARTITO NEI PROSSIMI ANNI
I socialdemocratici tedeschi non avranno il loro “Kamala Moment”, il candidato alla cancelleria per l’Spd per le elezioni tedesche del 23 febbraio resta Olaf Scholz. Il concorrente ombra dei socialdemocratici, il popolarissimo ministro della Difesa Boris Pistorius, ha annunciato in un video messaggio «di avere comunicato agli organi di partito di non essere disponibile per una candidatura a cancelliere».
«È stata una mia propria, sovrana, personale decisione», spiega serio nella sequenza di tre minuti, con il logo del partito alle spalle. «Il dibattito sulla mia candidatura danneggia il partito al quale appartengo da 48 anni», alimenta divisioni e contrapposizioni, spiega Pistorius. Scholz, del resto, non aveva mai accennato all’intenzione di lasciare.
Per molti si tratta di un De profundis. La decisione arriva in controtendenza rispetto a tutti i rilevamenti demoscopici che dicono che il ministro, viso rubicondo e aria paciosa, non solo è il politico più popolare in Germania (lui al primo posto, l’attuale cancelliere al ventesimo e ultimo piazzamento) ma anche quello che il 60% degli elettori, secondo un sondaggio Infratest-dimap, vorrebbero vedere alla cancelleria (mentre appena il 21% vedrebbe di buon occhio una seconda candidatura Scholz).
Per evitare lo stillicidio dei sondaggi giornalieri, sempre a favore di Pistorius, e le dichiarazioni in favore del ministro della Difesa, soprattutto dalla base ma non solo, è arrivato il taglio netto a una candidatura mai annunciata ufficialmente, ma promossa dal basso, quasi per acclamazione.
A fare della facile ironia, sembrerebbe quasi che all’Spd si pensi: meglio perdere del tutto, che perdere a metà, tentando di vincere. I sondaggi per il partito socialdemocratico infatti sono tutt’altro che incoraggianti e si attestano al 14%
Il partito conservatore invece raggiunge più del doppio delle intenzioni di voto: il 33%, mentre l’Afd è al 19%, i verdi al 14%, i liberali al 4% e il BSW al 6%.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »