A PONTIDA LOTTA A COLPI DI PITTURA. VANDALI SUL PRATONE E VIDEOSORVEGLIANZA
NIENTE RADUNO A PONTIDA PER I LEGHISTI, MA ARRIVANO I FARI ANTISABOTAGGIO
E fu così che la Lega decise di videosorvegliare il suo pratone.
«Questa volta lo facciamo davvero e non se ne parla più».
I lumbard rompono gli indugi dopo che (per l’ennesima volta) non meglio precisati sabotatori sono entrati in azione nottetempo mandando a gambe all’aria i pannelli che compongono la scritta Bossi-Pontida 2012.
È accaduto a Ferragosto, poche ore prima del comizio del Senatùr.
La scritta nel prato, loro col cerino in mano: chi è stato?
Gente di sinistra, di destra, leghisti col maldipancia? Chissà .
Non un inedito, vista l’infinita storia della P che diventa L e della L che ritorna P, nel «Padroni a casa nostra» piazzato a caratteri cubitali sul muro proprio in faccia alla trafficatissima Briantea e che quando i vandali hanno la meglio diventa «Ladroni». Ora scatta il contrattacco.
La decisione pare sia stata presa collegialmente, proprio sotto i tendoni della festa organizzata a due passi dal pratone (che è proprietà del partito).
C’era anche il sindaco e deputato Pierguido Vanalli, colui che ogni due per tre arma i militanti di vernice e martelletti per dipingere e ridipingere, inchiodare e rappezzare. Lui che ormai riconosce se non la mano, almeno la natura dell’artefice: «Se usano lo spray, non è certo gente della Lega. Noi siamo per la pittura».
La guardia che ripristina l’ordine agisce rapida: «Abitiamo in paese e il primo che si accorge va a sistemare».
Ma i tempi sono agitati e anche su quella che qualcuno chiama «la radura» si è registrato un certo movimento.
Dopo l’ultimo blitz, la scelta: «Sarà installata la videosorveglianza, puntata proprio sulle scritte», annuncia il segretario provinciale Cristian Invernizzi.
Chi paga? «La segreteria provinciale».
Una spesa «di poche migliaia di euro», illuminazione anti-sabotaggio inclusa: «Come quella che si usa per le case, con le fotocellule che fanno accendere i fari quando qualcuno si avvicina».
E ci si immagina già la scena. «Le fotocellule staranno dove ci sono le scritte, non è una cosa complicata. Ne avevamo già parlato in passato, questa volta ci siamo proprio stancati».
I tempi? «Quelli di fare i preventivi». Su come funzionerà (circuito chiuso, collegamento a una centrale, altro) non si sbilanciano: «Ma faremo tutto osservando le regole della privacy».
Insomma, non c’è pace.
Adesso parte l’offensiva ai vandali, prima il tormentone era l’effetto Woodstock.
Nel 2009 il pratone era stato rivoltato come un calzino («Lavori in proprietà privata a carico nostro», precisano) visto il vezzo di trasformarsi in una palude alla prima pioggia.
Anna Gandolfi
(da “il Corriere della Sera“)
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