AD ADRO LA LEGA CONDANNATA PER MANIFESTO RAZZISTA
IL TRIBUNALE PUNISCE IL LOCALE PARTITO PER LE OFFESE ALLA SINDACALISTA CHE DIFESE UNA FAMIGLIA MAROCCHINA… DOVRA’ RISARCIRE 7.500 EURO
La Lega Nord è stata condannata per molestie.
È accaduto al tribunale di Brescia dove è stata emessa una sentenza di condanna nei confronti della sezione del Carroccio di Adro per un manifesto offensivo affisso nella sede del partito contro un’attivista dello Spi, il sindacato dei pensionati, Vittoria Romana Gandossi.
Il procedimento era nato in origine contro i vertici della Lega, dal segretario federale Umberto Bossi al capo del partito in Lombardia Giancarlo Giorgetti.
Il giudice del Tribunale, Maria Grazia Cassia, ha però riconosciuto la soggettività giuridica della Lega Nord di Adro, al contrario di quanto sostenuto dalla Cgil che sperava di costringere i vertici nazionali ad assumersi le responsabilità di quello che accade sul territorio.
Il manifesto incriminato era comparso sulla vetrata della sede della Lega di Adro dopo che Vittoria Romana Gandossi era intervenuta per aiutare una famiglia marocchina sfrattata.
La Lega ora dovrà risarcire non solo l’attivista ma anche le associazioni ricorrenti.
Sono “evidenti la portata diffamatoria del messaggio oggetto di censura, così come la violenza razzista”, si legge nell’ordinanza che sarebbe destinata a fare giurisprudenza.
à‰ infatti “la prima volta — ha spiegato l’avvocato dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), Alberto Guariso — che viene riconosciuto vittima di molestie un soggetto che non fa parte del gruppo discriminato, in questo caso cittadini stranieri”.
Il giudice ha riconosciuto che il manifesto razzista ha offeso anche tutti gli stranieri e che la vicenda va inquadrata nell’ambito della molestia, intesa come comportamento che “lede la dignità della persona e crea un clima degradante, umiliante o offensivo” come prevede il decreto legislativo 215 del 2003.
Il volantino incriminato esordiva dicendo: “Cara la me Romana, sono tutti bravi a fare i culattoni con il culo degli altri” riferendosi a Vittoria Romana Gandossi, la pensionata conosciuta con l’epiteto di “nonna Anti-Carroccio”. La sentenza, quindi, dispone che Vittoria Romana Gandossi sia risarcita per i danni morali subiti con 2.500 euro così come l’ASGI e la fondazione Guido Piccini che avevano depositato il ricorso insieme alla donna. I
l totale delle spese ammonta a 7.500 euro per il volantino diffamatorio scritto dal segretario della Lega che lo stesso giudice definisce “un povero ignorante che scrive sgrammaticato”.
Si torna a parlare dunque di Adro dopo gli attacchi del sindaco leghista Oscar Lancini al presidente della Repubblica per aver omaggiato del cavalierato l’imprenditore Silvano Lancini (nessuna parentela) che nel 2010 pagò 10mila euro di rette arretrate alla mensa scolastica.
Ora arriva la condanna alla sezione leghista dalla quale, in sede di udienza, si era dissociato lo stesso avvocato di Umberto Bossi, Matteo Brigandì.
E. R.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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