ADOZIONI CONGO, DOPO 5 MESI DALLO SPOT DELLA BOSCHI, BEN 130 FAMIGLIE ASPETTANO ANCORA I LORO BAMBINI
E DOPO LA GRANCASSA PUBBLICITARIA, LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO NEANCHE RISPONDE ALLE FAMIGLIE
Cinque mesi dopo, punto e a capo.
Dopo il viaggio del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi a Kinshasa, con la celebre foto del piccolo congolese che intreccia i capelli del ministro, la questione delle adozioni in Congo è tutt’altro che chiusa.
Da quel 28 maggio, quando atterrarono in Italia 31 bimbi adottati da 24 famiglie italiane, ci sono ancora 130 coppie (secondo una stima) che aspettano che la situazione si sblocchi.
“Giulia (nome di fantasia) nel gennaio 2013 ha adottato un bambino di 6 anni. Il mese prossimo ne compirà 8: ha già il cognome dei genitori italiani, ma loro non l’hanno mai incontrato. Giulia e il marito sarebbero dovuti partire alla volta del Congo per portarlo in Italia il 2 ottobre 2013”.
Pochi giorni dopo il blocco delle adozioni deciso dal governo congolese. Un lasso di tempo che si è rivelato infausto. La situazione è ancora ferma.
Racconta ancora il Fq che il caso è di competenza della Commissione per le adozioni internazionali, ente della Presidenza del Consiglio.
Ed è alla Cai che le onlus impegnate nel campo delle adozioni hanno scritto per chiedere che l’impasse si sbloccasse : “La Commissione non ha mai risposto”.
Una mancanza di comunicazione resa ancora più fastidiosa – per le famiglie che aspettano ormai da più di un anno – dalla decisione presa dal Congo di prorogare sine die il blocco delle adozioni, anche a causa dell’ennesimo caso di traffico di bambini perpetrato da una famiglia nordamericana.
Intanto, in Italia, le coppie si aspettano risposte, e soprattutto di poter presto abbracciare i loro piccoli.
(da “Huffingtonpost”)
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