“AL GOVERNO NON VI FATE SENTIRE ABBASTANZA. GIORGIA MELONI NON CHIAMA QUASI MAI, DOBBIAMO PARLARCI DI PIÙ”
AL PRANZO DI NATALE AD ARCORE, BERLUSCONI STRIGLIA I MINISTRI E LO STATO MAGGIORE DI FORZA ITALIA: “NON STATE PORTANDO AVANTI ABBASTANZA LE NOSTRE BATTAGLIE”
Le mozzarelle per la caprese tricolore, hors-d’oeuvre irrinunciabile nei convivi di Arcore, le ha portate dalla Campania Tullio Ferrante, compagno di banco di Marta Fascina e promosso sottosegretario ai Trasporti. Il pepe, al solito, ce l’ha messo Silvio Berlusconi, con rasoiate ai ministri azzurri, «al governo non vi fate sentire abbastanza», e un avvertimento alla premier Giorgia Meloni: «Non chiama quasi mai, dobbiamo parlarci di più».
Al pranzo prenatalizio di Villa San Martino l’ex premier ieri ha radunato lo stato maggiore azzurro. L’inizio è stato ruvido. Alla delegazione dei ministri c’erano tutti: il vicepremier Antonio Tajani, poi Bernini, Casellati, Pichetto Fratin e Zangrillo – Berlusconi ha mostrato insoddisfazione per questo primo scampolo di legislatura: «Non state portando avanti abbastanza le nostre battaglie», la strigliata.
A cui ha risposto, timidamente, solo Tajani: «Ma no, presidente, non è così». Contro-replica: «Antonio, mi devi chiamare prima e dopo il Cdm». Un mezzo commissariamento, l’hanno letto gli altri commensali, soprattutto perché poi Berlusconi ha annunciato «avvicendamenti nel partito», partendo dai «coordinatori regionali». Ma non sarebbe questa la novità. L’ex premier ieri ha speso diversi minuti a rilanciare l’idea «del Partito repubblicano». Un partito unico con dentro sia Lega che FdI.
«Come il Pdl». Sul punto ha mostrato dubbi Gianni Letta, tra i pochissimi della vecchia guardia ancora ammessi ad Arcore. Letta per il momento ha suggerito di procedere uniti, governo e partito, per evitare che capiti come col governo Draghi, quando le truppe parlamentari marciavano in una direzione e i ministri in un’altra. Proprio per serrare i ranghi, Berlusconi ha deciso di chiamare a rapporto ministri, sottosegretari e vice-presidenti delle Camere (c’erano Giorgio Mulè e Gasparri) oltre naturalmente ai capigruppo fidati, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, con riunioni settimanali, per fare il punto e marcare stretti FdI e la premier.
Vuole dettare l’agenda, Berlusconi. Certo assicura «sostegno leale» all’esecutivo. «Guai a uscire dalla maggioranza, ma siamo il partito che ha più esperienza». […] Il pacco di Natale dell’anziano patriarca ai suoi è un classico: un quadro. Un anno fa l’aveva regalato pure a Meloni, salvo pentirsene: «Lei non mi ha nemmeno telefonato per gli auguri». Una chiamata di cortesia, all’epoca. Oggi il Cavaliere vuole che il telefono di Arcore squilli di più. E per altri motivi.
(da “la Repubblica”)
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