AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: “NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI…”
SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI… DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA’ COSSIGA
Tra le stanze damascate del Quirinale serpeggia un certo malumore. I fermenti negativi che angustiano il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riguardano i sempre più controversi e faticosi rapporti con il Governo Meloni.
I mal di pancia ” sono esplosi con l’ammissione: “Più volte ho promulgato leggi che non condividevo, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento”.
Il riferimento, neanche troppo velato, è alle misure adottate dal Governo di destra-centro, come la trasformazione della gestazione per altri in “reato universale”, con la definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (la firma di Mattarella risale al 4 novembre ma è stata resa noto solo ieri).
Ma la “Gpa” non è l’unico boccone amaro che al Colle hanno dovuto ingoiare: dal decreto anti-rave dell’ottobre 2022 (a Governo appena insediato) fino al premierato e all’autonomia differenziata, la riforma della giustizia, il decreto migranti, i motivi di imbarazzo per il Presidente della Repubblica in questi anni non sono mancati, al punto da far bisbigliare, soprattutto sul conflitto con i magistrati: “Neanche ai tempi di Berlusconi”.
Il presidente, che guida il Consiglio Superiore della Magistratura, è molto irritato per il clima di delegittimazione continua che si è creato tra politici e toghe. Ne intravede i rischi, e ne ha più volte denunciato i pericoli. Il risultato è che il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, in barba a qualunque senso di opportunità, ha fatto visita a Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, avvisando solo informalmente il Colle.
Un atto irrituale e fuori luogo a cui ha fatto seguito, guarda caso, l’emendamento che, sulla questione dei rimpatri di migranti, sposta il baricentro dalle decisioni dai tribunali ordinari alle corti d’appello.
Il Colle ce l’ha anche con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per la durezza con cui sferza continuamente i magistrati e per aver ceduto alle pulsioni anti-toghe della maggiora
La ciliegina sulla torta è arrivata quando le consigliere laiche del Csm, Isabella Bertolini della Lega e Claudia Eccher di FdI, hanno chiesto un provvedimento disciplinare per il giudice Stefano Musolino, reo di aver attaccato il Governo (“Non si possono inventare nuove norme per radicalizzare il dissenso e, addirittura, criminalizzarlo”; “Non esiste un’imparzialità come condizione pre data, come stato del magistrato, l’imparzialità è qualcosa verso cui si tende”; “Perché invece quelli (i magistrati) che sono un po’ più dissenzienti verso le politiche del governo rischiano di non esserlo più (imparziali)”).
L’insofferenza del Quirinale per questa tenzone continua potrebbe trovare un punto di rottura il 31 dicembre.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate dal Colle, Sergio Mattarella sta pensando di fare un discorso di fine anno sul modello Cossiga: una “picconata” politicamente dirompente contro il Governo Ducioni e i partiti.
E se Cossiga, nelle sue esternazioni, spesso finiva per essere esondante e caricaturale, il mite Mattarella ha una capacità di comunicare i suoi messaggi in modo asciutto e assertivo, tale da impedire confusioni. Nessuno potrà nascondersi dietro presunti fraintendimenti.
(da Dagoreport)
Leave a Reply