ARCORE, PAGHETTA CONTINUA PER SCORDARE IL BUNGA BUNGA
PERQUISITE LE ABITAZIONI DI UNA VENTINA DI OLGETTINE E DELL’EX LEGALE DI RUBY …CASE E REGALI, COSàŒ PAPI HA TENUTO BUONE LE INVITATE ALLE CENE ELEGANTI
Per Silvio Berlusconi si avvicina il processo Ruby 3, quello in cui sarà accusato di corruzione in atti giudiziari, per aver pagato i testimoni del processo Ruby 1.
Per molti mesi l’indagine sulle ragazze, gli ospiti e gli avvocati che avrebbero addomesticato le testimonianze è rimasta a covare sotto la cenere.
È stata aperta nel gennaio 2014, imposta da due sentenze di primo grado (quella di Berlusconi e quella del trio Fede-Mora-Minetti).
Dopo l’arrivo delle motivazioni d’appello che confermano il quadro accusatorio (e dopo lo sfilacciamento del patto del Nazareno, ma questo è solo un caso), ieri finalmente la procura di Milano ha disposto le perquisizioni nei confronti di una ventina di ragazze presenti alle feste di Arcore e del primo avvocato di Ruby, Luca Giuliante.
Ai primi di marzo l’indagine sarà chiusa.
Ieri i magistrati Luca Gaglio e Tiziana Siciliano hanno anche interrogato per più di sette ore, come teste, il ragionier Giuseppe Spinelli, da sempre pagatore delle spese di Berlusconi: anche di quelle conseguenti alle feste del bunga-bunga di Arcore, nel 2010. Berlusconi aveva ammesso e rivendicato di aver pagato molte delle partecipanti alle serate, anche con una “paghetta” fissa di 2.500 euro al mese.
“Le ragazze hanno perso il lavoro e il fidanzato”, spiegava Silvio, a causa delle indagini dei magistrati e degli articoli dei giornalisti.
Poi, nel 2013, aveva annunciato che i “risarcimenti” erano stati interrotti.
Non è vero, hanno scoperto i pm Gaglio e Siciliano, coordinati dal procuratore aggiunto Piero Forno: i pagamenti sono continuati.
Soldi, ma anche case. Come “liquidazione”.
E allora ecco le perquisizioni di ieri, che hanno riguardato 22 dei 45 indagati del Ruby 3, quelli che accanto alla falsa testimonianza hanno anche l’accusa di corruzione in atti giudiziari, in concorso con Silvio Berlusconi che, nell’ipotesi d’accusa, avrebbe cercato di falsare gli esiti processuali addomesticando le testimonianze di molti degli invitati alle feste.
“Follow the money”, segui i soldi: e la procura ha seguito i flussi di denaro delle ragazze, i loro acquisti di case e di altri beni, il tenore di vita inspiegabile con le entrate dichiarate.
Silvio non è un ingrato: continua a pagare chi lo ha difeso nei processi, testimoniando che le feste di Arcore erano solo “cene eleganti”, o al massimo spettacolini di burlesque.
Del resto, “quando hai una barca, non ti devi preoccupare quanto ti costa l’equipaggio”, aveva detto in una pausa del processo.
Perquisita anche la casa a Genova di Ruby, ovvero Karima El Maharoug, la ragazza che da minorenne aveva frequentato le feste di Arcore e poi ammesso di aver ricevuto soldi dall’ex presidente del Consiglio, raccontando al telefono (intercettata) che aveva promesso in cambio di “fare la matta” e di negare tutto.
Sequestrati i computer e i telefoni delle ragazze, tra cui Barbara Guerra, Iris Berardi, Marysthell Garcia Polanco, Lisney Barizonte, Roberta Bonasia, le gemelle Concetta ed Eleonora De Vivo, Aris Espinosa, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Miriam Loddo, Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Elisa Toti, Ioana Visan.
Barbara Guerra ha aperto la porta di casa soltanto quando sono arrivati i vigili del fuoco con l’incarico di abbatterla.
Abita in una villa da un milione di euro progettata dall’archistar Mario Botta.
Insieme con Iris Berardi, si era costituita parte civile nel processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, con l’intenzione di chiedere i danni e dunque di “rompere il fronte” delle ragazze di Arcore.
Ma aveva poi, come l’amica Iris, revocato la sua costituzione ed era uscita dal processo.
A Francesca Cipriani sono state trovate migliaia di euro in una cassetta di sicurezza.
“Nessuna richiesta di documenti a noi”, dice Niccolò Ghedini, riferendosi anche al collega Piero Longo, con lui difensore di Berlusconi.
Entrambi sono indagati nell’inchiesta Ruby 3.
Perquisite invece l’abitazione e lo studio di Luca Giuliante, oltre che la casa di sua madre. Copiato il contenuto del computer di studio, sequestrati i telefoni e, a casa, un portatile della sua compagna.
Giuliante era nel 2010 l’avvocato di Ruby, protagonista dello strano “interrogatorio” avvenuto la notte del 6 ottobre 2010 e raccontato in diretta dagli sms e dalle telefonate (intercettate) di Luca Risso, poi diventato il compagno di Ruby e il padre di sua figlia Sofia Aida.
Alla sua fidanzata di allora, Serena Facchineri, Risso quella notte dice: “Sono nel mezzo di un interrogatorio allucinante”. Serena: “Stai attento… ricordati grano”.
Luca: “Si son fermati un attimino perchè siamo alle scene hard con il Pr…”.
Grano (cioè soldi), sesso e inquinamento probatorio: la saga di Ruby continua.
Gianni Barbacetto
(da “il Fatto Quotidiano”)
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