ARRIVA LA STANGATA REGIONALE: IN PIEMONTE IRPEF AI MASSIMI
CHIAMPARINO PROVA A TAMPONARE I TAGLI DEL GOVERNO E IL DEFICIT DI 2,5 MILIARDI
La stangata fiscale che la giunta Chiamparino ha messo in campo perchè la regione Piemonte possa sopravvivere ad un deficit di 2,5 miliardi salva le imprese (non ci sarà aumento dell’Irap) e circa 2 milioni di contribuenti con un reddito inferiore a 28 mila euro (la loro addizionale Irpef resta invariata) ma si abbatte, come una mannaia, sul ceto medio-alto che dovrà fare i conti con un aumento che parte da 52 euro l’anno e sale progressivamente fino a 1068 euro per coloro che dichiarano 150 mila euro.
La giunta di centrosinistra ha deciso di applicare l’aliquota massima concessa dal federalismo fiscale arrivando ad imporre un’addizionale del 3,33% per chi supera i 55 mila euro.
Per chi si ferma prima (ma resta sopra i 40 mila euro) c’è un rincaro minore, lo 0,44%.
A rendere meno pesante la manovra fiscale per tutti i contribuenti dovrebbe poi arrivare la maggiorazione della detrazione per i figli a carico.
La giunta ha messo da parte un tesoretto di 7 milioni che sbloccherà dopo l’accordo con l’agenzia delle Entrate.
Chiamparino conta di risparmiare dall’incremento della tassazione centomilioni, 73 arriveranno dall’Irpef, 20 dall’incremento del 10% della tassa di circolazione per le auto sopra i 100 cavalli e il resto dalla delega sul “bollino blu” per gli impianti termici e dall’aumento dei canoni concessori sulle grandi produzioni di energia idroelettrica. Altri cento milioni saranno recuperati dal taglio delle spese.
«Così — spiega il presidente — non ci presentiamo al governo con il cappello in mano per chiedere l’elemosina ma con un piano serio per dimostrare che abbiamo intenzione di risanare i nostri conti».
Il Piemonte si aspetta dal governo il congelamento delle quote di capitale sul debito per il 2015 e il 2016 che significa avere a disposizione 250 milioni da spendere sul welfare, il diritto allo studio, le politiche per lo sviluppo.
I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle l’hanno subito ribattezzata la «Chiampa-Tax» ma lui non ci sta: «Se c’è qualcuno in grado di mettere in campo proposte alternative in grado di permettere al Piemonte di garantire con 70 milioni servizi che finora sono costati 58 milioni mi faccio subito da parte».
Ma aggiunge: «Siamo pronti ad accettare delle proposte alternative, purchè i saldi restino invariati».
Se ne parlerà in Consiglio regionale nelle prossime settimane ma Chiamparino si dice convinto che le «scelte fatte sono in grado di conciliare crescita e coesione sociale». Difficile che il ceto medio piemontese possa condividere queste affermazione.
Ci sono almeno 400 mila contribuenti che sopporteranno il grosso della manovra fiscale decisa in poche settimane mentre i consiglieri regionali hanno impiegato più di sei mesi per tagliarsi del 10 per cento l’indennità lorda.
Perchè? «Si tratta — spiega il presidente — di un primo passo ed entro la fine dell’anno il taglio arriverà al 30/40 per cento e questo permetterà di risparmiare 2 milioni l’anno».
Ma in cambio di questo contributo che cosa arriverà ai piemontesi? «Questa decisione ci permette di salvaguardare le imprese e la stragrande maggioranza dei contribuenti. In questo modo possiamo trovare le risorse per garantire interventi che altrimenti sarebbero stati azzerati, penso al welfare e all’assistenza, al diritto allo studio e agli interventi di programmazione economica».
Attenzione, però, «questa manovra — avverte il presidente — avviene al netto della trattativa tra Stato e regioni sul patto di stabilità ».
Tradotto vuol dire che da Roma arriveranno altri tagli ai trasferimenti e che un’altra manovra potrebbe arrivare a breve per i piemontesi.
Maurizio Tropeano
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