AZIENDE IN ALLARME: OTTENERE UN PRESTITO E’ SEMPRE PIU’ DIFFICILE
PER LA PRIMA VOLTA DA 17 ANNI, IL 50% DEGLI IMPRENDITORI DENUNCIA LA PRESENZA DI OSTACOLI ALL’ATTIVITA’ DI ESPORTAZIONE… CINA E GERMANIA I PAESI PERCEPITI COME MAGGIORI CONCORRENTI
La crisi spaventa sempre di più anche gli imprenditori italiani. Dopo la forte espansione registrata a novembre, risulta stabile a dicembre la quota di imprese che ritiene peggiorate le condizioni di accesso al credito ( 43%).
Lo ha comunicato l’Isae nell’indagine sulla fiducia delle imprese manifatturiere che “confermano le difficoltà di accesso al credito, già evidenziato a novembre”.
Circa il 13% delle imprese che ha avuto contatti recenti con le banche non ha ottenuto il finanziamento sperato. Il mancato finanziamento è dovuto, nell’11% dei casi, al rifiuto da parte della banca.
Il calo di fiducia è imputabile, secondo l’Isae, “al peggioramento delle condizioni sul livello corrente degli ordini e della domanda in generale; gli imprenditori sono pessimisti anche per quanto riguarda il livello atteso della produzione”.
A dicembre le imprese manifatturiere sono nettamente più pessimiste rispetto allo scorso mese circa l’andamento corrente di ordini e produzione.
Il saldo relativo al giudizio sugli ordini scende di 9 punti, fino a -54, in seguito di un peggioramento sia della domanda interna (- 56), sia di quella estera (-54).
Peggiorano anche i giudizi delle imprese sui livelli di produzione (-43) e liquidità aziendale (da 19 a 11). Anche le attese a breve termine continuano a peggiorare: il saldo relativo agli ordini attesi nei prossimi tre mesi scende da -12 a -20, quello relativo alla produzione da -13 a -28.
In peggioramento anche le attese relative all’occupazione (-23).
Le imprese “scontano inoltre diminuzioni nei propri listini di vendita e si attendono ulteriori peggioramenti della situazione economica del Paese (-60).
Nel quarto trimestre crollano le valutazioni sull’andamento corrente e atteso del fatturato delle imprese che svolgono attività di esportazione: il saldo destagionalizzato relativo al trimestre in corso crolla da -3 a -22, passa da 3 a -12 il saldo relativo alle attese per il prossimo trimestre.
In entrambi i casi si tratta dei minimi dal 1991.
Per la prima volta da 17 anni, infatti, il 50,4% delle imprese interpellate lamenta la presenza di “ostacoli significativi all’attività di esportazione”, sale in particolare la quota di imprese che evidenziano vincoli legati agli accessi al finanziamento ( dal 3% all’8% del campione).
Scende infine per il secondo trimestre consecutivo il rapporto tra prezzi all’export e prezzi praticati sul mercato interno.
Cina e Germania restano i Paesi percepiti come maggiori concorrenti; dal lato dei mercati di sbocco, invece, diminuisce il ruolo esercitato da Germania e Stati Uniti, mentre aumenta quello degli altri Paesi europei.
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