AZZOLINA, CHI SONO I VOMITATORI DI VOLGARITA’ DIETRO LA TASTIERA?
HANNO MANDANTI POLITICI CHE OSSERVANO TACENDO, CHE APPROVANO SOPPESANDO, PERCHE’ ANCHE I DELINQUENTI VOTANO
E fu così che ci sentimmo finalmente autorizzati a fare quello che già da tempo avvertivamo come una specie di necessità interiore: declinare con una iniziale minuscola quella parola abitualmente fregiata dalle cronache di una maiuscola, con riferimento alla potente macchina dei social allestita per Salvini e per la Lega: la Bestia.
La quale Bestia, dopo la putrida colata di insulti a Lucia Azzolina, ministro della Scuola, su un gruppo Facebook leghista, trasforma a pieno titolo quei singoli leghisti nella bestia. Con la minuscola. Nel senso di non-uomo.
Nel senso di creatura senza spirito e intelletto.
“Insulti sessisti”, ci si va indignando, ma credo sia riduttivo. Il sessismo, persino lui, comporta una qualche forma di pensiero, ancorchè molto debole, degradato, degradante. In questo caso – come in tutti i casi analoghi ahimè non infrequenti- ci troviamo invece davanti ad attività non solo prive di pensiero, ma al pensiero del tutto contrapposte, come si contrappone all’uomo l’animale.
Si tratta di creature violente, barbariche e imbecilli, si dirà , di stupratori virtuali, di scarti della società civile, di feccia da smaltire nell’indifferenziata per totale assenza di un’identità persino in qualità di rifiuti. E tuttavia sono tanti. E tuttavia tra loro, inspiegabilmente, ci sono alcune donne. E tuttavia si riconoscono nel partito più grande del Paese. E tuttavia sono dotate di una storia, di un’origine sociale e politica che suscita molto allarme per ciò che è e per ciò che potrebbe diventare.
Se invece di acquattarsi negli anfratti del web ci mettessero la faccia – ammesso che ne abbiano una-, sarebbe interessante osservarla, poterla sottoporre a un competente studio antropologico.
Sarebbe importante capire se hanno una doppia personalità o sono proprio come ciò che scrivono; che sguardo hanno -ammesso che ne abbiano uno-; che vita fanno; qual è la loro collocazione generazionale, sociale e geografica; se lavorano e sono dotati di famiglia, magari anche di figli, che in automatico diventerebbero creature a rischio, esposte a una lezione di odio, di violenza e di ignoranza che potrebbe riprodursi nel corredo genetico, così da farci sperare che invece non ne abbiano.
Ma lo studio più interessante sarebbe quello che porta alle origini di questi fenomeni, ovvero all’incastro tra quel Bronx virtuale in cui l’odio, attraverso le sue forme più bieche, amplifica a dismisura la libertà di esistere di tante esistenze senza senso, e una antica ma più che mai attuale cultura politica celodurista che con la Politica – anche qui questione di minuscole e maiuscole- ha ben poco a che vedere.
Le prime da colpire, al centro di quell’incastro, sono le donne, soprattutto se giovani, soprattutto se piacenti. Le prime da cercare di ferire con esercizi di violenza e di volgarità ; le prime da tentare di svilire e umiliare, se ricoprono responsabilità politiche.
Con l’assenza di pensiero delle bestie. E con l’incoraggiamento, più o meno subliminale, di mandanti politici. Che osservano, tacendo. Che approvano, soppesando.
Perchè le correnti di pensiero, se assecondate, possono trasformarsi in consenso. Quelle di non-pensiero anche di più.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply