BANDA RENZI E FIAMME GIALLE: CENA E “CANALE PREFERENZIALEâ€
PER IL NOE ERA “LA RETE RELAZIONALE” DEL DIRIGENTE DELLA COOP SIMONE
Secondo i carabinieri del Noe c’era anche il premier Matteo Renzi nella rete relazionale di Francesco Simone, l’ex responsabile (craxiano) delle relazioni istituzionali della coop rossa modenese Cpl Concordia.
Simone è stato arrestato lunedì su richiesta dei pm di Napoli Henry John Woodcock, Celestina Carrano e Giuseppina Loreto, con l’accusa di avere corrotto il sindaco di Ischia per l’appalto della metanizzazione dell’isola.
È stato intercettato dai carabinieri del Noe perchè da lui passavano tutti i rapporti più delicati della cooperativa con il mondo politico e i generali delle varie forze armate. Simone nel novembre del 2013 si preoccupa di bonificare gli uffici della Cpl dalle cimici.
Scrive il Noe, guidato dal colonnello Sergio De Caprio: “Simone accenna al ‘Generale’ che potrebbe interessare per fare la bonifica, il quale potrebbe riservargli un prezzo di riguardo. Più avanti cita il generale Adinolfi”.
Adinolfi è un generale amico di Adriano Galliani che dalle intercettazioni dell’inchiesta P4 emergeva in ottimi rapporti con Berlusconi.
I pm napoletani, sospettando che sia lui (mentre era un altro) mettono sotto controllo il telefonino di Adinolfi, poi prosciolto con tante scuse.
Proprio intercettando Adinolfi si registrano i rapporti sorprendenti tra un generale amico del giro berlusconiano e Renzi in persona.
Il generale è tra i primi a far squillare il telefono del premier nel giorno del suo compleanno e dispone secondo i carabinieri di notizie sulla staffetta imminente con Letta. Non solo.
È la sponda scelta da uno dei burocrati più potenti d’Italia, Vincenzo Fortunato, per arrivare tramite Dario Nardella all’esecutivo.
Si organizza persino una cena tra l’attuale sindaco, Fortunato e i generali della GdF Vito Bardi e appunto Adinolfi, entrambi indagati e prosciolti nell’indagine P4.
Il periodo di queste conversazioni tra Renzi-Lotti-Nardella e Adinolfi, registrate dal Noe, va dal dicembre 2013 al febbraio 2014. Renzi ha già conquistato il partito e si accinge, tra un Enrico stai sereno e l’altro, a fare le scarpe a Letta.
In una richiesta di proroga delle intercettazioni su Simone del 7 febbraio del 2014 — nonostante non risulti che nè Renzi nè Adinolfi conoscano il manager Cpl — i carabinieri scrivono: “L’attività di intercettazione in atto ha permesso di evidenziare la rete relazionale che Simone è riuscito a creare nel corso del tempo che gli è funzionale a perseguire in tutti i modi i propri interessi a tal riguardo egli (Simone, ndr) riesce ad avere un canale preferenziale sia con il segretario del Pd Matteo Renzi sia con Luca Lotti e Dario Nardella”.
A questo punto annotano: in data 11 gennaio 2014 alle ore 9 e 11 ha intrattenuto una conversazione in occasione del compleanno dello stesso segretario Pd”.
La telefonata di auguri dovrebbe essere intercorsa tra Adinolfi e Renzi ed è stata registrata ma non depositata nell’indagine sullo scandalo Ischia.
Le telefonate sul telefonino di Adinolfi con il trio Renzi-Lotti-Nardella invece sono finite a Roma in un fascicolo senza indagati all’attenzione del pm Roberto Felici.
A quello che risulta al Fatto tutto finirà in archivio. Nel fascicolo napoletano però non tutte le telefonate sono state omissate.
E resta il riferimento a quel “canale preferenziale — cioè Adinolfi per il Noe — sia con Matteo Renzi sia con Luca Lotti e Dario Nardella” di Simone che sarebbe testimoniato da “due vicende in particolare”: il tentativo di Adinolfi di ottenere la nomina a comandante generale della Finanza al posto del generale Saverio Capolupo e “l’interessamento di Adinolfi per far incontrare il consigliere Fortunato con Nardella”, allora vicesindaco di Firenze. Il 28 gennaio del 2014 Nardella, ancora vice sindaco, scrive il Noe, “chiama Adinolfi e gli dice di essere in compagnia del comune amico Maurizio Cosasco (presidente della Federazione dei medici sportivi).
Nardella dice inoltre di avere conosciuto il collega di Adinolfi, il generale della Finanza Vito Bardi il quale gli avrebbe raccontato di ‘quella vergogna’ (riferendosi presumibilmente alla nomina del generale Capolupo al vertice della Finanza).
Gli interlocutori — prosegue il Noe — si propongono di organizzare un pranzo a casa di Adinolfi insieme al generale Bardi, Vincenzo Fortunato e Maurizio Cosasco, poi fissato per mercoledì 5 febbraio”.
I contatti tra Adinolfi e il giglio magico non rassicurano molto.
Adinolfi è stato comandante interregionale della Toscana e dell’Emilia Romagna e quindi ha coordinato le forze che teoricamente dovrebbero indagare sul Comune di Firenze e magari verificare se le tante notizie giunte su Renzi, la casa offerta dall’amico Carrai e la carriera pensionistica nell’azienda di famiglia abbiano un senso. Anche perchè Adinolfi è in corsa per una nomina e Renzi potrebbe aiutarlo.
L’11 febbraio del 2014, scrivono i carabinieri ai pm, “l’ex comandante generale della Gdf D’Arrigo chiede a Michele Adinolfi il numero di telefono di Dario Viganò per i biglietti della partita del Milan”.
Il generale Adinolfi è amico da trenta anni di Adriano Galliani con il quale condivide la passione rossonera.
Poi “D’Arrigo chiede ad Adinolfi se il suo capo è stato confermato, aggiungendo (sorridendo, ndr) che non lo sa nessuno. Adinolfi (sorridendo, ndr) riferisce di sì”. Da alcune settimane il governo Letta ha confermato il comandante Saverio Capolupo. La domanda di D’Arrigo è ironica.
Poi scrive il Noe: “D’Arrigo chiede ad Adinolfi se lui è ancora in corsa Adinolfi risponde di sì”.
Secondo i carabinieri, Adinolfi puntava a diventare comandante generale della Gdf scalzando Capolupo mentre sembra più sensato pensare che il generale volesse andare al vertice dell’Aise, al posto di direttore o vicedirettore del servizio segreto che in quel momento era vacante, una scelta della Presidenza del Consiglio.
Ovvio che Adinolfi fosse molto interessato alle vicende politiche e alla staffetta. E non era il solo. L’11 febbraio del 2014, scrive il Noe, Vincenzo Fortunato e Adinolfi parlano di politica. L’ex capo gabinetto di Giulio Tremonti — sopravvissuto anche nell’era Prodi con Di Pietro — chiede lumi.
“Dalla conversazione emerge come Adinolfi — scrive il Noe — abbia notizie in prima persona sulle quotidiane vicende della politica nazionale e come Fortunato chiede di essere immediatamente aggiornato sulle novità (riferendosi verosimilmente alle vicende politiche in generale, ma anche a quelle di suo interesse, riconducibili al fatto di aver dato, tramite il generale Adinolfi, la sua disponibilità a Dario Nardella”. Probabilmente nel pranzo a casa Adinolfi della settimana prima. Fortunato chiede: “Hai qualche notizia?” e, scrive il Noe “Adinolfi riferisce che forse stasera ne saprà qualcosa in più ed aggiunge ‘io penso che lui (Renzi, ndr) vuole entrare’”.
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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