BERLUSCONI: “GRAZIE ALLA CONSULTA NEL 2018 CI SARO’
E SILVIO SI AFFIDA A SAN FRANCESCO PER IL MIRACOLO
«Un leader si farà vivo, ma ancora non c’è», torna a ripetere Silvio Berlusconi davanti agli oltre mille che lo ascoltano ad Assisi, tappa umbra del suo mini tour elettorale.
Ma l’apparente sconforto con cui ammetteva il vuoto intorno a sè davanti alle telecamere di Fazio domenica sera, lascia ora spazio a un ghigno di compiacimento.
«L’anti-Renzi sono io, non ne vedo altri, Salvini non potrà mai esserlo», dice in queste ore ai suoi, per nulla sorpresi del colpo di coda improvviso, proprio quando tutto sembrava portare verso la successione.
«Ma ancora non l’avete capito che Berlusconi succederà a se stesso? » ragiona Maria Rosaria Rossi al termine del comizio a due passi dalla Basilica di San Francesco.
Inutile la caccia all’erede, insomma, dal primo giugno – anche per irreperibilità di figure credibili – sarà lo stesso leader a occuparsi della ricostruzione di Forza Italia.
E nel 2018, quando si tornerà al voto? «A molti sfugge che per quella scadenza il nostro presidente tornerà candidabile», continua la tesoriera e amministratrice del partito, sua ombra. In realtà , i sei anni di interdizione e incandidabilità dell’ex Cavaliere scadrebbero nel 2019.
Potrà chiedere la riabilitazione, certo, ma solo decorsi tre anni dall’estinzione della pena (lo scorso marzo).
Peccato che tra febbraio e marzo 2018 si sarà già votato.
E allora non resta che confidare nella Corte di Giustizia europea in autunno e ancora più nel giudizio della Consulta sulla legge Severino.
«Vedrete che sarà cancellata nei prossimi mesi – è la tesi dell’ex premier – conviene anche ai sindaci e magari ai futuri governatori della sinistra».
La caccia all’erede, del resto. «Parlare di successione è stucchevole, Berlusconi resta alla guida del partito come resterà proprietario del Milan», si dice sicura da giorni anche Daniela Santanchè
Il leader si sente saldamente al comando, domenica sera ha fatto testare da focus group il suo “ritorno” in tv da Fazio.
Il report di ieri di Alessandra Ghisleri è stato per lui «più che positivo».
E stasera si replica da Vespa. «Io sono disposto a lasciare, ma a qualcuno che abbia la capacità , non posso gettare al vento vent’anni di patrimonio politico », ripete Berlusconi tra le mura amiche.
«E poi credo di aver diritto al mio giro di ritorno, solo io posso sfidare Renzi e riconquistare i moderati », continua in privato.
E l’adrenalina da campagna elettorale ieri sera lo ha portato a ipotizzare il colpaccio perfino nell’improbabile Umbria con Claudio Ricci.
Un 4-3 al contrario.
«I nostri elettori sono purtroppo disorientati – ammette dal palco di Assisi – Ma se noi dovessimo vincere in Veneto, Campania, Liguria e Umbria questo signore va a casa, ce ne sarebbe un grande bisogno, queste elezioni non hanno solo valenza regionale».
Il signore in questione sarebbe Renzi, che in mattinata lo aveva attaccato («In 20 anni politicamente ha fallito»).
Il leader forzista sogna di ripetere l’exploit del 2000 (con dimissioni di D’Alema) e finisce col tirare nella contesa perfino il Santo.
«Andrò in basilica a rivolgere una preghiera a San Francesco: “Fa o santo caro che quel miracolo del 2000 si ripeta”».
Il comizio finisce tardi, in basilica non metterà piede.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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