BERLUSCONI ORA FA L’AMICONE: HA CAPITO CHE CON 54 DEPUTATI FINI LO FA CADERE QUANDO VUOLE
“MAI DETTO DI VOLERLO SFIDUCIARE O DI NON VOLERGLI PIU’ PARLARE, SONO DISPIACIUTO”….I FALCHI BATTONO IN RITIRATA DI FRONTE AI FEDELI DI FINI CHE POSSONO BLOCCARE QUALSIASI LEGGE…. E QUESTA VOLTA FINI LA FARA’ PAGARE AI COLONNELLI: “SENZA DI ME NON ERAVATE NULLA, NON AVETE DIGNITA'”
Dopo il killeraggio subito per due giorni dai quotidiani vicini a Berlusconi (e di cui il premier non saprebbe mai nulla), in cui Fini era stato invitato a togliersi dalle balle dal Pdl, a dimettersi da presidente della Camera, reo di non rispettare la “linea politica” del centrodestra ( quale non si sa, magari ne avesse una) e di flirtare con il nemico, improvvisamente torna il sereno variabile.
Berlusconi passa dall’ “ormai è solo, lasciamolo cuocere a fuoco lento” al miele: “Sono dispiaciuto che i giornali continuino ad attribuirmi espressioni e parole che non solo non mi sono mai sognato di dire, ma che non ho neppure pensato. Mai detto di volerlo sfiduciare e di non avere più intenzione di parlargli”.
Contrordine trinariciuti pirle del centrodestra che avete maledetto e insultato Fini sui blog “azzurri”, minacciando rivolte aristocratiche e scioperi dal caviale, arrivando disperati ad annullare le vacanze natalizie alle Maldive e la settimana bianca a Cortina.
Il capo ha sempre ragione e il capo ora vi dice che il Gianfri è un amicone, deponete le forchette e fatevi un pisolino.
Più state lontani dalla politica e meglio va il Paese.
Come mai, vi chiederete, questo improvviso cambiamento, alla luce del fatto che Fini non ha fatto un minimo passo indietro?
Pare che a destra come a sinistra sia risultato provato, dati alla mano, verificati più volte, che Fini sia tutt’altro che isolato e mantenga il controllo di almeno 56 deputati che seguirebbero il presidente della Camera se si arrivasse alla rottura.
Il che vuol vuol dire due cose: che nessuna legge avrebbe più una maggioranza certa e che sarebbe anche garantita un domani l’eventuale formazione di un “governo del presidente” .
Ovvero in quel caso non si andrebbe a votare e Fini sarebbe il naturale candidato alla guida del governo istituzionale.
E per il premier è essenziale far passare una qualsiasi norma che blocchi i processi in corso a Milano, tutto il resto non conta.
Proprio da questa impostazione purtroppo sono derivate le tante promesse mancate di questo governo e l’appiattimento costante sulla politica razzista della Lega.
Un ricatto costante a chi è ricattabile e un degrado di linea politica progressiva.
Fini non ha interesse a forzare la mano e si limiterà ad andare avanti nel tentativo di far rispettare il buon senso e le istituzioni del Paese da tentativi “monarchici”.
La resa dei conti è solo rimandata, ma le leggi a rischio ora sono molte: nulla sarà più come prima e alla lunga Fini recupererà altre adesioni nello stesso campo “laico” del Pdl.
Non a caso Bossi ha frenato, guai a rischiare di uscire dal governo, se gli tolgono le poltrone, i “duri e puri” padani si suicidano in massa.
Ma c’è un altro aspetto che va evidenziato.
Quando La Russa è andato da Fini per sentire che aria tirava si è sentito dire: “mi avete pugnalato alle spalle, Bossi dice che Berlusconi è ostaggio della Lega e nessuno protesta, parla di Padania indipendente e voi zitti. Senza di me non eravate nulla e ora vi siete alleati con lui. Alcuni non hanno un minimo di dignità , figurarsi la gratitudine”.
Con Gasparri addirittura non si parla più da tempo…
Conoscendo Fini state certi che molti sono segnati e quando verrà il momento i “traditori” la pagheranno.
E come nei golpe falliti, per i colonnelli ci sarà il “confino” politico.
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