BERLUSCONI PRONTO A TUTTO PUR DI RESTARE CON MATTEO
NEMMENO SU PRODI IL VETO DI SILVIO E’ TOTALE, MA LA PREFERITA E’ LA FINOCCHIARO
Tormentato. Forse anche pentito. Di sicuro con le mani legate.
Berlusconi non è per nulla convinto che sia stata una buona idea quel suo via libera a Renzi sul Quirinale.
Se potesse tornare indietro, il Cav se lo rimangerebbe volentieri, magari non dichiarerebbe più a «Repubblica» che voterebbe perfino un esponente Pd: un regalo che neppure il premier si sarebbe aspettato.
Ma chi è partecipe dei dubbi di Silvio, e in queste ore ne raccoglie gli sfoghi, pensa che però al dunque l’uomo farà proprio quanto chiede Matteo.
Perchè troppe volte si sono viste scene del genere («di quello io non mi fido, il ragazzo è pericoloso, so che mi prenderà in giro e resterò con un pugno di mosche») salvo che poi Berlusconi ha fatto il rovescio e si è sistematicamente adeguato con rapidi dietrofront.
Perchè, al di là dei mugugni, non è in condizione di comportarsi diversamente.
L’ex premier ha disperato bisogno di santi in paradiso. La benevolenza operosa del suo successore gli serve come l’aria.
Nel giro politico romano riprendono quota le solite chiacchiere sulle difficoltà (vere o presunte) del Biscione, su fantomatiche operazioni di sostegno alle reti Mediaset che mai andranno in porto se il governo non darà una mano.
Si aggiunga lo status di condannato, con i servizi sociali agli sgoccioli e il terrore, tipico di chi viene privato della libertà personale, che i magistrati possano appigliarsi a qualche comportamento sopra le righe, per esempio nella prossima campagna quirinalizia, per posticipargli la fine della pena.
Le scelte dell’ex Cavaliere
Insomma, gli avventori della mensa di Arcore sono convinti che Renzi non debba minimamente impensierirsi.
Non solo Berlusconi farà votare i suoi in base alle indicazioni di Palazzo Chigi, ma si acconcerà al ruolo di buttafuori, ponendo veti su questo o quel candidato sgradito al premier dimodochè quest’ultimo possa allargare le braccia sospirando e sorridere a Prodi, per esempio, dicendogli: «Io ti avrei voluto sul Colle ma purtroppo Forza Italia non è d’accordo…».
In realtà , se si crede alle fonti berlusconiane più genuine, tutta questa ostilità nei confronti di Prodi il Cavaliere non la nutre per niente.
I due non si amano, bella scoperta. Però neppure sono ai ferri corti.
Prova ne sia il processo di Napoli sulla compravendita di senatori dove a luglio Romano era andato in veste di testimone.
Avrebbe potuto scatenarsi contro chi fece cadere il suo secondo governo, e invece disse ai giudici che mai aveva subdorato operazioni così indecenti.
Neppure Veltroni fa impazzire l’ex-Cav. Idem Bersani (sebbene a entrambi Berlusconi riconosca un tratto di umanità ).
Lui certo preferirebbe Amato e al limite la Finocchiaro, donna che stima per l’equilibrio.
Però in fondo, se Renzi gli chiedesse di sostenerli, nemmeno contro Pierluigi e Walter lui solleverebbe obiezioni, sempre beninteso che qualcuno lassù non gli chieda di sollevarle.
Sogna Draghi e teme candidature tecniche alla Padoan, ministro dell’Economia, o alla Cantone, il censore dei cattivi costumi nella pubblica amministrazione.
Considera entrambi parecchio fragili per un ruolo che richiederebbe polso specie nei momenti di crisi.
Ma un conto è dirlo a cena, altra cosa convincere Renzi.
Per farla breve: a Berlusconi stanno bene tutti e in cambio della gratitudine politica del premier il personaggio è pronto a qualunque operazione.
Ugo Magri
(da “La Stampa”)
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