CAMPANIA, A VOLTE RITORNANO: DE MITA, MASTELLA E POMICINO, TUTTI CON CALDORO
CHI DEVE SISTEMARE LA FIGLIA, CHI LA COMPAGNA
A Nusco un mese fa alla sinistra di Ciriaco De Mita era seduto Stefano Caldoro e alla sua destra Sergio Chiamparino, a discutere di regioni e programmazione.
Una lezione di politica, nell’ambito del corso di perfezionamento della scuola di Alti studi politici di Nusco, di cui De Mita è direttore scientifico.
Direttore, sindaco, semplicemente: il “re dell’Irpinia”, come lo chiamavano ai bei tempi.
E come ai bei tempi è lui uno dei grandi registi degli accordi politici, a partire da quello che ha portato Area Popolare al sostegno di Caldoro.
Qualche giorno dopo l’incontro a Nusco, sul bollettino ufficiale della regione Campania, l’11 marzo, viene pubblicata una delibera che stabilisce un finanziamento da parte della Regione al Comune irpino per un importo complessivo di 5 milioni e 300 mila euro per la “riqualificazione del borgo antico”, “dei parchi comunali” e per la “messa in sicurezza e ri-funzionalizzazione dell’edificio storico dell’ex convento delle Suore Stigmatine”.
A Nusco, sempre nelle ultime settimane si è fatto vedere pure il coordinatore di Ncd Gaetano Quagliariello, per discutere della manovra che avrebbe portato il sostegno di Area Popolare a Caldoro.
È una ritualità antica quella che avvolge la politica del centro del centrodestra campano.
I big vanno dal Re, in processione. Il quale, come facevano i democristiani di una volta, si adopera per lo sviluppo del feudo.
L’ottantenne De Mita è stato nominato pure presidente del coordinamento dei 24 sindaci della Città dell’Alta Irpinia.
Sarà lui a guidare il progetto pilota per la valorizzazione e lo sviluppo delle aree interne. Le formalità lontano dal feudo, invece, sono affidate ai giovani quando l’accordo è già fatto da vecchio Ciriaco, il quale avrebbe ottenuto da Caldoro – secondo i ben informati – un assessorato per la figlia Antonia.
Ecco che per le formalità , a Napoli, all’incontro della stretta di mano finale con Caldoro, vanno Giacchino Alfano e De Mita Giuseppe, nipote di Ciriaco.
I quali chiudono un accordo sgradito a un altro democristiano di Area Popolare, Lorenzo Cesa e al suo luogotenente, l’assessore regionale Pasquale Sommese.
È il motivo per cui, a sostegno di Caldoro ci saranno due liste di centro.
Non una di Area Popolare, ma una di Ncd e una dell’Udc, almeno per ora.
Due, o forse tre. Perchè un altro pezzo della trama passa da Nusco a Ceppaloni, da De Mita al suo ex portavoce, Clemente Mastella.
Nelle ultime settimane l’ex guardasigilli ha trattato su più tavoli il suo sostegno a Caldoro, attraverso la candidatura della signora Sandra (sua moglie di Mastella e consigliere).
Dentro Forza Italia, dove Mastella è transitato, l’ipotesi non è risultata percorribile perchè Forza Italia ha optato per un “rinnovamento delle liste”.
Ora Mastella tratta su due opzioni: una candidatura di Sandra Leonardo nelle liste di Area Popolare, dove però Mastella si scontra con il veto della sua avversaria storica, Nunzia De Girolamo.
L’altra, che al momento pare più percorribile, è la nascita di una lista di sostegno a Caldoro assieme all’europarlamentare di Forza Italia Enzo Rivellini.
Che, nei desiderata degli ispiratori (Mastella e Rivellini), porterebbe all’elezione di Sandra Mastella nel Sannio e nel napoletano della compagna di Rivellini, Bianca D’Angelo, assessore uscente alle politiche sociali nella giunta di Caldoro.
Se così fosse, il centro andrebbe alle urne divise, ma ogni democristiano riuscirebbe a tutelare il suo spicchio di potere.
Chi invece, pur essendo molto attivo ancora nel centrodestra campano, non vuole candidarsi è Paolo Cirino Pomicino.
Che all’HuffPost dice: “La tessera non l’ho presa, ma sono in Area Popolare, diciamo così, per antica presenza perchè dovrebbero essere democristiani…”.
E su una eventuale candidatura aggiunge: “Ma le pare che uno della prima Repubblica si candida nella seconda? Noblesse oblige”.
‘O ministro resta nell’ombra. Ma c’è anche lui.
A volte ritornano.
(da “Huffingtonpost”)
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