CHE FARSA INDEGNA: SALVINI E DI MAIO SI EVITANO AL CONSIGLIO DEI MINISTRI, SE C’E’ UNO, NON C’E’ L’ALTRO
SEPARATI IN CASA, SALVINI ESCE A RIUNIONE IN CORSO, DI MAIO ENTRA SOLO QUANDO IL LEGHISTA SE N’E’ ANDATO…E OGNUNO RACCONTA UNA VERSIONE OPPOSTA
Separati in casa. O meglio: se c’è uno, non c’è altro. Al consiglio dei ministri che doveva approvare il decreto Crescita va in onda una scena surreale.
La riunione di governo doveva essere l’occasione del primo faccia a faccia tra i leader di Lega e M5s al culmine di uno scontro lungo due settimane.
E invece alle 19 (col Cdm rinviato di un’ora) c’è solo Matteo Salvini, con tutti gli altri ministri leghisti. Per i grillini, invece, vanno solo in tre: Barbara Lezzi, Alberto Bonisoli ed Elisabetta Trenta. Grande assente Luigi Di Maio.
Almeno in un primo momento. Impegnato nella registrazione di Di Martedì, il leader del M5s si è recato al Cdm solo dopo le 21. Quando Salvini era già andato via.
Una staffetta tra vicepremier che porta allo scoperto i due principali fronti di scontro degli ultimi giorni: il Salva Roma, cioè il provvedimento che taglia il debito della Capitale; e soprattutto il sottosegretario Siri, indagato per corruzione.
Ma andiamo con ordine.
Uscendo da Palazzo Chigi, Salvini blinda di nuovo il suo uomo finito sotto inchiesta, poi prende le distanze anche da Paolo Arata, socio di Vito Nicastri e responsabile del programma della Lega per l’ambiente: “È venuto una volta ad un convegno — sostiene il ministro dell’Interno — come docente ed esperto in energia. Se ha sbagliato, questo signore suddetto pagherà ”.
E sul contratto di governo, dove secondo i 5 stelle proprio la Lega avrebbe insistito per inserire il “punto sul biometano” (altro favore ad Arata e Nicastri), il titolare del Viminale dice: “Ai 5 stelle ho poco da rispondere, non abbiamo visto una lira.”
Non passa neanche mezz’ora che a piazza Colonna arriva Luigi Di Maio, direttamente dagli studi di La 7. “Qui nessuno sta aprendo una crisi di governo perchè io credo che questo Governo debba ancora fare tante cose. Però sulla vicenda in questione io non posso accettare che una persona in quella indagine con questi dubbi resti lì come sottosegretario”, dice il ministro dello Sviluppo Economico.
Che torna a chiedere il passo indietro del sottosegretario leghista: “Un sottosegretario ai Trasporti che presenta una proposta sull’eolico… non c’entra nulla. Quindi c’è il sospetto politico che questa persona possa aver agito per se stessa, nel suo interesse personale e non generale. Io non dico che qualcuno non può sbagliare ma io De Vito l’ho espulso dopo 30 secondi e noi invece è una settimana che stiamo aspettando che Salvini metta Siri da parte così continuiamo a lavorare”.
E se non fosse chiaro il concetto, il leader del M5s ripete: “Ci sono altri sottosegretari e viceministri leghisti indagati, ma qui stiamo parlando di un caso di membro del governo coinvolto in un’indagine per corruzione che parla di mazzette e in odore di mafia. Quando si parla di queste cose qui, il M5s ha dovere ricordare che se vuoi essere il Governo del cambiamento, Armando Siri che sicuramente sarà giudicato innocente, mentre si difende deve stare lontano dalle istituzioni del Governo”.
Per Di Maio “questo è un caso in cui è necessario dare un segnale politico ed etico agli agli italiani. Glielo auguro di essere giudicato innocente, ma finchè non è questo si metta in panchina”
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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