CHI POTEVA DIFENDERE GILETTI SE NON IL “CAPITONE”?
“UN AFFETTUOSO ABBRACCIO A UN GIORNALISTA E UOMO LIBERO”: UN ATTO DOVUTO NEI CONFRONTI DEL VOLTO DEL TELE-SALVINISMO
Un nuovo fronte polemico si aggiunge a quello sulle liste di personalità filorusse, che in tv starebbero sostenendo le tesi di Mosca.
Nel calderone finisce Massimo Giletti per la puntata di Non è l’arena, la trasmissione di La7 andata in onda domenica da Mosca, nella quale tra l’altro il giornalista ha avuto un mancamento, mentre il direttore di Libero Alessandro Sallusti abbandonava la scena in aperta polemica per la modalità con cui il conduttore aveva intervistato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Il giorno dopo, durissime sono le critiche del deputato Pd Andrea Romano: «Ormai siamo un caso internazionale, diamo tribuna ai pifferai di Putin».
E parla di «vergognosa propaganda» a La7 Maria Saeli, tesoriere di +Europa. Alla fine, a difendere Giletti resta solo Matteo Salvini con un «affettuoso abbraccio a un giornalista e uomo libero ».
Mentre il dem Enrico Borghi, membro del Copasir, vede un «tentativo di manipolazione» con i due propagandisti filo-Putin ad avere spazio in trasmissione. «Disinformazione, propaganda, fake news, tentativi di manipolazione dell’opinione pubblica in Italia e nelle democrazie liberali… È la cosiddetta dottrina Gerasimov sulla guerra ibrida, sulla guerra non convenzionale – spiega Borghi – . È questo che sta combattendo e cerca di disvelare il Parlamento italiano attraverso il Copasir».
La trasmissione ha visto Giletti sulla piazza Rossa, mentre da studio Myrta Merlino conduceva gli interventi. Nulla di grave, comunque, per Giletti, che è riapparso in video dopo qualche minuto di concitazione. Ma restano le sue domande, considerate troppo accondiscendenti nei confronti dell’ospite, collaboratrice dello ‘zar’.
Zakharova difende strenuamente la posizione del Cremlino, attaccando l’Europa e i giornalisti italiani che si sono disinteressati del conflitto in Donbass negli ultimi otto anni. La giornalista se la prende anche con Giletti, per i suoi ragionamenti ‘infantili’, di fronte al tentativo di quest’ ultimo di perorare la causa del negoziato.
L’interessato non dà sufficiente prova di forza, secondo Sallusti, che lascia la trasmissione. «Pensavo fossi andato a Mosca per parlare al popolo russo – lo accusa – . Mi trovo davanti ad un asservimento totale di fronte alla peggiore propaganda che ci possa essere».
Perciò, taglia corto, «rinuncio al compenso pattuito, ma non ci sto a fare la foglia di fico» agli ospiti russi, due politologi, uno dei quali – il famoso conduttore Vladimir Solovyev – viene subito invitato da Bruno Vespa: «Lo ospiterò a ‘Porta a porta’ se lui sarà cortese a ospitarmi nel suo programma di Russia1. Così i nostri pubblici potranno confrontare le diverse posizioni sulla crisi ucraina in un sereno dibattito tra persone civili».
Insomma, le polemiche sulla gestione dell’informazione nei talk sembrano destinate a proseguire, con gli ascolti che crescono.
(da agenzie)
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