CINQUESTELLE ASSEDIATI: CONTESTATI PER STRADA E DIMISSIONI DELLA MANGILI RESPINTE PER MOVITAZIONI NON CHIARE
QUARANTA I DEPUTATI CHE DISSENTONO E ALLA FINE GRILLO SI TRADISCE: “GOVERNO CON IL PD? AVETE SBAGLIATO A VOTARCI”… INFATTI E’ ORMAI EVIDENTE CHE GRILLO E CASALEGGIO SONO LA QUINTA COLONNA DI BERLUSCONI
Giornata politica tesa per il Movimento Cinque Stelle.
Con le dimissioni della senatrice Giovanna Mangili respinte dall’aula del Senato, con tanto di “lezioni” di bon ton istituzionale impartite dai colleghi dei vituperati partiti. Mangili aveva annunciato l’intenzione di lasciare lo scranno, poco dopo le elezioni, per “motivi personali”, messi però poi in relazione da suo marito con le accuse di una carriera poco limpida nel Movimento.
La larga maggioranza dei colleghi ha giudicato a questo punti poco chiare le motivazioni addotte, e in aula è stato ricordato che le dimissioni da senatore non sono un fatto esclusivamente personale.
Intanto, fuori da Montecitorio, i due deputati Massimo Artini e Massimo De Rosa si sono trovati a fronteggiare un gruppo di contestatori gli chiedevano di “votare la fiducia”.
Quasi un assedio, da dentro e fuori il Palazzo, su quello che è diventato il tema centrale del dopo elezioni: il comportamento dei “grillini” nelle istituzioni appena conquistate.
Quanto debbano restare improduttivi di cambiamento concreto — o “sporcarsi le mani” collaborando in qualche modo con gli altri, per portare a casa i primi risultati.
Alla fine è intervenuto Beppe Grillo a ricordare, sul suo blog, che se qualcuno ha marcato sulla scheda il simbolo del M5S pensando a “un accordo con il Pd”, ha semplicemente “sbagliato voto”.
Infatti Grillo e Casaleggio hanno ormai portato i Cinquestelle a muoversi in funzione di fare solo favori a Berlusconi.
Ma non tutti vogliono vendersi al Cavaliere: l’agenzia Adn Kronos quantifica addirittura in “oltre una quarantina”di parlamentari ”l’ala dialogante” dei parlamentari Cinque stelle, cioè deputati e senatori che giudicano la linea finora adottata “troppo intransigente”.
E che sottolinenao come possa diventare difficilissimo, “oltre che dannoso”, restare nel Palazzo senza aprirsi al confronto con gli altri.
“Sull’elezione del prossimo Presidente della Repubblica nessuno ci ha chiesto di dire la nostra — fa notare una giovane deputata sentita dall’agenzia di stampa — Ma come potrebbero? Ormai abbiamo alzato mura invalicabili”.
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