COFFERATI ATTACCA RENZI: “VERGOGNA, SILENZIO INACCETTABILE, NON POSSO PIU’ RESTARE, SE EMERGONO REATI LI DENUNCIO”
“RENZI HA PROCLAMATO PAITA CANDIDATA SENZA NEANCHE ASPETTARE LE RISULTANZE DELLA COMMISSIONE”
“Di fronte a fatti di questo genere io non posso più restare. Ho trovato inaccettabile il silenzio del mio partito, lo considero una vergogna”.
Parole di fuoco quelle di Sergio Cofferati, che nel corso di una conferenza stampa a Genova ha annunciato la sua uscita dal Partito democratico dopo quanto avvenuto nelle primarie liguri vinte dall’ex assessore regionale Raffaella Paita.
All’indomani del voto, l’ex sindaco di Bologna aveva denunciato gravi irregolarità , circostanza peraltro confermata dal collegio dei garanti del Pd, che aveva annullato i voti in 13 seggi.
Una vicenda che ha destato non solo grande clamore, ma anche l’attenzione di due procure e della Direzione distrettuale antimafia, che vuole vederci chiaro su quanto accaduto ai seggi domenica scorsa.
Per il premier Matteo Renzi, tuttavia, la vicenda era già chiusa: per lui e per il partito Raffaella Paita rimaneva e rimane la candidata del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Liguria.
Un aspetto che non è andato giù all’ex sindacalista: “Ieri, durante la direzione del Pd, il premier ha immediatamente proclamato Raffaella Paita candidata. Non ha avuto neanche il garbo di aspettare la conclusione dei lavori della commissione” ha attaccato.
Da qui la presa di posizione dell’ex segretario della Cgil. Che ha bocciato il Pd (“In una situazione di questo genere, dove nel mio partito un grande tema etico non viene affrontato, in un partito che non dice nulla, in questa situazione io non posso più restare” ha detto), non il metodo per scegliere il candidato governatore.
Le primarie sono “uno strumento che ha delle pecche e che è da rivedere alla radice — ha detto Cofferati — ma continuo a pensare che debbano essere conservate. Bisognerà però cambiare in profondità le modalità con cui vengono attuate”.
L’ex primo cittadino bolognese, tuttavia, ha anche precisato alcuni aspetti e smentito le indiscrezioni circolate nelle ultime ore, come ad esempio quella che lo vorrebbe fondatore di un nuovo soggetto politico.
“Esco dal Pd e non lo faccio per fondare un altro partito” ha detto Cofferati ai giornalisti, non risparmiando parole di fuoco anche nei confronti degli avversari degli altri schieramenti.
“La sostanza della mia contrarietà è l’inquinamento delle primarie attraverso il voto sollecitato e ottenuto dal centrodestra” ha specificato l’esponente politico, specificando che “il centrodestra si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra. E’ un problema politico e morale. Le primarie, così, praticamente non ci sono più”.
Da sottolineare, poi, il parallelismo con quanto accadde a Napoli nel 2011, “dove le primarie sono state invalidate per problemi in 3 seggi. E c’è un comportamento diverso in Liguria dove sono state annullate in 13 seggi”.
“Non capisco che cosa sia successo — ha continuato Cofferati — Resta la partecipazione anomala di povere persone straniere guidate in gruppo e istruite su come votare. Viene anche indicato l’uso di denaro per stimolarne il voto. Ma la sostanza politica è l’inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra”.
Cofferati, poi, ha fatto i nomi di Saso, Minasso e Orsi, esponenti di partiti che nulla hanno a che vedere con lo schieramento di centrosinistra.
Eppure sono andati alle urne. L’obiettivo? Governare con il Pd.
L’ex segretario Cgil lo ha spiegato senza mezzi termini: “Un ministro come Pinotti ha teorizzato l’opportunità di fare nascere qui un governo con il centrodestra, secondo lo schema nazionale. E non è stata mai smentita da nessuno — ha attaccato — Che un fascista mai pentito venga a votare alle primarie del mio partito senza che nessuno obietti nulla credo sia inaccettabile”.
“Quando le carte della commissione di garanzia del Pd saranno pronte, sarà mia cura portarle alla procura della Repubblica. Se nel mancato rispetto delle regole emergeranno anche elementi che configurano un reato non lo deve dire la commissione ma lo deve dire la magistratura”, ha concluso l’europarlamentare.
La dura presa di posizione dell’ex sindacalista ovviamente non ha mancato di suscitare reazioni, favorevoli e contrarie. Tra i primi ad intervenire è Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel: “Sosterremmo convintamente Cofferati, ma non intendiamo tirarlo per la giacchetta. Certo se lui vorrà , saremmo entusiasti di portare avanti la sua candidatura“.
Durissima la posizione di Pippo Civati: “Il Pd imbarca con orgoglio la destra (ligure e non solo) e perde molti elettori, tra i quali Sergio Cofferati. Diciamo che si tratta di un voto di scambio, come tanti in questi giorni: dentro la destra, fuori la sinistra”.
“Sono cambiati i nasi, diciamo, rispetto alle primarie napoletane di qualche anno fa” ha scritto il deputato democratico sul suo blog.
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