CONFRONTO TRA LE MISURE DI ITALIA, FRANCIA E SPAGNA SU RISTORI ALLE IMPRESE, CASSA INTEGRAZIONE E TASSE CANCELLATE O RINVIATE
UN ESEMPIO: A RISTORANTI E NEGOZI AIUTI DI 6.700 EURO IN ITALIA, FINO A 10.000 IN FRANCIA, SOLO 2.000 IN SPAGNA
C’è ristoro e ristoro. Un ristorante o un negozio con 200mila di fatturato 2019, costretto a chiudere a causa delle nuove restrizioni anti contagio, in Italia ha diritto a un indennizzo di circa 6.700 euro. In Francia il contributo arriva fino a 10mila euro. In Spagna la cifra è molto più bassa: circa 2mila euro.
La mappa dei sostegni previsti per le imprese danneggiate dalla seconda ondata di Covid 19 che ha travolto tutta l’Europa occidentale ricalca inevitabilmente la grandezza delle relative economie ed è legata a doppio filo alla diversa possibilità di indebitamento concessa dallo stato delle finanze pubbliche
E alla “battaglia” autunnale si è arrivati dopo che la prima ondata aveva già richiesto spese senza precedenti, per circa 100 miliardi in Italia e Francia, oltre 200 in Germania, 40 in Spagna.
Ilfattoquotidiano.it ha messo a confronto le misure varate dai grandi Paesi Ue, che hanno anche rafforzato gli ammortizzatori sociali per i dipendenti e concesso esoneri dal pagamento dei contributi previdenziali.
Economia
Italia: ristori da 1000 a 150mila euro
Dipendenti — Per far fronte alle conseguenze economiche delle nuove restrizioni introdotte per contenere la seconda ondata il governo ha rinnovato la cig Covid di 6 settimane e anticipato che con la legge di Bilancio ne verranno concesse altre 12, fino a fine marzo 2021. In parallelo prosegue anche il blocco dei licenziamenti. L’ammortizzatore, ritardi permettendo — 17mila persone non hanno ricevuto nemmeno una mensilità e oltre 200mila domande sono ancora da esaminare — garantisce ai beneficiari l’80% della retribuzione globale che sarebbe loro spettata per le ore non lavorate causa riduzione delle attività fino a una cifra massima di 1.129,65 euro per le retribuzioni più alte.
Lavoratori autonomi — Per i lavoratori autonomi danneggiati dalle restrizioni sono state previste nuove indennità : 1.000 euro per stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo (stessi requisiti del decreto Rilancio), intermittenti e stagionali degli altri settori, autonomi che siano stati titolari di contratti occasionali non rinnovati, incaricati di vendite a domicilio.
Imprese — Per le imprese danneggiate dalle nuove chiusure il decreto Ristori e il Ristori-bis mettono sul piatto 3,4 miliardi che verranno distribuiti dall’Agenzia delle Entrate alle partite Iva con lo stesso meccanismo varato in giugno con il decreto Rilancio: gli aiuti spettano in proporzione al calo dei ricavi registrato in aprile e a condizione che sia calato di almeno un terzo rispetto a quello di aprile 2019. L’entità dei ristori, a seconda del codice Ateco dell’attività , va dal 100% al 400% del contributo già ricevuto o che si sarebbe potuto chiedere a giugno, a sua volta calcolato come percentuale (20, 15 o 10% a seconda della grandezza dell’azienda) del calo di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020. Il contributo minimo è 1000 euro per le persone fisiche e 2.000 per le aziende, il massimo 150mila euro. Qualche esempio: un ristorante con ricavi 2019 tra 400mila euro e 1 milione ha diritto al 200% del contributo ricevuto in precedenza, cioè in media 13.920 euro. Un grande albergo (oltre 5 milioni di ricavi) può arrivare a un ristoro di 100mila euro. Per le discoteche, che hanno riaperto solo per un mese tra metà luglio e il 16 agosto, i nuovi ristori saranno il 400% di quelli di giugno: in media 11.592 euro per quelle che dichiarano meno di 400mila euro, secondo simulazioni del Tesoro. Il calcolo non è semplicissimo: il ristorante dell’esempio iniziale, con 200mila euro di fatturato 2019, ha diritto al 200% dell’aiuto ricevuto a giugno, a sua volta pari al 20% della perdita subita ad aprile rispetto all’aprile 2019: ipotizzando che nel pieno del primo lockdown sia stato chiuso e non abbia incassato nulla, prenderà ora circa 6.700 euro.
Tasse — Sul fronte fiscale, sempre per le attività colpite dal dpcm viene cancellata la seconda rata Imu, dovuta entro il 16 dicembre e sono “sospesi” i versamenti dei contributi per il mese di novembre. Gli acconti di Ires e Irap in scadenza il 30 novembre sono posticipati ad aprile 2021 per tutte le imprese e i professionisti soggetti agli Indici sintetici di accertamento (gli ex studi di settore) che operano nelle zone rosse, indipendentemente dal calo di fatturato, e per i ristoranti delle zone arancioni. Sono poi rinviate al 16 marzo ritenute e Iva dovute entro fine mese, per tutte le attività sospese ma anche per hotel, agenzie di viaggio e tour operator. Chi ha un affitto commerciale avrà diritto anche per ottobre, novembre e dicembre a un credito di imposta del 60%, cedibile al proprietario.
Prestiti — Il governo ha poi reso disponibili a partire da marzo garanzie pubbliche sui prestiti: 100 miliardi per il Fondo pmi che garantisce il 100% su prestiti fino a 30mila euro e il 90% su quelli fino a 5 milioni in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti (il plafond è stato raggiunto il 5 novembre), 200 miliardi di garanzie della Sace al 90% per le aziende fino a 5mila dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato e al 70-80% per le imprese più grandi. Deve invece ancora partire il fondo Patrimonio rilancio da 44 miliardi che dovrebbe entrare nel capitale delle aziende in crisi.
Spagna: mini indennizzi agli autonomi
Dipendenti — Il governo spagnolo ha adottato il cosiddetto ERTE, un ammortizzatore sociale già utilizzato durante la grande recessione del 2008. Con l’ERTE i lavoratori passano in modo automatico in disoccupazione, percependo un sussidio corrispondente al 70% del proprio salario nei primi sei mesi, finchè non terminerà lo stato di emergenza. Inoltre, ad ottobre, per chi ha perso il lavoro fra il 14 marzo e il 30 giugno e non può accedere ad altri ammortizzatori sociali, il governo ha approvato un nuovo sussidio straordinario da circa 430 euro. Si tratta di una misura che dovrebbe riguardare circa 250mila persone.
Autonomi e imprese — A partire dal primo ottobre 2020, per quattro mesi, i lavoratori autonomi obbligati a sospendere le loro attività a seguito di una decisione delle autorità per il contenimento del Covid hanno diritto a un indennizzo, a patto di aver subito una flessione del fatturato del 75%, essere iscritti da almeno 30 giorni nel regime dei lavoratori autonomi ed in regola con i contributi. L’importo della prestazione è pari al 50% della base contributiva minima corrispondente per l’attività effettuata. La somma è aumentata del 20% se il lavoratore autonomo è componente di una famiglia numerosa e il suo è l’unico reddito nell’unità familiare nel periodo di sospensione dell’attività . La prestazione non potrà superare la soglia di 1.939,58 euro mensili.
Tasse — Per le imprese sottoposte a chiusura obbligata sono previste esenzioni contributive fino alla fine di gennaio del prossimo anno. Fino al 31 gennaio 2021 il governo ha varato una moratoria o remissione parziale dei canoni di affitto, quando il locatore è un grande proprietario o ente pubblico. Prevista una proroga alla stessa data anche dei contratti per locazione abitativa alle stesse condizioni e termini del contratto in vigore.
Prestiti — In ambito finanziario, il governo spagnolo ha deciso di ampliare fino a 100 miliardi di euro l’ammontare delle garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese e ai lavoratori autonomi. Sono previste misure ad hoc per il settore turistico e garanzie (2 miliardi in sei mesi) per le imprese orientate all’export. Fino al 90% del finanziamento.gn
Francia: aiuto in base al calo di fatturato
Dipendenti — Per i disoccupati è stato allungato il periodo di ammortizzatori sociali fino alla fine della crisi sanitaria. Sono inclusi tecnici, artisti e lavoratori del mondo dello spettacolo che normalmente beneficiano di un contributo (intermittent du spettacle) per i periodi di scarsa attività . Attualmente, l’assegno di disoccupazione ammonta ad un minimo di 29,38 euro per giorno fino ad un massimo di 256,96 lordi al giorno (corrispondenti ad una cifra compresa fra 881 e 7.708 euro lordi al mese) . Per ottenere la disoccupazione bisogna aver lavorato almeno quattro mesi. Durante l’epidemia, il governo ha strutturato le “chomage partiel”, una sorta di cassa integrazione per ridurre il numero di ore o compensare una chiusura temporanea. Il datore di lavoro continua a pagare lo stipendio che viene cofinanziato dallo Stato fino al 70% dello stipendio lordo fino ad un massimo di 4,5 volte il salario minimo garantito (Smic) che in Francia è pari a 1.521 euro lordi.
Imprese e autonomi — Le aziende in fermo amministrativo e quelle della ristorazione, caffetterie e produzioni cinematografiche, con almeno 50 dipendenti, che abbiano subito un calo di fatturato tra il 50% e il 70% in ottobre potranno beneficiare di un aiuto proporzionato alla flessione degli introiti fino a 10mila euro mensili. Le aziende di tutti i settori che hanno subito una riduzione del giro d’affari superiore al 50% beneficeranno di un aiuto mensile di 1.500 euro. Tutti gli indipendenti rientrano in questa categoria.
Tasse — Stanziato oltre un miliardo per l’esonero dai contributi per le imprese con meno di 50 dipendenti obbligate alla chiusura (esonero totale), per le piccole e medie imprese di turismo, eventi, cultura e sport che restano aperte ma che hanno perso il 50% del loro fatturato (esonero totale), per i lavoratori autonomi con prelievi automaticamente sospesi senza alcuna domanda da presentare. Nella finanziaria per il 2021 sarà introdotto un credito d’imposta su parte degli affitti. Di questa misura beneficeranno le imprese con meno di 250 lavoratori chiuse per fermo amministrativo o perchè appartengono al settore dell’hà’tellerie, caffè e ristorazione. I proprietari di immobili che accetteranno di rinunciare a un mese di canone sugli ultimi tre del 2020 potranno beneficiare di un credito d’imposta pari al 30% della somma. Controlli e cartelle fiscali sono state sospese fino ad agosto: è in discussione la proroga.
Prestiti — La garanzia pubbliche sui prestiti ad ottobre sono state aumentate da 300 a 315 miliardi. La garanzia è del 90% per le imprese che impiegano in Francia meno di 5mila dipendenti e realizzano un fatturato inferiore a 1,5 miliardi, dell’80% per le aziende che hanno un giro d’affari compreso fra 1,5 e 5 miliardi e del 70% per le altre. Inoltre Lo Stato ha annunciato che accorderà prestiti limitati a tre mesi di fatturato alle imprese con oltre 50 dipendenti. Le grandi aziende che beneficiano del sostegno dello Stato (esonero tasse e contributi oppure garanzie pubbliche) e continuano a staccare cedole dovranno restituire i vantaggi fiscali e contributi pagando anche un’ammenda.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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