CONTRADDIZIONI DI GOVERNO: IL GIOCHETTO DI SALVINI DI GOVERNARE CON IL M5S E VINCERE LE ELEZIONI CON IL CENTRODESTRA NON PUO’ DURARE A LUNGO
IL M5S, IN CASO DI SCONFITTA ALLE EUROPEE, NON POTRA’CHE CHIEDERE ELEZIONI ANTICIPATE… SALVINI DA SOLO NON VA DA NESSUNA PARTE
Se è vero che tre indizi fanno una prova, è probabile che sei Regioni facciano quasi una certezza. Il centrodestra si afferma anche in Basilicata, dopo aver vinto in Molise, in Friuli Venezia Giulia, nel Trentino Alto Adige, in Abruzzo e in Sardegna.
Cioè tutte le volte che si è votato dalla tornata elettorale che ha portato alla nascita del governo gialloverde, guidato da Giuseppe Conte.
Quella della Basilicata è ancora una volta una vittoria a traino leghista, con Berlusconi e Meloni che però mantengono posizioni nella partita con l’alleato più potente. Salvini penetra al Sud e vince ma non abbastanza da poter fare tutto da solo.
Per il Movimento Cinque Stelle arriva l’ennesimo scivolone, così marcato rispetto alle Politiche da rendere balbettante la giustificazione della diversità del voto amministrativo, che tradizionalmente penalizza i grillini.
Ma il voto lucano riporta anche con i piedi per terra il nuovo corso del Partito democratico, che avverte come la traversata del deserto sia appena iniziata.
Perdono la presidenza della roccaforte rossa del Sud, governata per un quarto di secolo, e a Nicola Zingaretti non può certo bastare la consolazione di aver soffiato il secondo posto al candidato di Di Maio.
Anche perchè il 26 maggio, insieme alle elezioni europee, toccherà al Piemonte: i sondaggi raccontano per ora dei partiti del centrodestra saldamente in testa, di un tentativo di rimonta difficile per il presidente uscente Sergio Chiamparino, non si sa quanto e se avvantaggiato dai Cinque Stelle dati in caduta libera , con percentuali vicine all’irrilevanza.
Se il centrodestra dovesse prendere anche il Piemonte completerebbe la conquista del Nord. Ma anche Matteo Salvini, che si mostra finora senza rivali in campagna elettorale, avverte il peso delle sue contraddizioni.
Governare con Di Maio e umiliarlo alle elezioni in coppia con il tradizionale alleato è un giochino che non è facile far durare a lungo.
È premuto da una fetta crescente del suo partito che, come ha raccontato Francesco Verderami, riferendosi ai cinque stelle gli dice: Matteo, che ci stiamo a fare con questi?
E per di più qualcosa si è rotto nella «chimica» che ha tenuto legati i due trionfatori delle elezioni politiche dello scorso anno. Si stanno meno simpatici di una volta e sono divisi sulla Cina, sulla Tav e sull’Autonomia.
Il contratto, seppure non scaduto, è certamente svuotato. Per Luigi Di Maio, che ha appena cominciato ad abbozzare una controffensiva, prendere in considerazione le elezioni anticipate, in caso di sconfitta alle Europee, diventerebbe quasi un obbligo.
Restare fermo seguendo la logica del «quando ci ricapita» sarebbe probabilmente un suicidio. A meno che Salvini, a sorpresa, non abbia voglia di invertire i tavoli, trasformando il contratto in alleanza.
(da “Il Corriere della Sera”)
Leave a Reply