CONTRO IL RAZZISMO “20 MAGGIO SENZA MURI” A FAVORE DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE
ORGANIZZATA DAL COMUNE DI MILANO SUL MODELLO DELLA MOBILITAZIONE DI META’ FEBBRAIO A BARCELLONA
Oggi a Milano ci sarà una manifestazione contro il razzismo e a favore dell’accoglienza dei migranti.
L’iniziativa è stata organizzata dal comune di Milano che ha preso l’idea da una mobilitazione simile che si è svolta a Barcellona a metà febbraio e a cui hanno partecipato più di 150 mila persone. La manifestazione di Milano partirà da Porta Venezia alle 14.30.
La manifestazione di Milano si chiama “20 maggio senza muri”, c’è un sito con tutte le principali informazioni e con l’elenco delle adesioni: oltre a persone dello spettacolo e della cultura, hanno aderito enti e organizzazioni come Slow Food, Legambiente ed Emergency.
Anche il sindaco Beppe Sala parteciperà alla manifestazione indossando la fascia tricolore. Nell’appello, scritto in italiano, inglese e arabo, si parla di una mobilitazione «festosa e popolare»:
Una mobilitazione carica di speranza. La speranza di chi crede nel valore del rispetto delle differenze culturali ed etniche.
La speranza di chi ritiene che la società plurale sia un’occasione di crescita per tutti e che la logica dei muri che fomentano la paura debba essere sconfitta dalle scelte che pongono al centro la forza dell’integrazione e della convivenza.
Quelle scelte che, a cominciare dall’Europa, sconfiggano il vento dell’intolleranza e che mettano al centro il principio dell’incontro tra i popoli e di un futuro fondato sul valore della persona senza che la nazione d’origine, la fede professata, il colore della pelle possano diventare il pretesto per alimentare nuove discriminazioni.
Quelle scelte che, a livello nazionale, ci portino a compiere, senza ambiguità , passi avanti reali, come l’approvazione della Legge sulla Cittadinanza, la necessità di rafforzare un sistema di accoglienza dei migranti fondato sul coinvolgimento di tutte le comunità e le istituzioni, la trasparenza, la qualità , il sostegno ai soggetti più fragili (i minori, le donne, i vulnerabili), la cultura dei diritti e della responsabilità .
Il sindaco di Milano Sala aggiunge meneghina concretezza necessaria a una grande città a vocazione europea: “Avere un’apertura internazionale vuol dire attrarre gli studenti stranieri nelle nostre università e le grandi multinazionali che aprono sedi da noi, ma vuol dire allo stesso modo accogliere chi scappa dalla fame e dalla guerra. Quelle persone che fanno da badanti ai nostri anziani, imbiancano i muri delle nostre case, lavorano negli ospedali e nelle nostre pizzerie: quanta parte dell’economia di Milano è fatta da loro? Quanto saremmo più poveri senza di loro? Altro che alzare muri“.
Le statistiche sulla criminalità ci dicono che legare la questione della sicurezza a quella dell’immigrazione è follia, cecità politica.
Una cecità che dice quanto sia caduta in basso la rappresentanza politica — tutta — di questo Paese e non solo, che si ritrova non avendo la più pallida idea sul futuro, a inseguire e a dare risposte a una sensazione diffusa tra la gente che non ha nessun legame con la realtà se non artatamente costruito da una stampa e soprattutto da una televisione irresponsabili e criminali.
Sala dice che “Mettere in relazione diretta l’immigrazione con la sicurezza è sbagliato, ma aggiungo — e lo dico proprio a chi specula su questi temi — che la sicurezza aumenta anche se, dopo la prima accoglienza, c’è vera integrazione. Per farlo serve prima di tutto accorciare i tempi per la definizione dello status dei rifugiati. Ne sto parlando con il ministro Marco Minniti: non si possono aspettare due o tre anni per vederselo riconoscere, perchè nessuno si può integrare se, in un certo senso, non esiste”.
E per chi sa leggere tra le righe delle dichiarazioni politiche questa frase ci dice che lo scontro con Minniti è in atto ed è anche duro. Perchè, chiude ogni dubbio Sala: “È quella di sabato prossimo la vera fotografia di Milano, non quella della Centrale”.“Oggi, davanti al pericolo di una Europa — fortezza, come città e come cittadini abbiamo la responsabilità storica di intervenire per cambiare la situazione. Vogliamo accogliere. E vogliamo continuare a farlo con serietà , ma anche con allegria ed entusiasmo.
Perchè le manifestazioni di Barcellona e di Milano altro non sono che una festa per i cittadini di tutto il mondo, un momento di incontro e di scambio, ricco di musica, colore, gioia e solidarietà ”.
(da agenzie)
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