CORRUZIONE E VOTO DI SCAMBIO: SEVERINO ACCELERA, CICCHITTO FRENA
IL CAPOGRUPPO PDL: “PRIMA INTERCETTAZIONI E RESPONSABILITA’ CIVILE”
Voto di scambio e prescrizione lunga, il governo va avanti.
Già mercoledì il ministro della Giustizia Paola Severino, partecipando al plenum del Csm, potrebbe fornire dettagli sul nuovo provvedimento del governo.
Che riguarda entrambi gli aspetti, il voto di scambio non solo di fronte al passaggio di denaro, ma anche «di altra utilità », e i tempi della prescrizione calcolati con un meccanismo diverso da quello in vigore.
In queste ore Monti e i suoi s’interrogano, anche a livello tecnico, sulla strada da seguire, se optare per un decreto oppure ripiegare su un disegno di legge.
Intensi anche i rapporti con il Quirinale cui spetta l’ultima parola sulla possibilità di agire effettivamente per decreto legge, valutando le ragioni di necessità e urgenza.
Va da sè che la scelta è determinante.
Solo il decreto dimostrerebbe che il governo fa sul serio e non cerca solo di bloccare le polemiche sul ddl anticorruzione e sulle carenze che contiene.
Un’operazione di facciata, insomma. Il ddl, con la legislatura agli sgoccioli, non avrebbe nessuna chance di passare.
Anche la sede deliberante proposta da Finocchiaro, che ha bisogno del consenso unanime, verrebbe fermata dal Pdl. Dal Pd arriva invece un pieno via libera a muoversi per via d’urgenza, visto che il reato di voto di scambio, se modificato, sarà un utile deterrente per le elezioni nel Lazio e uno strumento determinante nelle mani dei magistrati che lo potranno contestare subito.
Ma dal Pdl all’opposto giunge un esplicito altolà sia sui contenuti del futuro provvedimento, sia sullo strumento da utilizzare.
Non solo, lo stesso Pdl ripropone il solito refrain del cosiddetto trittico, anti-corruzione, intercettazioni, responsabilità civile dei giudici.
Ad assumere le sembianze del falco è il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che all’ora di pranzo gela gli entusiasmi del governo. Niente decreto, niente nuovo reato di voto di scambio, niente prescrizione, ma intercettazioni e responsabilità civile.
A palazzo Chigi i segnali dell’ostilità berlusconiana erano già arrivati, ma ora diventano ufficiali e con toni assai bruschi.
Cicchitto definisce l’aumento della prescrizione per decreto come «parole in libertà ». Parla di «giustizialismo cieco che fa leva evidentemente sull’emozione suscitata da una serie di intollerabili episodi».
Episodi gravi, come l’arresto dell’assessore regionale alla Casa Zambetti a Milano e quello di Fiorito a Roma che aveva al suo attivo 28 mila preferenze.
Il capogruppo Pdl stoppa la riforma della prescrizione soprattutto qualora non fosse accompagnata da un meccanismo tipo il famoso processo breve che il Pdl ha tentato inutilmente di far passare (con l’obiettivo di chiudere i dibattimenti del Cavaliere) e che prevedeva tempi rigidi per ogni grado del processo, tre anni in primo grado, due in secondo, uno e mezzo in Cassazione. Zeppa del Pdl anche sul voto di scambio potenziato, Cicchitto consiglia di «stare attenti a evitare dilatazioni che possano portare ad escludere il rapporto eletti-elettori».
Il Pd contesta Cicchitto.
Gli dice il responsabile Giustizia Andrea Orlando: «Non si capisce che c’entri il giustizialismo con l’aspirazione a veder conclusi importanti processi».
Al segretario del Pdl Alfano, che chiede di accelerare sul ddl anticorruzione alla Camera, Orlando ricorda che le colpe dei tempi lunghi sono tutte dei berlusconiani. Sembra di rileggere le risse scoppiate per il ddl anticorruzione.
Un segno cattivo per il destino della prescrizione lunga e del voto di scambio allargato.
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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